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Un fantasma aleggia in Palazzo Costanzi, Emme Zeta: "Siamo al delirio"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno

Evidentemente c’è un fantasma che s’aggira tra le segrete stanze di Palazzo Costanzi. Il pensiero sorge spontaneo nel leggere la più recente cronaca cittadina sui principali lavori pubblici che non trovano requie nella nostra amatissima Trieste. Qualcuno, facendo i debiti scongiuri, sta già pensando di ricorrere ai rimedi di una volta come riti scaramantici (molto in voga da Roma in giù) o il classico cero da accendere nella chiesa serbo-ortodossa. Dite che sono troppo esagerato? Onestamente non credo. Scegliamo nel mazzo e chiedo venia se qualche importante lavoro l’ho dimenticato per strada.

C’è, davvero, l’imbarazzo della scelta!

Vogliamo parlare della galleria di Piazza Foraggi? Qui era tutto pronto (comprese le ordinanze di rito) affinché, negli scorsi due fine settimana, venissero prodotti tutti i necessari collaudi e venisse, alla buonora, formalizzata la fine dell’opera! Niente di tutto questo: “ il tecnico indicato dall’appaltatore Sac non era più disponibile”. Queste le asciutte parole del dirigente della Mobilità municipale de Walderstein. Previsioni future? Non pervenute. 

Passiamo all’Acquario quello attuale, non quello 5.0 dell’ineffabile Paoletti! Come noto, il “vecchio” Acquario è chiuso, per urgenti lavori di ristrutturazione, da agosto 2019 e nessuno, al momento, si azzarda più a fare previsioni, attendibili, per la sua riapertura. Ora siamo alle opere di completamento: nuova caldaia (appena arrivata), attrezzature per il ricambio dell’acqua e sostituzione impianti elettrici. Per carità, tutte opere buone e giuste ma quello che fa specie (per essere eleganti) è che l’esigenza di tutte queste ulteriori lavorazioni sia emersa solo adesso e non quando l’iniziale progetto (oramai datato) venne approvato. Delle due, l’una: o si tratta, effettivamente, di problematiche emerse solo adesso quando già si prospettava una imminente riapertura oppure è mancato il doveroso approfondimento del reale stato dell’arte di tutta l’impiantistica in sede di redazione dello studio di fattibilità. A voi, cari lettori, l’ardua risposta.

Chiudiamo questa breve rassegna con un, doveroso, riferimento all’eterno cantiere del Tram di Opicina. Qui, viste le ultime dichiarazioni dell’assessore Lodi, siamo davvero al delirio. Dovevano partire in tempi rapidissimi gli ennesimi lavori di riallineamento dei binari, ma sono stati sospesi in attesa che l’Ansfisa dia al Comune gli indirizzi per l’elaborazione del Regolamento di esercizio!?!  Ma, come diceva un noto P.M. del pool Mani Pulite,“ Che c’azzecca?” Che qualcuno mi spieghi la correlazione che sussiste tra questo lavoro ed il nuovo Regolamento?   Francamente, ma forse sono io ad essere limitato, non capisco!

Ma se questo è il “climax” che si vive nel settore municipale dei lavori pubblici, siamo proprio ben messi. Infatti, nell’anno che verrà, i problemi, invece di diradarsi, rischiano di moltiplicarsi ed aggravarsi.

Lascio stare, per carità di patria, l’ideona dell’Ovovia (completamente attorcigliata tra una Via negativa e ricorsi che si accumulano) per attirare la vostra attenzione su due - tre temi che sono esplosi nelle scorse settimane.

Il primo: che ne sarà del lungomare di Barcola in vista dell’estate 2024? Dopo le mareggiate dei primi di novembre ed i conteggi dei danni, veramente notevoli, arrecati (15 milioni tra opere a terra e opere a mare solo a Trieste), bisogna por mano alla solita trafila che interviene in simili casi: la ricerca dei fondi, l’elaborazione dei progetti e l’indizione delle relative gare. Vista l’intrapresa, che non appare assolutamente alla portata dell’attuale gestione comunale, si stanno già cercando, affannosamente, possibili escamotage. Il più gettonato è il ricorso al Commissario dotato di poteri speciali e procedure d’urgenza. Che dire? Tra Regione e Governo vedremo cosa scaturirà nei prossimi mesi. Intanto, le settimane passano e a maggio-giugno 2024 non vorremmo proprio trovarci nei panni del Borgomastro che ha già promesso, incautamente, la riapertura in tempi utili della riviera barcolana per la prossima stagione estiva!!   

Chiudiamo in bellezza, si fa per dire, con l’impiantistica sportiva. Quanto al manto erboso del Rocco,  su forte spinta e sollecitazione della Triestina calcio e grazie al finanziamento regionale, sono stati posti precisi paletti temporali al completo rifacimento del terreno del Rocco. Ora la dead-line è la partita dell’Under 21 azzurra, prevista per marzo 2024. Anche qui, speriamo bene, posto che, se non abbiamo capito male, la gestione dell’intervento è in capo alla Figc, che ha una pluriennale esperienza nel settore e che ha già affidato la direzione del progetto ad un tecnico agronomo di provata competenza. Comunque sia, stiamo parlando di un lavoro che, una volta esperite tutte le formalità burocratiche, implica 50-60 giorni di opere e l’auspicio comune è proprio quello di rispettare la ristretta tempistica prevista.

Ultima, ma certamente di non minore importanza, è la grana relativa alla copertura del Pala Trieste. In questo caso, esattamente una settimana dopo che il neo-assessore allo sport, Lodi, annunciava, trionfante, il reperimento di 450 mila euro per i lavori di rifacimento del tetto, ecco che, a seguito dell’ennesimo piovasco, veniva sospesa una partita di basket di serie C, causa infiltrazioni d’acqua dal tetto: se non è preveggenza questa!!  Insomma, posto che per i lavori sotto il milione di euro è invalso l’uso (soprattutto dalle parti di Piazza Unità) di ricorrere alla procedura negoziata al massimo ribasso (i cui esiti nefasti sono ben noti solo guardando a Tram e galleria), ci auguriamo davvero che sia a livello di giunta municipale che a livello di dirigenza vi sia l’assoluta consapevolezza che nei cittadini il limite della sopportazione è stato già ampiamente superato e che l’asticella delle aspettative,  a questo punto, si è parecchio innalzata. Come si dice in questi casi: uomo avvertito, mezzo salvato!

Emme Zeta

Parole chiave: Trieste