Democrazia e discriminazioni sono incompatibili, il commento di Silvano Magnelli
“Da vicino nessuno è normale” ( Franco Basaglia), con questa frase e le conseguenti battaglie non solo di Basaglia, è stata cancellata per sempre la linea di demarcazione tra chi è depositario di un’ assoluta presunta normalità , se non persino di una presunta superiorità, e quelli ritenuti imperfetti e fragili. Uscita dal dramma della guerra mondiale e civile, reduce da un periodo oscuro, l’Italia, pur sospinta da articoli della nuova Costituzione come il 2 e il 3, ha comunque stentato a trovare la strada dell’uguaglianza e ci ha messo una trentina di anni per darsi leggi più adeguate, per cui i figli legittimi e naturali fossero visti con la stessa attenzione, le donne potessero avere accesso a tutte le professioni e si abbandonassero le classi scolastiche differenziali, dove lasciare i disabili ben separati dai cosiddetti normali. Da quasi 50 anni quindi nelle scuole italiane vige una comune educazione tra i nostri ragazzi, alcuni dei quali per varie difficoltà vengono aiutati da docenti di sostegno. Da docente non di sostegno, ho potuto utilmente collaborare con tali bravi colleghi e rapportarmi con ragazzi e ragazze portatori di storie diverse, ma importanti come quelle degli altri, con cui condividere momenti di serenità , di ascolto, di scambio, imparando anche da loro , cercando di capire meglio la loro condizione e di comunicare accoglienza e non diffidenza. Ho visto con piacere mutare lo sguardo e il comportamento dei normodotati verso questi compagni da subito amici, in un circuito di arricchimento degli uni e degli altri. Il cambiamento è ormai consolidato, come due fatti esemplari hanno di recente dimostrato. Due classi delle superiori infatti, una al nord e una al sud del Paese, davanti a impedimenti di tipo motorio o di disagio personale di alcuni studenti, non hanno accettato di fare la gita annuale senza i compagni in difficoltà, o tutti o nessuno. E ce l’hanno fatta. Stiamo vedendo purtroppo rinascere l’antico spirito discriminatorio, veicolato persino da qualche illustre professore universitario e da qualche generale diventato immeritatamente famoso. Fa male solo averne sentito parlare, siamo certi comunque che gli “indietristi” non ce la faranno, perché per fortuna l’umanità, pur tra fatiche, fermate e contraddizioni, cammina avanti e non certo all’indietro.
Silvano Magnelli
Già docente e dirigente scolastico.