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Triestina-Fiorenzuola 2-1, Gasperutti: "Abbiamo una signora squadra"

Questa è una di quelle vittorie che danno la sensazione di trovarsi davanti ad una signora squadra. Aveva ammonito Tesser nel pre-gara che non sarebbe stato facile e infatti lo si è visto sul campo, il Fiorenzuola non aveva nulla da perdere e ha giocato la sua partita spensieratamente, mettendo ...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti durante la gara

Questa è una di quelle vittorie che danno la sensazione di trovarsi davanti ad una signora squadra.

Aveva ammonito Tesser nel pre-gara che non sarebbe stato facile e infatti lo si è visto sul campo, il Fiorenzuola non aveva nulla da perdere e ha giocato la sua partita spensieratamente, mettendo in mostra tutte le sue qualità di squadra giovane e frizzante. La Triestina l’ha affrontata con il dovuto rispetto, non sottovalutando l’impegno; forse all’osservatore distratto avrà anche dato la sensazione di non essere in gran giornata, certo ha giocato meglio altre volte, ma è sempre stata sul pezzo con la giusta mentalità e questo alla lunga vuol dire una marcia sicura.

Il primo tempo è stato davvero interlocutorio, con portieri poco impegnati e il palleggio sorprendente per sicurezza di un Fiorenzuola che naviga in cattive acque, ma sempre attento e pronto ad offendere e si capisce il motivo per cui ha messo sotto con merito una squadra possente come il Vicenza.

La ripresa invece è iniziata con il passo giusto e una bella azione in verticale sulla fascia destra ha portato al cross a mezz’altezza di Ciofani, sul quale s’è lanciato in tuffo Lescano, ma il bomber visto che non riusciva a colpire il pallone di testa, ci ha messo con prontezza il petto e ha gonfiato la rete. A questo punto sembrava tutto facile, risolto il problema del gol che mancava al Rocco dal 2 aprile scorso, l’Alabarda ha preso il comando delle operazioni e in un paio di occasioni è andata vicina al raddoppio con Lescano, che è sempre un bel vedere per come si muove nei pressi dell’area di rigore. Ma gli emiliani non erano rassegnati e lo si è capito, quando Matosevic ha fatto un capolavoro degno di un portiere di livello mondiale, su una bordata al volo da pochi metri di Morello. Era un campanello d’allarme e infatti una grave disattenzione difensiva su un angolo è costata cara: cross millimetrico e inserimento da dietro di Bondioli che di testa ha battuto imparabilmente il portiere alabardato.

Quanti avranno allora pensato alla “maledizione del Rocco”, invece la Triestina di quest’anno è fatta di una pasta coriacea, imperturbabile ha ripreso a macinare il suo gioco e ha ritrovato in breve il vantaggio. Qui bisogna notare la valenza che hanno avuto i nostri attaccanti nell’occasione: Redan che ha controllato e poi servito il pallone nel bel mezzo dell’area di rigore a Lescano, che a sua volta lo ha tenuto vivo tra un nugolo di avversari, per porgerlo poi a Vallocchia che l’ha sparato nell’angolo. Era il gol vittoria, anche se il Fiorenzuola ci ha provato, ma anche gli alabardati con una splendida percussione di El Azrak conclusa non benissimo da Lescano, avrebbe potuto incrementare il vantaggio per far vivere gli ultimi minuti con meno apprensione.

La Triestina che negli ultimi anni ci aveva esasperato con un gioco piatto, masticato costellato da una stucchevole serie di passaggi laterali che aveva l’unico sbocco in un cross, per la maggior parte delle volte dalla trequarti campo, quest’anno invece predilige il gioco verticale, pochi palleggi e imbucata per gli inserimenti dei centrocampisti o per le sponde degli attaccanti. La manovra quindi è molto più veloce, si verticalizza con immediatezza, lo spettacolo è più godibile e a mio avviso è un gioco più adatto alla C, rispetto al gioco controllato e palleggiato spagnoleggiante, che a causa degli interpreti della categoria o dei terreni di gioco che non sono propriamente dei biliardi, è di difficile attuazione. Quando la squadra  trova gli spazi giusti e la manovra è fluida, questa Triestina è proprio un bel vedere, ma ovviamente ci sono anche le giornate in cui gli avversari trovano le contromisure e di queste formazioni anche se non hanno nomi eclatanti, in questa categoria ce ne sono tante. Ma è qui che la nostra squadra quest’anno dimostra una consapevolezza dei propri mezzi che negli anni passati non aveva, è una squadra compatta, il nocchiero è di prim’ordine e non è un caso che di questi campionati ne abbia vinti tanti e in varie piazze anche le più difficili.

Contro il Fiorenzuola qualche ingranaggio della macchina non era oliato alla perfezione e poi ci si sono messi anche gli infortuni a D’Urso, in gran spolvero in settimana a Legnago e a Germano, che a mio avviso è il migliore tra i terzini a disposizione, ma che dire dei sostituti che sono entrati risultando determinanti? El Azrak ha sostituito D’Urso che ha altre caratteristiche, ma è entrato con un piglio e una voglia di fare ammirevole; Ciofani pronti via e ha imbastito l’azione che ha sbloccato la partita fornendo l’assist a Lescano, dopo una percussione straripante. Ottimo poi anche l’ingresso di Pierobon volitivo e da subito in partita; a me piace molto il suo modo disinvolto di interpretare il ruolo di centrocampista che è differente rispetto ai compagni e dimostra che Tesser ha diversi interpreti per sviluppare il suo copione, creando di volta in volta difficoltà diverse e impreviste agli avversari.

Il modulo di Tesser non privilegia il gioco sulle fasce e se Germano si avventura affondando a volte l’azione, Anzolin è molto più bloccato. In fase difensiva anche gli avversari hanno più libertà soprattutto sugli esterni bassi e anche il Fiorenzuola ha avuto modo di uscire facilmente in palleggio dal basso, perché né Celeghin né Vallocchia riuscivano a prenderli tempestivamente e scalavano un po’ in ritardo, avendo anche un centrocampista da controllare. E’ un rischio calcolato che si deve pagare, ma con l’onnipresente e splendido Correia che accorcia e aiuta in ogni zona del campo, oltre che manovrare sempre il pallone con accortezza, Tesser dorme sogni tranquilli.

In vetta il Mantova continua la sua corsa a pieno regime, ho visto degli spezzoni della sua partita di Verona e mi è sembrata una squadra in gran spolvero che ha vinto bene contro l’ostica Virtus. La Pro Vercelli marcia anche lei con buon piglio, ma non mi sembra in grado di essere la sorpresa dell’anno sulle orme del Sudtirol o della Feralpi; è finito in parità il derby veneto tra Vicenza e Padova, due piazze che hanno tutto per fare il salto di qualità. Anche il Vicenza che non mi entusiasma affatto sul piano del gioco, ha invece la possibilità di giocarsela fino alla fine, perché ha una proprietà importante e se a gennaio sarà lì agganciata, è in grado di arricchire il proprio organico con 3-4 giocatori di spessore che possono fare la differenza.

Ora sotto con l’Alessandria, attenzione che l’orso grigio nelle ultime due giornate s’è svegliato dal letargo e dopo aver ottenuto una prima netta vittoria contro la Pergolettese, è andata a pareggiare sul difficile terreno del Trento; proprio Pergolettese e Trento, le due squadre che ci hanno dato gli unici dispiaceri quest’anno. Forza Unione che il campionato lo si vince in provincia sui campetti dissestati, dove l’avversario di turno sputa sangue e veleno; la partenza è stata incoraggiante, ma la strada è ancora molto lunga e molti i trabocchetti da evitare nelle tappe intermedie.

BRUNO GASPERUTTI

Parole chiave: Trieste