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Interrogazione parlamentare per gli allagamenti di Altura

Nicola Fratoianni ed Eleonora Evi, deputati dell’Alleanza Verdi e Sinistra, hanno chiesto in un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dell’Interno e della Salute (https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/00316&ramo=CAMERA&leg=19) quali iniziative di competenza intendano assumere, anche ...
 |  Redazione de Il Meridiano  |  Politica

Nicola Fratoianni ed Eleonora Evi, deputati dell’Alleanza Verdi e Sinistra, hanno chiesto in un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dell’Interno e della Salute (https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/00316&ramo=CAMERA&leg=19) quali iniziative di competenza intendano assumere, anche attraverso la Prefettura di Trieste, per verificare se esista una correlazione tra gli allagamenti avvenuti il 15, 16, 17 e 18 gennaio 2023 ad Altura e i lavori di ristrutturazione del soprastante ospedale di Cattinara, nonché quali iniziative di competenza a protezione della cittadinanza e dei terreni limitrofi siano state intraprese dagli organi preposti.

Nelle premesse i due onorevoli osservano che «il comprensorio ospedaliero triestino di Cattinara si trova su un colle franoso, ventoso, soggetto a forti escursioni termiche, freddo d’inverno, ricco di sorgenti e caratterizzato da terreno poco permeabile che favorisce la formazione di pozze e torrentelli durante le piogge, con rischio di gelate in presenza di basse temperature».

Gli interroganti rilevano che «il 22 giugno 2020 l’ASUGI, proprietaria del terreno, aggiudicò alla Rizzani de Eccher SpA la progettazione esecutiva e l’esecuzione delle opere di ristrutturazione e ampliamento dell’ospedale» e che «il 4 febbraio 2022 è partito nel settore meridionale della collina il cantiere della “Fase 1 del Sublotto 1”, la cui conclusione è prevista per il 26 giugno 2024».

L’interrogazione rammenta che durante tale fase «si sono abbattuti 146 alberi, secondo quanto annunciato dai vertici dell’ASUGI, ovvero: 1) nell’area deforestata tra il polo cardiologico e via del Botro per realizzare il parcheggio “sud-ovest” e una duplice strada; 2) nell’ex aiuola della collina spianata tra l’asilo nido ASUGI, via Valdoni bassa e Anatomia patologica e medicina legale per costruire una rotatoria; 3) nella lunga fascia rettilinea disboscata a valle di via Valdoni bassa; 4) nell’aiuola eliminata tra via Valdoni bassa, Anatomia patologica e medicina legale, la torre chirurgica e la palazzina didattica per edificare il padiglione servizi aziendali C1».

Fratoianni e la Evi rilevano che «durante le piogge non molto intense del 15, 16, 17 e 18 gennaio 2023, sul lato meridionale della collina del comprensorio ospedaliero a valle del cantiere, si sono formati rigagnoli e torrenti, riversatisi poi sulla viabilità del sottostante rione di Altura», che «l’acqua pluviale ha assunto anche notevole velocità specie nelle ripide via del Botro, via Rio Storto, via Montasio e via Alpi Giulie, causando allagamenti, disagi e danni a pedoni, veicoli, nonché edifici limitrofi» e che «l’abbassamento delle temperature ha rischiato di provocare la formazione di ghiaccio al suolo, con i relativi pericoli per la circolazione».

I due parlamentari ricordano che «simili eventi si erano già verificati nei mesi scorsi durante le piogge, specie il 9 settembre 2022, ma non erano conosciuti in tale gravità prima dell’avvio dei lavori». «Il disboscamento e sbancamento di terreni vegetali scoscesi, la loro asfaltatura o copertura, i movimenti di macchinari pesanti e gli altri lavori in corso dal febbraio 2022 – scrivono – sembrano aver aggravato il dissesto idro-geologico sul lato meridionale della collina del comprensorio ospedaliero ed essere quindi le cause fondamentali del maggiore impatto delle piogge sul terreno, con tutte le conseguenze per residenti, lavoratori e frequentatori della zona, malgrado le promesse di “invarianza idraulica”». Peraltro «ampie fenditure sull’asfalto in via Valdoni bassa, accanto all’area di cantiere, implicano la persistenza o la recrudescenza di movimenti franosi».

Secondo Fratoianni e la Evi, «la prosecuzione dei lavori non può far escludere ulteriori e più cospicui futuri allagamenti e/o cedimenti».

Parole chiave: Trieste