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Tra Miramare e crociere quale futuro? Emme Zeta: "Trieste chiede conferme"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno

Da dove vogliamo iniziare? Posto che parlare di turismo a Trieste è oramai diventato un must, ci piacerebbe incanalare il discorso, in maniera pacata e serena, partendo da alcuni puntuali dati di fatto. Il primo riguarda l’ulteriore e, per certi versi inaspettata, crescita dei crocieristi passati dai 424.503 del 2022 ai 476.641 del 2023, con un crescita di oltre 50 mila passeggeri ( ovvero un + 12%), dovuto in gran parte all’aumento dei transiti (ovvero di coloro che sono scesi a Trieste come tappa del viaggio) aumentati da 111.621 a 178.073. Che significato dare a questo dato?  Su questo concordiamo con quanti sostengono come negli anni si stia assistendo ad un progressivo consolidamento della destinazione giuliana che, anche in presenza di un deciso recupero delle crociere che scalano Venezia, ha saputo sia conquistarsi la fiducia dei principali armatori (evidentemente soddisfatti dalla qualità dei servizi offerti), sia rendersi davvero attrattiva agli occhi di chi, arrivando praticamente in bocca a Piazza Unità, rimane affascinato dall’architettura dell’emporio giuliano, tanto da cedere, facilmente, alla tentazione di scendere per farsi un giro in città. Qui l’impatto è immediato e, se vogliamo, si gioca in casa una partita piuttosto facile, atteso il fascino, indubbio, di una piazza come quella dell’Unità e degli stupendi palazzi che vi si affacciano, oltre al paesaggio che si gode dal Molo Audace sia lato mare che verso la città ed il colle ed il Castello di San Giusto.  In una parola, il vestito migliore della città ha facile presa su un turismo che, sempre più, pare si stia trasformando da “mordi e fuggi”, a considerare la città come meta di una permanenza di qualche giorno, magari meritevole di un ritorno in compagnia di amici e parenti. Tutto bene dunque?  Diremmo proprio di no, e per più aspetti.  Il primo, vissuto da ogni triestino che si avventuri sulle Rive nelle giornate di permanenza delle navi da crociera, riguarda l’assoluta carenza di parcheggi che viene pesantemente aggravata dalla transennatura delle banchine, per motivi di sicurezza. Il secondo è conseguente al pesante impatto ambientale dovuto all’accensione dei generatori a gasolio delle navi, per tutto il periodo di sosta, a causa della necessità di alimentare tutte le funzioni della nave. Il terzo (e qui mi fermo, per non dilungarmi troppo)  nasce da un livello di servizi offerto (alberghieri piuttosto che di ristorazione), decisamente carente sotto diversi profili.  Per non parlare poi di un’offerta museale che solo negli ultimi anni sta crescendo in qualità e quantità decisamente interessanti, dopo anni di quieto vivere. Iniziamo proprio dall’offerta museale per provare ad articolare un piano di azione su più step che potrebbe aiutare la città a gestire e programmare un futuro turistico concreto e sostenibile, a beneficio non solo degli ospiti, ma anche degli stessi triestini.  Il riferimento, obbligato,  è alla vera e propria “best practice” rappresentata da Miramare dove, sotto l’illuminata guida della direttrice Andreina Contessa, si è registrato un afflusso record di visitatori al parco, arrivati a superare quota un milione (ovvero ben 160 mila in più rispetto al precedente dato record di 840 mila accessi, raggiunto nel 2022). E’ frutto del caso un dato del genere? Certamente no! E’ frutto di un’intensa ed articolata azione di recupero del sito che partendo dal parco (oggi divenuto un sorta di museo verde all’aperto, grazie ad un’accurata catalogazione del patrimonio arboreo presente ed alla installazione di una vera e propria stazione meteorologica) ha via via interessato vari immobili in precedenza chiusi e trascurati quali il Miralab nell’area delle antiche serre, il Castelletto, le antiche cucine, lo stabilimento balneare…   E’ finita qui? Non proprio.  Ricco il programma anche per il 2024, a partire dal progetto di riqualificazione dell’antica strada carrozzabile che connette la vecchia stazione ferroviaria, con il parco e con il castello e la valorizzazione del parterre, in attesa del futuro ascensore panoramico e del possibile collegamento marittimo elettrico tra Trieste e Miramare (sulla cui effettiva partenza per la prossima stagione estiva, nonostante il cospicuo finanziamento regionale, ci permettiamo di esprimere qualche piccola perplessità).   Se l’esempio della gestione-Contessa è davvero virtuoso ed unico in un contesto, piuttosto stagnante come quello triestino (tanto da aver fruttato alla direttrice di Miramare un riconoscimento speciale nell’ambito dell’edizione 2023 del San Giusto d’oro), ecco che qualcosa si muove anche nell’ambito dei musei gestiti dal Comune di Trieste con numeri in crescita al castello di San Giusto, al Sartorio, al Revoltella ed al Salone degli Incanti: frutto, in gran parte, di una programmazione (a volte riuscita, a volte meno) di una serie di grandi mostre. Cosa è necessario fare perché il trend prosegua? Oltre ad un’attenta programmazione degli eventi, occorre che, finalmente, si concludano i più rilevanti interventi edilizi ancora in corso (ogni riferimento al caso emblematico dell’Acquario marino è proprio voluto!).  Passando al tema del livello dei servizi offerti al turista, oltre a sottolineare ancora una volta l’opportunità di elevare la cortesia e la disponibilità del personale dedicato all’ospitalità e ad incrementare il decoro e la pulizia della città, ci pare incredibile che una Trieste che si vuole turistica non sia in grado di organizzare (a partire dall’area delle Rive) un’adeguata offerta di servizi igienici che non costringano gli ospiti ad imbarazzanti file presso i bar della zona!  Ancora,  quanto all’impatto ambientale generato dalla navi da crociera, la  prossima elettrificazione della banchina della stazione marittima risolverà, una volta per tutte, il problema e in tempi molto veloci!  Resta ancora il tema dei parcheggi, ovvero della mancanza dei parcheggi che, pur essendo un problema cronico della città, viene certamente aggravato dalla sottrazione dei parcheggi operata in occasione dell’ormeggio delle navi da crociera. Su questo tema, al di là delle solite dipiazzate, qualcosa va fatto e va fatto con urgenza, rendendo disponibili innanzitutto  le aree del Porto Vecchio. Qui, a nostro avviso, con investimenti anche contenuti ed una volta aperta  la viabilità di collegamento con Piazza Libertà, è possibile ricavare adeguati spazi di parcheggio non solo per gli ospiti ma anche per i triestini.  Non è niente di “magico”, ma di concretamente percorribile in tempi rapidi. Detto questo, ci permettiamo una considerazione finale che ci vede perfettamente in linea col pensiero del presidente dell’Authority D’Agostino.  Quota 500 mila crocieristi rappresenta, alle condizioni attuali, il “massimo, gestibile in modo serio e sostenibile per la città….. Cerchiamo piuttosto di elevare il valore generato da questa presenza crocieristica per le attività economiche cittadine, di renderlo meno impattante, a cominciare dall’ambiente, e di aumentare la qualità dei servizi”.   Pensiero lucidissimo, quello del presidente (e che magari avremmo voluto sentire dal Sindaco) e che ci fanno capire, anche sotto questo profilo, di che stoffa è fatta la professionalità del manager veronese di cui, ahimè (e salvo sorprese dell’ultima ora)  sentiremo la mancanza tra qualche mese.   Se abbiniamo la professionalità dimostrata dalla direttrice di Miramare a quella del presidente del porto un auspicio vogliamo proprio indirizzarlo ai vertici politico-istituzionali della città: quando sarà il momento delle scelte, Trieste chiede o conferme (laddove possibile) o indicazioni all’altezza di questi nominativi! Perché una considerazione è sicura: arrivati a questo livello di sviluppo portuale e turistico, sarebbe delittuoso qualunque passo indietro!

Emme Zeta

Parole chiave: Trieste