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Come riqualificare la sanità in FVG?

“Non basta avere più soldi per risolvere i problemi della sanità…bisogna avere anche noi la capacità di fare delle proposte serie che rientrino all'interno delle possibilità che oggi il Paese ha” è quanto recentemente dichiarato dal presidente del Friuli Venezia Giulia Fedriga. Beh, dopo sei anni di autocelebrazioni, comprimario l’assesso...
 |  Nik97  |  Salute
“Non basta avere più soldi per risolvere i problemi della sanità…bisogna avere anche noi la capacità di fare delle proposte serie che rientrino all'interno delle possibilità che oggi il Paese ha” è quanto recentemente dichiarato dal presidente del Friuli Venezia Giulia Fedriga.
Beh, dopo sei anni di autocelebrazioni, comprimario l’assessore alla Salute Riccardi, finalmente il presidente Fedriga sembra essersi accorto che la sanità così non va e ha bisogno di un poderoso intervento di riqualificazione. Che forse poteva essere fatto prima di arrivare sull’orlo dell’abisso.
Comunque, riconoscere la realtà, seppure in ritardo, dovrebbe tranquillizzare, senonché le intenzioni dichiarate dall’assessore alla Salute sul come intervenire creano grande inquietudine. Infatti, si intravvede l’ulteriore taglio di letti e reparti ospedalieri, quando Riccardi afferma che il FVG “ha una rete ospedaliera ancora non legata all'applicazione degli standard - sono molto più alti rispetto al resto del Paese”, che significa richiamare i parametri previsti dal DM 70/15, già utilizzati dalla riforma Serracchiani per tagliare ospedali, reparti, posti letto, da cui è iniziato il declino della sanità in FVG, fino ad allora eccellente.
Eppure, uno dei fattori rilevanti sull’impreparazione del Ssr – Servizio sanitario regionale - alla pandemia fu proprio l’estrema penuria di posti letto negli ospedali, ma pare che il Covid non abbia insegnato proprio niente vista l’intenzione di tagliare ulteriormente il settore ospedaliero.
E a proposito di pandemia mentre molte regioni hanno recuperato e di molto sulle liste di attesa dopo il Covid, in FVG i tempi di attesa rimangono assai lunghi. Sembra paradossale che questa sia tra le regioni che ha recuperato di meno pur avendo speso di più, milioni e milioni di euro stanziati per abbattere le liste di attesa, ma senza apprezzabili risultati. Né poteva essere diversamente vista la mancanza di adeguata pianificazione per affrontare il problema.
Anche per il personale si spende più che nelle altre regioni, eppure i medici del FVG sono tra i meno pagati d’Italia e scappano, fuga dovuta anche alle politiche del personale che sembrano privilegiare gli yes men piuttosto che il merito, mentre il clima lavorativo nelle aziende sanitarie si fa sempre più pesante.
A ciò si aggiunga la burocrazia asfissiante che penalizza soprattutto i medici di base, ma non solo. Qui servirebbe mettere mano senza ritardo ad una seria bureaucracy review.
A cui affiancare una vera spending review della sanità regionale, perché se da un lato il presidente Fedriga lamenta, a ragione, l’indubbio sottofinanziamento del sistema, ancora troppi soldi vengono sprecati, e anche su ciò bisogna agire.
A Trieste, per esempio, il nuovo atto aziendale di ASUGI – Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina - ha ingigantito l’impianto amministrativo moltiplicando le direzioni, con aumento della spesa pubblica senza che si possano vedere reali benefici, se non per i prescelti. E mentre si aumentano le direzioni si riducono i servizi tagliando i distretti, i consultori, le riabilitazioni.
E’ di questi giorni la notizia che l’Azienda triestina ha in programma di incrementare ulteriormente i posti direzionali non medici, mentre troppi posti di primario, già falcidiati dalla precedente riforma, rimangono vacanti, sostituiti da facenti funzione, con il duplice beneficio che costano di meno e che possono risultare più inclini ad avere un ruolo di yes man.
E sempre nell’ottica dello spending review pensiamo alla dilatazione degli organici degli uffici di comunicazione, ai giornalisti assunti, che sembrano finalizzati più alla propaganda che all’informazione.
Intanto Pronto Soccorso, Radiologie e altri servizi essenziali vengono dati in appalto ai privati, spendendo tantissimo e senza alcuna garanzia di qualità dei servizi resi.
E che dire dell’elisoccorso? Siamo l’unica regione del mondo che impiega l’elicottero per trasporti in codice bianco e verde su distanze medio brevi con un costo di oltre 2milioni di euro all’anno. Addirittura, si utilizza questa eliambulanza anche per la ricerca di dispersi e il recupero di salme, entrando in una sorta di concorrenza, peraltro costosissima, con i Vigili del Fuoco, a cui competono tali attività.
A proposito di elicotteri e propaganda, si è giunti addirittura ad interrompere il servizio di elisoccorso notturno per adibire l’eliambulanza al trasporto di un paziente “famoso”, ma né grave né urgente, da una clinica privata dell’Emilia alla riabilitazione di Trieste, con grande evidenza mediatica.
Questo sicuramente contribuisce a mandare i bilanci fuori controllo, tanto che più volte all’anno occorrono assestamenti per riempire i vistosi buchi, adesso si parla di ulteriori 300 milioni di euro per colmare il profondo rosso della Aziende sanitarie del FVG.
E qui ci fermiamo per non annoiare i lettori. Ci sarebbe tanto da fare, ma da fare seriamente, rispettando il denaro pubblico, il valore dei professionisti, i diritti dei cittadini. In sintesi, improvvisazione e propaganda vanno sostituite da pianificazione e trasparenza.
Parole chiave: Trieste, Gorizia, Monfalcone, Grado