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Falso "medico" induceva minorenni all'anoressia

La Polizia di Stato ha identificato un soggetto che, all’interno di un gruppo aperto su una nota piattaforma social, spingeva ragazze minorenni e fragili al raggiungimento dell’anoressia. Si tratta di un libero professionista 40enne che si presentava come "medico" pur non avendo mai conseguito l’adeguato titolo di studio. L’operazione den...
 |  Francesco Tremul  |  Cronaca

La Polizia di Stato ha identificato un soggetto che, all’interno di un gruppo aperto su una nota piattaforma social, spingeva ragazze minorenni e fragili al raggiungimento dell’anoressia.

Si tratta di un libero professionista 40enne che si presentava come "medico" pur non avendo mai conseguito l’adeguato titolo di studio.

L’operazione denominata Free Angels della Polizia Postale di Trieste e Udine, con il coordinamento del Centro nazionale di coordinamento alla pedopornografia online e del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, nasce da una segnalazione fatta da una 15enne da mesi ricoverata in un reparto di pediatria per disturbi del comportamento alimentare e patologie conseguenti ad atti anticonservativi.

Grazie a questa giovane, che ha trovato la forza di denunciare l’accaduto, gli specialisti della Polizia Postale sono arrivati a un profilo social di una persona che, definitosi coach pro-Ana, aveva agganciato decine di ragazze minori e, dopo averne carpito la fiducia, le aveva indotte a pratiche pericolose di dimagrimento.

Le risultanze investigative messe al vaglio del Sostituto Procuratore della Repubblica di Trieste Lucia Baldovin hanno portato all’emissione di un decreto di perquisizione che la Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia ha eseguito il 9 giugno.

Il materiale sequestrato è ora al vaglio della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Trieste e Udine per identificare altre vittime cadute nel mito della magrezza ad ogni costo.

Per individuare tutte le ragazze coinvolte e indotte a pratiche di autolesionismo e atti anti-conservativi, la Polizia Postale di concerto con l’Autorità Giudiziaria, chiede la collaborazione di potenziali vittime, genitori, insegnanti o comunque testimoni, che siano entrati in contatto con il profilo social "Freedema3".

Parole chiave: Trieste