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Parte l'operazione Nautaverso, Emme Zeta: "Realizzare un prodotto sostenibile"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno
Antonio Paoletti

Chi la dura, la vince, dicevano i saggi. E a quanto pare l’immarcescibile Antonio Paoletti  (immarcescibile in quanto, se non andiamo errati, da un ventennio in sella prima alla Camera di Commercio di Trieste ed ora a quella della Venezia Giulia)  è riuscito, alla fine di un tortuoso percorso, a spuntarla. Stiamo parlando, per chi non l’avesse capito, della recente e “fantasmagorica”  presentazione pubblica del “Nautaverso”, ovvero la versione 5.0 del Parco del mare.  

Davanti ad un ricco parterre di presenze istituzionali dal sindaco al governatore ed al presidente dell’Autorità di sistema portuale per finire con i videomessaggi del ministro alle politiche marittime Musumeci e della cultura Sangiuliano e dinnanzi ad un pubblico di oltre mille ragazze e ragazzi provenienti dalle scuole superiori triestine e goriziane, i progettisti dell’opera Coccolo, Maffioli e Valdimeri hanno avuto modo di illustrare genesi e sviluppo della nuova “creatura” camerale. 

In effetti, rispetto all’ultima presentazione pubblica risalente al 2020, ne è passata di acqua sotto i ponti. Innanzitutto, è sparito dal radar ogni riferimento al gestore del futuro Parco acquatico, ovvero la Costa Edutainment che, forte dell’esperienza ligure, avrebbe dovuto contribuire al lancio dell’iniziativa camerale giuliana. In parallelo, sono spariti i pesci nel senso che, folgorato il presidente camerale dall’esperienza digitale del padiglione saudita all’Expo di Dubai, l’idea, di certo fortemente innovativa ed indubbiamente ricca di fascino, è quella di creare all’ombra della Lanterna un parco totalmente virtuale in cui lo spettatore verrà letteralmente catapultato nei più profondi abissi marini a vivere (e quasi a toccare con mano) un’esperienza totalmente avvolgente insieme alle più accattivanti e spaventose creature marine. 

Paoletti, stavolta, ha colpito nel segno: la litigiosa Trieste che non perde l’occasione per dividersi su tutto in guelfi e ghibellini, ha ritrovato magicamente la sintesi davanti ai filmati, proiettati in loop, dai maxi schermi collocati alle pareti del centro congressi e che rendevano assolutamente l’idea di ciò che la Camera di Commercio si appresta finalmente a realizzare. 

Sempre in un contesto quasi da musical americano, sono emersi alcuni numeri concreti che danno gambe all’idea. Sui 17 mila metri quadrati disponibili (che sono quelli dati in concessione quarantennale alla “Trieste Navigando srl”, acquisita da parte della Cciaa da Invitalia) circa 5 mila saranno gli spazi interni occupati dall’acquario ”virtuale” in un edificio dalla forma trapezoidale, con intorno spazi verdi, ristorazione e spazi commerciali. I costi? 32 milioni e mezzo di euro, coperti con un contributo regionale di 8 milioni di euro e per il resto da fondi Ccia (9 milioni dal fondo creato con l’aumento dei diritti camerali dal 2007 al 2013, 12,2 milioni dalla vendita di Palazzo Dreher e 4 milioni dall’avanzo patrimoniale). I tempi? 36 mesi di lavori che dovrebbero iniziare, secondo le indicazioni della Camera di commercio, entro il 2024. Dunque questa volta si fa’? Le premesse ci sono tutte, anche perché qualche giorno prima della presentazione ufficiale del progetto le prime ruspe sono già apparse nell’area ex Cartubi ed ex Porto Lido (ovvero l’area prospiciente la Lanterna dove sorgerà il Parco del mare 5.0) per iniziare ad abbattere i vecchi magazzini una volta utilizzati per il rimessaggio delle barche.

Ergo, l’intenzione di passare dalle parole ai fatti questa volta c’è, tanto è vero che Paoletti era fortemente emozionato per la presentazione della sua creatura che, ideata nel lontano 2004 quale forma di “risarcimento” della mancata Expo triestina, ha vissuto una gestazione veramente travagliata ma finalmente pare giunta a destino sia nella sua definitiva collocazione in una zona del fronte mare cittadino che, dopo anni di degrado, è al centro di grandi iniziative di recupero, sia nella sua configurazione “tecnologica” che mette d’accordo, in un colpo solo, animalisti ed ambientalisti. Ovviamente, come sempre a fronte di iniziative di una simile portata, non è tutto oro quello che luccica, nel senso che, a fronte di un’idea che appare decisamente accattivante sotto vari profili,  c’è la necessità di fare, doverosamente, chiarezza su alcuni aspetti che paiono ancora non definiti. In base alle slides proiettate, il bacino di utenza potenziale per il Nautaverso va dalle 250 alle 500 mila persone l’anno, con un limite massimo di 1.600 visitatori al giorno. Si legge che a quota 230 mila visitatori l’anno la struttura  troverebbe il suo equilibrio finanziario. Poiché sono numeri importanti, gradiremmo sapere come sono stati conteggiati e, soprattutto, quali sono le voci del Piano economico-finanziario che supporta l’iniziativa. Sempre con la medesima ottica, cioè quella di capire i contenuti del progetto presentato come il primo grande “digital experience d’Italia”, vanno chiariti gli aspetti relativi al Comitato scientifico che dovrà certamente presidiare l’iniziativa sia in fase progettuale che gestionale. Infatti, se di acquario virtuale si tratta, è evidente che, al fine di attrarre sempre nuova utenza, bisognerà prevedere a scadenze predeterminate, la prospettazione di nuove “mostre” e di nuovi filmati che catturino l’immaginazione dei visitatori, oltre ai periodici aggiornamenti tecnologici che via via si renderanno disponibili. 

Insomma, per dirla in una parola, l’involucro esterno del Nautaverso è certamente attraente, ma  resta, nei tempi e modi dovuti, la necessità di “guardarvi dentro”, senza alcun preconcetto, ma con la finalità di andare a realizzare un progetto veramente sostenibile, economicamente ed ambientalmente, a tutto vantaggio delle prospettive turistiche della nostra città. Per intanto, non possiamo che ammirare la giusta soddisfazione del presidente camerale per aver ricevuto, quale segno di ringraziamento per la sua tenacia nel perseguire il progetto del Parco del mare, il sigillo trecentesco della città, direttamente dalle mani del sindaco Dipiazza.

Emme Zeta