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Tesser replica alla Triestina: "Nessuno mi ha chiesto di vincere il campionato nè di far crescere qualcuno"

La premessa: chi mette i soldi decide. Chi investe in un progetto ha tutto l’interesse che esso porti i risultati preventivati cercando tutte le strade possibili per arrivare a ciò. Può capitare poi che durante un percorso si cambino le idee su come continuare. In questi casi, parlando di sport, ...
 |  Redazione sport  |  Serie C

La premessa: chi mette i soldi decide. Chi investe in un progetto ha tutto l’interesse che esso porti i risultati preventivati cercando tutte le strade possibili per arrivare a ciò. Può capitare poi che durante un percorso si cambino le idee su come continuare. In questi casi, parlando di sport, i contratti mettono al sicuro dal punto di vista economico i dipendenti. C’è l’esonero di tecnico e (quasi sempre) staff che dunque percepiscono avanti il compenso pattuito sino allo scadere del medesimo contratto.

Detto ciò, poi addetti ai lavori e stampa possono cercare di capire il perché di certe decisioni appunto di chi mette i soldi, in questo caso si parla di 17 milioni per l’attuale stagione e con importanti progetti per il futuro, attraverso le proprie motivazioni. A volte però quello che racconta una parte viene ribaltata dall’altra. Le due versioni dunque non coincidono. Tutto dipende dagli accordi presi al momento della firma. Da come insomma ci si mette d’accordo.

La proprietà, attraverso una conferenza stampa, oltrechè presentare il nuovo tecnico Bordin ha dato la sua motivazione sull’esonero di Attilio Tesser. In sostanza per un calo di rendimento nell’ultimo periodo, una linea giovane poco sviluppata, una mancata crescita complessiva sia di giocatori che management, qui tirando in ballo l’esempio del giovane ds Donati, poco sviluppo della rosa con una decina di giocatori poco utilizzati. Sul mercato invernale Alex Menta aveva detto che non c’erano grandi opportunità e vista la situazione della classifica non meritava spendere ora. Tesser insomma da questo quadro ne usciva con le ossa rotte per quanto fatto in questa prima parte di stagione, considerato non più l’uomo giusto per continuare il progetto.

Non si è fatta attendere la replica di Attilio Tesser che ha smontato tutte le tesi societarie. Attraverso un’intervista rilasciata all’emittente televisiva Telequattro ha fatto cambiare opinione a molti di quelli (tifosi e addetti ai lavori) che il giorno prima si erano schierati dalla parte della società.

Ecco quello che ha detto.

“Repliche del genere non ho mai fatto, cose che non mi appartengono. Un esonero lo accetto perché a decidere è la proprietà ma dopo aver visto la conferenza stampa di ieri ho dovuto intervenire perché tutto ha un limite.

Non mi si è mai chiesto di vincere il campionato né di far maturare i giovani. Anche perché o si punta su una cosa o sull’altra. Difficilmente le due cose vanno a pari passo. Giovani che comunque ho fatto giocare, chi più chi meno anche perché la rosa è ampia.

Con la società non abbiamo mai messo giù programmi se non quello da condividere in tre/quattro anni, mi era stato detto che se anche avessi perso otto partite non ci sarebbero stati problemi. Mi hanno detto che dobbiamo fare una squadra competitiva e di giocarcela. Volevano farmi un contratto per tre/quattro anni ma ho risposto che intanto iniziamo con due per provare a salire. Per cui ho solo pensato a fare più punti possibili in classifica e ho sempre cercato di trasmettere la convinzione di andare a prenderci il primo posto. Sul fatto del ds Donati non devo essere io a farlo crescere, deve farlo chi è sopra di lui, non faccio il baby sitter, io faccio l’allenatore, se non mi danno giocatori dal buon aspetto tecnico figuriamoci se ho tempo per far crescere gli altri. Nessuno mi ha mai investito di questo ruolo.

I giocatori di cui ne ho condiviso l’arrivo in questa stagione sono D’Urso, Finotto e Celeghin. Gli altri è stata la società a prenderli senza dirmi niente. Nella mia carriera di allenatore ho sempre condiviso i programmi con le varie società che poi però devono ascoltare il mister per eventuali acquisti. Il che non è successo qua. A gennaio ho chiesto un terzino sinistro e un centrocampista indicando dei nomi che non sono venuti. Altro non ho detto. L’ultimo giorno di mercato (giovedi 1 febbraio) Alex Menta mi ha detto che doveva arrivare Sofian Kiyine, un giocatore che avrei dovuto tenere a bada io visto che ero bravo a tenere lo spogliatoio. Il giorno dopo lo stesso Menta mi ha mandato un messaggio scusandosi di non essere riuscito a chiudere la trattativa. Difficile dunque pensare che avevano deciso già 15 giorni prima di mettermi da parte.

In sede di presentazione della stagione avevo promesso che avessimo cercato di rendere onore a questa maglia, con le vittorie ottenute negli ultimi minuti di alcune gare abbiamo dimostrato di non mollare mai, di lottare sempre fino in fondo. Una promessa che dunque abbiamo mantenuto. Dopo molte partite buone che abbiamo fatto vincendo con il giusto spirito di squadra ora stavamo attraversando un momento negativo, il primo da inizio stagione. Gli accordi con la società erano che avessi ampia libertà di movimento e difatti non ho mai avuto nessuna sua ingerenza nelle mie scelte. Anche se in realtà contro il Lumezzane mi era stato chiesto di non far giocare Fofana. E questo dimostra dell’ipocrisia. Per il suo poco utilizzo il fatto è che lui lo considero il vice di Correia, non vendendolo come un interno.

Il fatto che un’intera città si sia messa al mio fianco dopo questo esonero mi ha commosso, ero tornato a Trieste per l’amore di questa piazza e per la sua straordinaria tifoseria. La mia credibilità arriva dal mio essere e dai risultati ottenuti in carriera, appena esonerato uno dei giocatori più importanti della squadra mi ha chiamato è mi ha detto che quello che ha imparato stando con me è la mentalità che trasmette ai giocatori e che ogni volta che aveva giocato contro di me aveva capito perché vincevo i campionati e che ho qualcosa in più da da dare sotto questo aspetto e che con altri tecnici in cui si lottava per vincere non hanno dato. Per cui quando si parla di mentalità non accetto”.

Parole chiave: Trieste