Dai palazzi della politica ai campi sportivi comportamenti che lasciano basiti, Emme Zeta: "Vette di arroganza e supponenza"
Di tormentone in tormentone la cronaca cittadina delle scorse settimane segna, a nostro modesto avviso, un crescendo “quasi rossiniano” nelle vette di arroganza e di supponenza che lasciano basiti non solo i commentatori più attrezzati (tra i quali vorremmo essere classificati anche noi), ma anche i comuni cittadini.
Negli spunti offerti dalla cronaca, abbiamo scelto quelli che ci paiono più significativi ai fini del ragionamento che vorremmo sottoporre alla vostra attenzione. Li suddividiamo, per comodità di lettura, in tre macro-temi.
Il primo è il tema sanitario con tutta la, pesante, coda polemica provocata sia dalla decisione assunta da Asugi di chiudere a Trieste due consultori su quattro, sia dalla forte riduzione delle cosiddette Rar (NdR: risorse aggiuntive regionali), con conseguenti forti riduzioni stipendiali a danno del personale sanitario in forza all’Azienda sanitaria-universitaria giuliano-isontina.
Il secondo riguarda le difficoltà ad investire a Trieste denunciate da imprenditori stranieri soprattutto nei rapporti col Comune di Trieste.
Il terzo, infine, ha a che fare con la Triestina sia per quanto concerne lo stadio Rocco, sia per la recente decisione di esonerare l’allenatore Attilio Tesser.
Partiamo dalla sanità. Come arcinoto, dallo scorso 24 gennaio, al di là di ogni tortuoso giro di parole, sono stati chiusi i consultori familiari di San Giacomo e San Giovanni, e ne restano aperti, a fronte di una popolazione cittadina di 200 mila abitanti, uno a Roiano e uno a Valmaura, anche se (e ci mancherebbe!) con un orario di apertura prolungato dalle 16 alle 18 e 30 e con la presenza garantita “nella fascia oraria di punta”(11.30-15) di una ricca equipe multiprofessionale. Si tratta di un provvedimento, di cui si è iniziato a discutere circa un anno fa’, che ha sempre incontrato la strenua opposizione di operatori, utenza e della maggior parte delle organizzazioni sindacali preoccupati dalle conseguenze di questo ennesimo e pesante taglio ai servizi territoriali. E come ti rispondono i reggenti della sanità locale e regionale? Sentiamo Poggiana, direttore di Asugi: “se si vuole migliorare, si deve cambiare. Abbiamo chiuso due stanze per aprire due case. Noi non abbiamo chiuso, ma aperto consultori attivi dalle 8 alle 18 (Ndr: ma non erano le 18 e 30!), facendo in modo che nelle ore di massimo afflusso siano presenti tutti i profili professionali…..Da ciascuna parte della città i due consultori si raggiungono in 10 minuti. Con i mezzi pubblici in 15. Ma un servizio si valuta sulla qualità, non solo perché è sottocasa…In ogni caso a Trieste non c’è una richiesta da giustificare quattro sedi: se esploderà la natalità, provvederemo a trarne le conseguenze”. A essere buoni, una sequenza di frasi fatte, miscelate con alcune palesi “panzane” (Roiano e Valmaura raggiungibili in 10-15 minuti da ogni parte della città!! Ma in quale film!!) e totale sottovalutazione di quella rete di relazioni umane e di sensibilità personali che si creano, appunto, grazie a servizi territoriali il più possibile vicini all’utenza. E poi una chicca: ma siamo proprio sicuri che decisioni come questa siano in linea con la strategia della presidente Meloni tutta volta a favorire la ripresa della natalità nel nostro paese?
Ma non finisce qui, perché pure l’assessore regionale alla Sanità Riccardi, chiamato pesantemente in causa nel corso del presidio di protesta tenutosi nei giorni scorsi sotto la sede del Consiglio regionale in Piazza Oberdan, ha ritenuto di dover replicare in maniera, come dire, un po’ sopra le righe: “il nostro compito è dare risposte ai cittadini (NdR: e ci mancherebbe!) non fare i flashmob. La decisione presa è necessaria.. l’impianto attuale non è più in grado di garantire risposte adeguate ...Il nuovo assetto dà una risposta più ampia e non si fossilizza sul numero di sedi in cui il servizio è erogato. Rafforza le equipe multiprofessionali ed estende l’orario di accesso alle 10 ore (Ndr: dunque dalle 8 alle 18!)….. Se fabbrichiamo l’offerta (NdR: un consultorio ogni 20 mila abitanti!, come richiesto dalla norma), aumentiamo la domanda, ma determiniamo una inadeguatezza”. Chiude l’assessore il suo ragionamento con il richiamo, già fatto da Poggiana, ai 10 minuti d’auto o 14 in bus per raggiungere i consultori rimasti aperti sino alle 18 e 30 (NdR: e di nuovo questa voluta ambiguità sull’orario di chiusura!).
Quanto alle risorse aggiuntive regionali, in base ad una decisione assunta dalla Giunta regionale, l’importo spettante ad Asugi cala da 4.749.830,50 a 1.901.946,67 euro, del tutto insufficiente a pagare maggiori servizi come richiami in servizio, cambi turno, reperibilità, eccedenze orarie, prestazioni aggiuntive e progetti qualitativi con un taglio secco, per gli operatori Asugi, di circa 300 euro al mese. Motivo di questo taglio? L’adozione di nuovi criteri perequativi che penalizzano, senza alcun preventivo confronto sindacale, l’azienda giuliano-isontina a tutto vantaggio di quella friulana. Sentiamo, anche a questo proposito, la replica delle assessore :””non si può sentire chi parla di “riduzione degli stipendi” immaginando le Rar come elemento retributivo e non per quello che sono. Cioè premialità su obiettivi”. Qui la replica è secca e chiara. Ma anche se il discorso stesse proprio nei termini richiamati due sono le perplessità che ci vengono in mente: ma ti pare che, a fronte della vera e propria fuga di personale sanitario dal pubblico al privato, sia questo il momento giusto per proporre ragionamenti del genere ? Seconda obiezione: come mai questa mossa si tradurrà in un semplice trasferimento di risorse da Asugi e Asufc (ovvero l’Azienda del Friuli centrale)? Lì tutti bravi ad interpretare norme e contratti e qui da noi tutti birichini? Che le cose non siano proprio così chiare l’ha capito, pare, lo stesso governatore Fedriga che ha deciso di prendere in mano personalmente la questione convocando i sindacati, alla presenza dell’assessore alla sanità, il prossimo 16 febbraio. L’obiettivo, immediato, è quello di scongiurare la proclamazione dello sciopero da parte di tutte le organizzazioni sindacali del comparto. Quello successivo è certamente quello di “trovare la quadra” evitando il paventato rischio di un completo blocco degli straordinari che, di fatto, bloccherebbe , gran parte dell’attività di Asugi.
Passiamo ad argomenti, egualmente importanti, ma un po’ più leggeri. Il riferimento è alla recente uscita pubblica di Ivan Holler, ovvero l’immobiliarista austro-ungherese all’opera per il recupero a fini turistico-alberghieri dell’ex palazzo Fs e dell’annessa piazza Vittorio Veneto. Lo sfogo dell’imprenditore, con stile e pacatezza, si condensa in queste parole: ”abbiamo terminato la parte esterna alla fine del 2022 e per l’intero 2023 non abbiamo battuto chiodo in attesa dei permessi comunali indispensabili per passare a realizzare gli interni. Al giorno d’oggi il denaro costa e restare fermi pesa… Non capisco Trieste, che non è una metropoli e dovrebbe essere più celere in questo tipo di procedure amministrative … Pensi che a Mestre abbiamo costruito 4 alberghi con 800 stanze dal 2016 al 2019!..Perché Trieste è così lenta?” E’ la stessa domanda che ci facciamo anche noi non solo con riguardo agli investimenti privati ma anche con riguardo alle tante opere pubbliche ferme in città! E come ti risponde il Municipio? Lo fa, a sorpresa, per bocca del, sin qui silente, segretario generale Giampaolo Giunta. “Pur nel rispetto del legittimo esercizio di impresa…e pur nella libertà di critica, riconosciuta a tutti, si invita a mantenere, nel corso delle naturali interlocuzioni già intraprese con gli uffici comunali, un approccio orientato a moderazione comunicativa e, con ciò, al rispetto dei compiti e dei ruoli degli uffici medesimi, peraltro impegnati su molteplici fronti amministrativi..”Nella totale assenze di reazioni da parte dei vertici politici cittadini, anche questa risposta, a nostro avviso, ha un che di arrogante, una punta di “rampogna” nei confronti di chi, dopo un anno di fermo, lamenta una certa “leziosità” nell’incedere della pachidermica macchina comunale. Tenore e sostanza della risposta non ci sono proprio piaciute, anche se herr Holler mostra di andare avanti e di non curarsene troppo.
Chiudiamo in bellezza, si fa per dire, con Triestina e dintorni. Qui due sono i temi: la sorte del Rocco e l’esonero di mister Tesser.
Sul primo, in esito al Consiglio comunale straordinario da remoto, tenutosi di recente su richiesta del centro-sinistra, le nubi continuano ad occupare l’orizzonte. Sentiamo il Borgomastro: “sono il primo che pensava che la Triestina vincesse il campionato così non avrei avuto problemi con i concerti. Non si vive di solo calcio, non si vive di soli concerti. Stiamo parlando con la società e quanto prima, quando troveremo la quadra di tutto, saremo a posto…Ci sono stati degli errori. Quando abbiamo rizollato il campo abbiamo sbagliato, ma poi con la Triestina abbiamo convenuto che fosse meglio rifare il campo….in un paio di mesi arriveremo a conclusione..”
Oltre ad alcuni luoghi comuni, poco di concreto in queste parole, a parte una mezza ammissione di aver affrontato finora la questione con grande leggerezza e l‘evidente presa di distanza dal nuovo appalto che, per precisa scelta regionale, ora è nelle mani della Figc. Dunque, sul punto, ha gioco facile l’opposizione che con il consigliere Russo può fondatamente accusare il Comune di “dilettantismo e malagestione ..Perché nessuno dalla giunta ha avuto il coraggio di dire ufficialmente che al Rocco a giugno ci saranno i concerti di Ultimo e Pezzali? Perché non c’è una delibera sui concerti?” Già perché?? Domande senza risposta, almeno per adesso.
Come senza una reale risposta resta l’improvviso esonero di mister Tesser dalla Triestina calcio, lasciata, sia pure dopo un ultimo mese un po’ claudicante, ad un rassicurante terzo posto in classifica. In questo caso, lascia perplessi il comunicato ufficiale della società in cui, andando ben oltre ai ringraziamenti di rito, si dà atto che “..Attilio ha avuto più successo di quanto potessimo immaginare. Riteniamo di essere in anticipo sulla tabella di marcia..” Se queste parole sono sincere, è motivata l’affermazione di quella tifosa che si chiede se siamo su “Scherzi a parte”. Ma come, sei stato tanto bravo, che ti facciamo fuori al primo periodo di difficoltà in una stagione entusiasmante e che, grazie anche al tuo prestigio, ha servito a riaccendere il tifo? La società, a dire il vero, qualche ulteriore spiegazione l’ha cercata di dare in una successiva conferenza stampa, ma la sensazione precisa, anche in questo caso, è che aleggi su tutto una punta di arroganza, ben attestata da una frase come questa:”.. e se non abbiamo la stessa linea della società, chi comanda è libero di prendere le sue decisioni. Soprattutto se è una società che quest’anno spenderà 17 milioni di euro e sta dimostrando tutta la sua serietà nel portare avanti questo progetto. La Triestina ha preso Tesser perché ha pensato che in quel momento fosse l’uomo giusto per il progetto. In questo momento non lo è più”. Amen. Nulla da aggiungere. E’ certo però che d’ora in poi la tifoseria esaminerà con la lente di ingrandimento mosse e risultati del nuovo Mister Bordin nella premessa/promessa : “e sia chiaro che non è uno yes-man, lui farà le scelte che vuole e poi valuteremo in base a quello che farà”. In definitiva, uomo avvisato, mezzo salvato!
Che dire? Prendiamo atto del clima imperante, che non ci piace per nulla, e confidiamo che un po’ di sana autocritica, almeno ogni tanto, si faccia strada un po’ in tuti gli ambienti. A oggi se ne è persa qualunque traccia.
Emme Zeta