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Tamponi rapidi, quello che non vi dicono

I test antigenici rapidi sono l'anello debole della catena anti Covid-19.  Hanno una sensibilità limitata e non riescono a vedere il virus se non quando la carica virale è alta (almeno 1 milione per millilitro di fluido biologico), cioè quando la persona risulta altamente contagiosa. Con il risultato di indicare un falso neg...
 |  Francesco Tremul  |  Salute

I test antigenici rapidi sono l'anello debole della catena anti Covid-19. 

Hanno una sensibilità limitata e non riescono a vedere il virus se non quando la carica virale è alta (almeno 1 milione per millilitro di fluido biologico), cioè quando la persona risulta altamente contagiosa. Con il risultato di indicare un falso negativo in molti casi.

Il problema è che dopo il contatto con il virus bisogna aspettare che l'infezione prenda piede ed il virus inizi a replicarsi, cioè bisogna attendere all'incirca 48 ore. Per questo, come indicato dagli esperti tra cui il virologo Francesco Broccolo dell'Università di Milano Bicocca, non è il caso di fare il test subito dopo avere avuto un contatto.

Inoltre, il test rapido andrebbe fatto tutti i giorni perché, se mi sono infettato oggi, comunque per 48 ore non si potrà vedere l'infezione. Ma anche le 72 ore di validità dei test molecolari sono teoriche perché, pur essendo il test più sensibile, non può escludere l'eventualità che l'infezione venga contratta poche ore dopo il test.

In questo sta la criticità del Green Pass: averlo non significa sicurezza di non avere il Covid-19 (e quindi di non costituire un pericolo). Non esiste un test ideale che possa garantire l'assenza di infezione e rischio di diffusione del virus valido per più giorni.

Esistono però norme di comportamento che vanno adottate per ridurre quanto più possibile gli effetti gravi del virus sulle persone e la sua diffusione: l'igiene delle mani, l'uso della mascherina, la distanza interpersonale ed il vaccino. Su cui approfondiremo nella prossima puntata.