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Nuovi tagli sulla sanità pubblica: dimezzati i servizi di riabilitazione nell'area giuliano isontina

E adesso anche il servizio di riabilitazione dell’area giuliana isontina viene pesantemente ridimensionato, addirittura dimezzato, come di recente riportato dai media, che danno anche la notizia che contro questo ulteriore taglio della sanità pubblica è stato annunciato un esposto alla Corte dei Conti. Ma perché ridurre un servizio essenziale p...
 |  Nik97  |  Salute

E adesso anche il servizio di riabilitazione dell’area giuliana isontina viene pesantemente ridimensionato, addirittura dimezzato, come di recente riportato dai media, che danno anche la notizia che contro questo ulteriore taglio della sanità pubblica è stato annunciato un esposto alla Corte dei Conti.

Ma perché ridurre un servizio essenziale per la salute pubblica? Eppure, dai dati ufficiali della Regione risulta che nel 2022 solo il 44.21% delle visite fisiatriche sono state eseguite nei tempi prescritti, così la maggioranza dei malati ha subìto ritardi per fruire di tali prestazioni, e sappiamo quanto è importante l’inizio tempestivo della riabilitazione per un buon recupero delle funzionalità in molte malattie invalidanti, e qui basti citare l’ictus.

Nell’anno precedente, il 2021, i tempi di attesa erano rispettati nel 78.57%, quindi  in soli dodici mesi  le attesa sono triplicate, ma oggi l’Azienda sanitaria invece che prendere misure  per ridurre questi tempi di attesa, ha dimezzato i servizi, come confermato dallo stesso direttore di ASUGI, Poggiana: «Per quanto concerne il servizio di Fisiatria e Riabilitazione, è stato previsto il dimezzamento delle Strutture complesse e delle Strutture semplici dipartimentali, che se prima erano rispettivamente due e quattro, ora diventeranno una e due».

Quindi nell’area giuliano isontina si passa da sei strutture di Riabilitazione a tre, di cui una sola struttura complessa, e così un altro primario viene soppresso e ne rimane uno solo che dovrà occuparsi di Trieste, Gorizia e Monfalcone.

I malati sono già penalizzati dalle lunghe attese per avere l’ambulanza, dalle snervanti attese per essere visitati in Pronto Soccorso, dalle infinite attese in barella per avere un letto libero in reparto, ed ora anche l’attesa per la riabilitazione diventerà più lunga.

Non sono bastati i tagli di reparti e servizi della riforma Serracchiani Telesca, non è bastato il progressivo svilimento del lavoro e fin dell’immagine dei professionisti; i primari ospedalieri dei reparti e servizi da chiudere erano stati definiti poltrone inutili, quindi da sopprimere.

Questo sembra essere oggi lo stesso orientamento della Giunta Fedriga, che forse non si rende conto che la soppressione di un reparto non è solo il taglio, il risparmio di un primario, ma è la dispersione di intere équipe con il loro patrimonio culturale, operativo, organizzativo, e di relazioni umane.

E che va a incidere anche sulle politiche del personale, poiché azzera le possibilità di progressione professionale dei medici, favorendo l’ulteriore fuga dei sanitari dal Friuli Venezia Giulia, che già si distingue per avere le retribuzioni dei medici (in media) più basse in Italia.

A parole Fedriga e Riccardi assicurano che si farà di tutto per trattenere e per attirare medici e infermieri nella nostra regione, nel concreto si fa di tutto per invogliarli ad andarsene.

 

Parole chiave: Trieste, Gorizia, Monfalcone