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Triestina-Padova 0-1, Gasperutti: "Unione superiore solo nel primo tempo. L'arbitro ...Scatena le ire alabardate"

Grande delusione per 12.000 triestini e grande felicità per i restanti 1.000 padovani, nel big match disputato allo stadio “Rocco”. Ancora una volta la Triestina fallisce l’incontro che tutti aspettano con impazienza, quello che fa riempire le gradinate anche con coloro che non vogliono mancare ...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti a fine partita

Grande delusione per 12.000 triestini e grande felicità per i restanti 1.000 padovani, nel big match disputato allo stadio “Rocco”.

Ancora una volta la Triestina fallisce l’incontro che tutti aspettano con impazienza, quello che fa riempire le gradinate anche con coloro che non vogliono mancare all’appuntamento, che potrebbe essere quello di una svolta decisiva alla stagione. Succede ciclicamente ed è una consuetudine spiacevole da queste parti, vissuta oramai quasi con rassegnazione; non si riesce “quasi” mai a vincere “quell’incontro”: l’ultimo che ricordo con il Palermo nei play-off, che poteva essere decisivo per la promozione.

La partita è iniziata con un Padova pimpante, molto aggressivo che ha cominciato all’attacco invadendo la metàcampo alabardata. C’è stato immediatamente al 1’ di gioco un episodio che ha fatto storcere il naso e che ha fatto supporre un trend poco positivo della serata: palla a metàcampo controllata sotto le gradinate spalle alla porta da Lescano ed entrataccia decisamente inutile di Delli Carri che gli procura un taglio profondo sulla gamba. E’ una di quelle entrate che negli spogliatoi ante gara, gli allenatori elencando gli ultimi avvertimenti ai suoi, suggerisce: “mi raccomando la prima entrata fatti sentire, tanto… quello non ti ammonisce e l’avversario diventa più malleabile”. Ovviamente “quello” che non ha mai giocato a pallone e queste cose non le sa perchè nel suo manualetto del bravo arbitro, sono contemplate: lievi trattenute, braccia alzate, manina sulla spalla, pestone del piede, entrata in scivolata che sono tutte meritevoli da manualino dell’ammonizione, ma mai un’entrata inutile che potrebbe portare a serie conseguenze fisiche. Dopo una esitazione richiamato dagli strepiti dei triestini, ha fischiato il fallo, ma senza prendere nessun provvedimento disciplinare e mentre Lescano ai bordi si faceva curare la profonda ferita, la partita proseguiva con un bel Padova e una Triestina che cercava di ritrovarsi.

Una bella azione al 14’ con cross teso di Vallocchia, sul quale per un soffio Redan manca la deviazione, suona come risveglio per gli alabardati e campanello d’allarme per i verdescudati che s’acquietano. La Triestina nei restanti 35’ del primo tempo sale in cattedra e gioca un’ottima partita, è superiore a centrocampo e attacca con raziocinio, ma è proprio qui che il Padova fa vedere le sue doti migliori. La sua difesa è arcigna, attenta, dotata di anticipo e fortissima sui palloni alti, inoltre sembra più pronta sui palloni vaganti, dove arriva sempre prima. Ma siccome anche la Triestina è una signora squadra, risulta sempre pericolosa anche se avremmo voluto vedere più decisione e cattiveria nelle fasi conclusive, dove sembra manchi il guizzo decisivo; poi purtroppo bisogna dire che dietro ultimo baluardo, il Padova dispone di un Donnarumma che è di gran lunga il più forte portiere della C.

Sembra proprio una partita giocata sul filo dell’equilibrio e solo un episodio la può sbloccare. Ma che ci sta a fare allora in campo il signor Scatena di Avezzano? L’occasione per mettersi in mostra con i vertici AIA c’è tutta: la partita è di quelle sicuramente sotto esame, l’atmosfera è delle migliori con delle tifoserie appassionate che sicuramente faranno da grancassa a qualsiasi decisione dubbia dovesse prendere e allora!!!! Al 55’ mentre arriva in area di rigore triestina un cross dalla sinistra si vedono due coppie a centro area, con Liguori che si libera furbescamente dalla marcatura di Malomo mettendolo a terra, è un’azione vistosa che non sfugge a 26.000 occhi, purtroppo sfugge agli 8 occhi che decidono e il patavino spalle alla porta s’inventa una acrobatica rovesciata, mettendo il pallone nel sacco.

La partita sbloccata in quel modo depone a tristi presagi, vista anche la solidità dei padovani, ma da quel momento purtroppo saltano anche i nervi dei triestini, decisamente troppo agitati e tesi, che perdono il filo del gioco mentre sono invece bravi i verdi a controllare da ottima squadra, approfittando in tutti i suoi risvolti, della piega che ha preso la partita. Al 67’ ecco un altro episodio decisivo: un padovano a fine azione crolla nella sua area svenuto, Donnarumma lancia il pallone in fallo laterale e dopo la canonica “acqua di Lourdes” il patavino resuscita, però la Triestina non restituisce il pallone e Vallocchia reo dell’azione viene aggredito da alcuni avversari. Si accende una furiosa mischia sotto la nostra postazione e si vedono volare manate, spintoni e insulti. Io allora penso: qui come succede, salomonicamente l’arbitro ammonisce un paio di giocatori per parte e si va avanti. Invece l’occasione per il signor Scatena è troppo ghiotta, diventerebbe definitivamente protagonista indiscusso della partita e la coglie la volo con il tacito consenso dei suoi collaboratori che ovviamente sono come le tre scimmiette, anzi la guardia del corpo messa alla panchina alabardata che in genere alza solo il tabellone dei cambi, pensa bene di entrare in gioco anche lui per far espellere Malomo, nervosissimo che avrebbe potuto e dovuto star più tranquillo dall’alto della sua esperienza, magari tranquillizzato anche dai compagni accanto a lui. Nella mischia di una decina di uomini l’arbitro pesca Redan e gli sventola il cartellino rosso davanti. Siamo al 67’ e la partita finisce qui.

Non è bello né corretto descrivere una partita a questo modo, alla stregua di un becero allenatore qualsiasi, che non parla mai di calcio, ma soltanto di episodi sfavorevoli alla sua squadra e allora parliamo finalmente anche di calcio, perché i 13.000 del Rocco sono accorsi per vedere la partita, non il signor Scatena.

La Triestina ha fatto un ottimo primo tempo, attenta e propositiva mettendo il luce un ottimo centrocampo, con Fofana che è un rubapalloni abile anche a far ripartire l’azione, con lui bravissimi anche Celeghin e D’Urso; più pasticcione ma attivissimo Valocchia. Sui lati ordinato Germano e volenteroso Pavlev, che purtroppo non è sinistro e deve sempre girarsi per effettuare i cross di destro, facendo perdere l’inerzia dell’azione e permettendo ai difensori un miglior piazzamento. Davanti Redan sembrava in palla e riusciva a liberarsi spesso del suo avversario, purtroppo mai nelle zone pericolose, però la sua vivacità sembrava poter produrre prima o dopo qualche sbocco positivo. Purtroppo verso la fine del tempo dopo qualche decisione a lui sfavorevole, s’innervosiva e lo abbiamo visto uscire dal campo a fine primo tempo polemico con gli avversari. Lescano dopo l’avviso in partenza, ha fatto la sua partita non trovando lo spunto decisivo, anche per l’attenta guardia del “fisico” Delli Carri, ma è stato comunque utile nel gioco di sponda e nel far salire la squadra.

Il Padova mi ha fatto un’ottima impressione: è squadra! E’ squadra in tutte le sue componenti, portiere, difesa, centrocampo e attacco; è attentissima e non ha commesso alcuna sbavatura approfittando di ogni circostanza e situazione della gara, adeguandosi meglio della Triestina all’ambiente e al genere di partita impostato dall’arbitro. Ha meritato la vittoria bisogna dirlo, nonostante gli episodi tutti a loro favorevoli, ma per quei primi 15’ del primo tempo e per quell’accorta ripresa, dove poteva anche chiudere la partita, bisogna dire che non ha rubato nulla.

Questa partita non si doveva perdere, purtroppo è avvenuto e ora la classifica si è messa piuttosto male. Bisogna rincorrere e non è facile, perché Mantova e Padova sono due ottime squadre. Sperare è doveroso perché il campionato è lungo e Tesser già con il Modena era riuscito nell’impresa di recuperare tanti punti, anche se dobbiamo sottolinearlo su una sola squadra, non su due.

Buone Feste a tutti, anche al sindaco, affinchè cominci a pensare a delle soluzioni “purtroppo” per i play-off di giugno in concomitanza con i “suoi” amatissimi concerti.

BRUNO GASPERUTTI

Parole chiave: Trieste