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Bordin: plauso per comunicazione di Beltrame

"La comunicazione del direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, è un chiaro e importante segnale dopo quanto accaduto all'inaugurazione della scuola elementare a Precenicco, il 15 settembre 2021, dove non era stato consentito al parroco di recitare il Padre Nostro che risulta essere una tra le più celebri e conosciu...
 |  Redazione de il Meridiano  |  Politica

"La comunicazione del direttore
generale dell'Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, è
un chiaro e importante segnale dopo quanto accaduto
all'inaugurazione della scuola elementare a Precenicco, il 15
settembre 2021, dove non era stato consentito al parroco di
recitare il Padre Nostro che risulta essere una tra le più
celebri e conosciute preghiere dell'intera cristianità, il cui
contenuto non può urtare la sensibilità di coloro che hanno
liberamente scelto un altro credo religioso".

Lo afferma in una nota il capogruppo della Lega nel Consiglio
regionale del Friuli Venezia Giulia, Mauro Bordin, promotore di
una mozione sul tema e che plaude "alla comunicazione del
direttore per aver ribadito come accogliere e organizzare nei
locali scolastici al di fuori dell'orario di lezione, assicurando
la facoltatività di partecipazione degli alunni e delle loro
famiglie, le simboliche rappresentazioni del messaggio
pacificatore del Natale, che tradizionalmente si declinano in
allestimenti, recite cori ed eventi musicali, sia pienamente
legittimo e non affatto lesivo del principio di non
discriminazione".

"La cristianità è storicamente collegata alle tradizioni
dell'Occidente e, quindi, è parte integrante della nostra
cultura. Con la sentenza 1388 del 27 marzo 2017, il Consiglio di
Stato ha respinto la presunta violazione del principio di laicità
in occasione di riti religiosi praticati nelle scuole pubbliche,
affermando che i locali, in orario extrascolastico e previa
delibera dell'organo competente, possono ospitare tali riti,
purché - spiega l'esponente del Carroccio - la partecipazione sia
libera, volontaria e facoltativa. Inoltre, ricordando anche che
in base all'elementare principio di non discriminazione, non può
essere attribuita valenza negativa a un'attività tale da renderla
vietata o intollerabile unicamente perché espressione di una fede
religiosa".

"Le istituzioni scolastiche - conclude Bordin - sono inoltre
chiamate, nel rispetto della libertà di insegnamento, della
libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità
generali del sistema, a promuovere la crescita educativa di tutti
gli alunni, nel riconoscimento e nella valorizzazione delle
diversità. La scuola pubblica italiana è luogo di aggregazione
tra giovani appartenenti a diverse realtà culturali, religiose e
sociali: sarebbe quindi un controsenso accogliere istanze tese a
limitare il confronto".