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Rinasce l'Acquamarina, Emme Zeta: "Preoccupano i conti del Comune"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno

Dopo alcuni anni di “stop and go” pare, davvero, che sia la volta buona per la nuova piscina terapeutica. Per chi avesse la memoria corta, ricordiamo che il crollo dell’Acquamarina (questo il nome dell’impianto dedicato alle preziose attività terapeutiche a servizio dell’utenza cittadina) si era palesato all’improvviso il pomeriggio del 29 luglio 2019 (a struttura, fortunatamente, chiusa) quando, dopo alcuni sinistri cigolii, venne giù la cupola di vetro, oggetto da alcuni giorni di un importante intervento di manutenzione.  Dopo il crollo ed il lungo sequestro dell’area (a motivo delle varie perizie che sono state via via effettuate per indagare le cause del crollo)  e ferme restando le autonome valutazione dell’autorità giudiziaria (tutt’ora in corso), è iniziato subito il walzer (orchestrato in gran parte da Palazzo Cheba), per capire dove e come questa importantissima struttura andasse riedificata.

Su un punto, infatti, il Municipio non ha mai derogato: non sarebbe stato proponibile (se non abbiamo capito male, per una questioni di costi) un intervento di mero rifacimento della copertura, sfruttando, nella misura possibile, quanto rimasto in piedi dopo il crollo. Poiché non siamo professionisti del settore, né abbiamo avuto modo di analizzare sia il progetto originario dell’opera (aperta al pubblico nel 2000), che le varie perizie eseguite post-crollo, non ci permettiamo di dare alcun giudizio sulla scelta effettuata  dal Comune sin dall’origine, anche se sappiamo che vi sono alcuni, autorevoli pareri che in passato hanno sostenuto la convenienza, in termini di costi e di tempi, di un mero rifacimento della copertura (e di quant’altro necessario) per riaprire velocemente la piscina all’utilizzo dell’utenza “debole” che ne aveva copiosamente usufruito e che ne risente tuttora la mancanza.

Detto questo, come si dice in questi casi, “tiremm inanz” (traduco dal milanese: andiamo avanti!)   e vediamo di capire che cosa è successo dal 2019 a oggi e perché pare che, finalmente, si sia imboccata la strada giusta.

Come noto, la nuova Acquamarina ha “ballato” parecchio negli anni passati in varie, possibili location in Porto Vecchio ed è stato oggetto di alcune innovative proposte di finanza di progetto (sia di provenienza europea che locale) che però, nonostante l’autorevolezza di alcuni dei proponenti, non hanno mai scaldato troppo il cuore dei reggenti municipali, molto dubbiosi nell’imbarcarsi in simili avventure, anche alla luce della considerazione che, trattandosi di un impianto prevalentemente destinato a lodevoli finalità sociosanitarie, appariva difficile prospettare il concreto vantaggio che l’investitore privato legittimamente intendeva perseguire con simili proposte, se non ipotizzando una proposta tariffaria certamente non alla portata delle fasce deboli della popolazione.    Alla fine, si è optato per la scelta più logica. Ovvero la ricostruzione dell’impianto natatorio esattamente nella stessa sede in cui sorgeva la vecchia piscina in Sacchetta, alla fine delle rive. Naturalmente, fatta la scelta, sono necessari numerosi passaggi (alcuni fatti e altri ancora da fare), prima di vedere avviato il nuovo cantiere.  Innanzitutto, si sono acquisite le necessarie risorse per un totale ad oggi di 5 milioni di euro. Per ora ne sono stati utilizzati 800 mila per la sola demolizione (svoltasi la scorsa estate) della  struttura esistente e la successiva copertura dell’area con un manto d’asfalto, intervenuta nelle scorse settimane, pare su specifica richiesta della Soprintendenza.  Anche per mettere a tacere le “malevole” indiscrezioni subito apparse sui social (vuoi vedere che il Comune ha intenzione di realizzare l’ennesimo parcheggio, a discapito dei frequentatori della piscina??) c’è stata, per una volta, una tempestiva e chiara replica dell’assessore ai lavori pubblici Lodi che ha ritenuto doveroso fare il punto della situazione. Ecco le notizie che sono state riportate ufficialmente dai media.

Circa un mese fa’ il professionista incaricato della progettazione, Enrico Beltrame, ha consegnato al Comune il Documento di indirizzo della progettazione che, una volta esaminato dagli uffici e fatto proprio dalla Giunta, darà il via alla progettazione esecutiva, previa una serrata consultazione col Comitato rappresentativo dell’utenza dell’Acquamarina: e questa della consultazione preventiva dell’utenza è davvero un’ottima notizia!    Infatti, nel deserto di una qualunque forma di coinvolgimento della cittadinanza in tantissimi interventi che stanno interessando il territorio cittadino, in questo caso si è scelto di procedere nella maniera giusta, tant’è che la portavoce del Comitato ne è rimasta piacevolmente sorpresa.   “Il progettista è stato molto ricettivo, ci siamo confrontati a più riprese e gli abbiamo fornito tutta la documentazione che avevamo già dato al Comune”, illustra la portavoce Federica Verin. In particolare, il Comitato chiede una serie di adattamenti che tengano conto dell’utenza fragile della terapeutica, con disabilità fisiche, uditive, visive, intellettivo-relazionali con la finalità di rendere possibile “per ogni utenza di muoversi autonomamente all’interno della struttura”.

Tutto bene, dunque? Non proprio, o, meglio, non ancora. Infatti, sempre a valere sul budget disponibile sono stati spesi ulteriori 140 mila euro per un accurato rilievo sulle fondazioni, ritenuto indispensabile dal progettista perché, dovendo realizzare un nuovo impianto, era necessario andare a constatare di che tipo e in quali condizioni erano le fondazioni della  vecchia struttura: verifica fondamentale  (e già fatta) e che ha portato all’evidenza della necessità di procedere a nuove fondazioni rispondenti alla recente normativa antisismica. Quindi, la volontà di procedere con i piedi di piombo e con un confronto continuo con i rappresentanti dell’utenza, rappresenta indubbiamente un salto di qualità del tutto apprezzabile rispetto a tante e recenti esperienze. Quello che desta preoccupazione è sicuramente la disponibilità finanziaria attuale del Comune, che appare insufficiente alla bisogna. Come appare tuttora problematica la previsione del Piano regolatore portuale vigente che consente in quell’area unicamente la stessa volumetria della vecchia Acquamarina. Come se ne esce? Una possibile via sarebbe quella di dividere il progetto in più lotti: il primo da far partire in tempi rapidi in conformità allo strumento urbanistico vigente e sulla base delle risorse attualmente disponibili; il secondo da avviare a piano regolatore aggiornato e ad ulteriori risorse reperite.  Soluzione questa di buon senso ci sembra, da accogliere senza alcun ulteriore indugio.  Non vorremmo infatti che l’attuale pace sociale scoppiata tra Comune e Comitato su questa importante partita, si trasformi in un battibaleno in aperta contestazione a fronte di ulteriori, incomprensibili ritardi, per un’utenza fragile che attende, da oramai quattro anni, una precisa risposta alle proprie, legittime richieste.  Confidiamo, per una volta, nella buona volontà sinora dimostrata da Sindaco e Giunta, ma ci impegniamo a monitorare con continuità gli sviluppi della delicata vicenda.

Emme Zeta