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Emme Zeta su ovovia, tram e Rocco: "Il Comune dimostra segni di cedimento e crescenti difficoltà gestionali"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno

Non ce ne vogliano i nostri più attenti lettori se, ancora una volta, siamo quasi costretti dall’incalzare degli eventi a puntare il nostro mirino critico proprio dalle parti di Piazza Unità, su quel Palazzo Cheba che mostra segni sempre più evidenti di cedimento e di crescenti difficoltà gestionali.  Cercheremo, come nostro costume, di essere obiettivi e di riportarvi, in maniera imparziale, una rapida sintesi di quanto accaduto (con lo sguardo, preoccupato, volto a quanto potrebbe accadere) concentrando la nostra attenzione, rispetto ad una cronaca cittadina quanto mai ricca di spunti, su due-tre eventi principali che hanno indubbiamente colpito nei giorni scorsi l’opinione pubblica triestina.

Iniziamo dalla mitica “Ovovia”, o meglio da quello che pare essere uno snodo fondamentale nel complesso iter amministrativo propedeutico all’approvazione del contestato progetto. Il riferimento puntuale è al provvedimento della scorsa settimana in cui la competente struttura regionale, ovvero il Servizio valutazioni ambientali, ha chiuso, con un provvedimento negativo, la valutazione di incidenza ambientale (Vinca) ritenendo che l’opera impatterebbe negativamente su habitat protetti (il bosco Bovedo, come noto, è sito Natura 2000) e specie di interesse comunitario (lungo il percorso della cabinovia intercetta aree sensibili in cui nidificano specie “vulnerabili” o “in pericolo”, in particolare uccelli quali il picchio medio macchiato o la nottola, oppure altre specie come anfibi e coleotteri). Il decreto è chiaro e motivato (e di questo va doverosamente reso merito al dirigente del Servizio, di cui è nota la competenza e la professionalità) e, per quanto irritualmente anticipato da una nota dell’assessore regionale all’Ambiente Scoccimarro che avvertiva il Comune di Trieste a prepararsi per le eventuali “compensazioni”, sembra davvero rappresentare, finalmente, una pietra miliare in un procedimento, quello di approvazione del progetto e della necessaria variante urbanistica, i cui contorni non esitiamo a definire quanto meno oscuri. E ora che succede? Come già improvvidamente anticipato dall’assessore all’Ambiente, il Comune ha la strada, prevista della normativa vigente, di chiedere una cosiddetta valutazione di terzo livello, ovvero di proporre adeguate compensazioni che attestino i potenziali benefici ambientali o di salute pubblica derivanti dall’opera. Il Rup dell’ovovia, l’ingegner Bernetti, valuta che tutto sia sotto controllo in quanto “ l’opera interessa un’area di 1,5 ettari contro 121 mila ettari complessivi della Zps (zona di protezione speciale, sito Natura 2000). E’ comunque un’occasione per dare più verde ai cittadini”. Beato lui che vive di consolidate e reiterate certezze, noi, più prosaicamente e modestamente, ci limitiamo a constatare, come peraltro già evidenziato da autorevoli esponenti dell’opposizione di centro-sinistra che “in ecologia un albero non vale l’altro e i sistemi ecologici sono complessi e fragili “ (dixit la consigliera regionale del Patto per l’autonomia ed esperta ambientale Giulia Massolino) e a ricordare che non possono essere finanziate dal Pnrr opere che non rispettano il principio del Do Not Significant Harm (Dnsh), ovvero quelle che arrecano danno significativo all’ambiente: definizione, tanto per essere chiari, che pare calzare a pennello all’ovovia in esito al provvedimento negativo di Vinca! Nel frattempo, ed assolutamente incurante dei rischi di non realizzabilità che si addensano sull’opera, il Comune va avanti per la sua strada procedendo, da ultimo, alla nomina dei membri del Collegio consultivo tecnico (che per normativa del Pnrr deve accompagnare la fase di progettazione, esecuzione e collaudo dei lavori per opere di importo pari o superiore alla soglia comunitaria) con la relativa previsione di spesa che cuberà complessivamente a 142 mila euro lordi, nonché all’aggiornamento del quadro economico dell’opera con la previsione di un importo per incentivi ai dipendenti tecnici dell’ente che stanno lavorando sul progetto pari a complessivi 759 mila euro! Una domanda, sommessa: ma se l’opera dovesse andare davvero a carte quarantotto e il Comune dovesse restituire il finanziamento Pnrr, chi risponderà di tutte queste spese anticipate dal Comune? Cosa ne pensa la sempre attenta Corte dei Conti? Passiamo ad altro, che è meglio.

E’ tornato d’attualità, come noto, anche il tema del tram di Opicina. Anche grazie alla convocazione della Commissione trasparenza (poi saltata con cavilli giuridici di dubbia fondatezza!), abbiamo appreso, dopo sette anni di totale stallo, che la situazione è tuttora estremamente preoccupante. Il servizio, per poter ripartire, è soggetto all’autorizzazione tecnica dell’Ansfisa (subentrata all’Ustif) che ha, tra gli altri, il compito di vigilare sulla sicurezza delle linee tramviarie. Ebbene, smentendo tutte le ottimistiche previsioni della vigilia, i tecnici dell’Agenzia, in esito ai numerosi sopralluoghi effettuati, hanno, in buona sostanza, rilevato che i lavori sono stati fatti talmente male che, nonostante l’intervento della famosa rincalzatrice, i binari risultano tuttora non allineati, oltre la soglia di tolleranza massima prevista dalla normativa di sicurezza  E ora? E’ stata chiamata d’urgenza la DeAloe Costruzioni (un nome che è tutto un programma!) che provvederà a rimettere mano ai binari. Non solo, in fretta e furia è stato incaricato anche un tecnico delle Ferrovie dello Stato per redigere, sempre su richiesta dell’Ansfisa, il Piano integrato di gestione della linea. Detto questo, appare del tutto evidente, al di là di qualunque posizione preconcetta, che la gestione tecnico-amministrativa di questo appalto da parte dell’assessorato retto da Elisa Lodi è stata ed è del tutto insufficiente. A conferma anche il fatto che la medesima assessora, al di là di ogni valutazione (francamente tirata molto per i capelli, come correttamente rilevato dal consigliere Pasino) non si sia presentata in Commissione trasparenza ritenendo tale sede inadatta a parlare dell’argomento ma avallando, di fatto, la sensazione di forte imbarazzo dell’amministrazione municipale sull’argomento. Vedremo coma andrà a finire questa pluriennale vicenda ma la sensazione è che i tempi non siano ancora maturi per il riavvio del servizio, fermo restando che vorremmo capire (e non riteniamo di essere i soli a porci questa domanda) come è stato possibile collaudare un lavoro che è stato fatto davvero male e ben lontano della “regola d’arte” che andrebbe attestata prima di collaudare una qualsiasi opera pubblica! 

Chiudiamo, in bellezza (si fa per dire) con la telenovela del Rocco. Premettendo che nel momento in cui scriviamo queste righe la partita al Rocco tra Triestina e Vicenza non si è ancora svolta, merita riportare, per dovere di cronaca, le durissime parole usate alla vigilia del match dalla dirigenza della Triestina verso i vertici comunali per la gestione della nota vicenda legata allo stato del manto erboso. “Secondo noi il Rocco resta impraticabile – sostiene il direttore generale Menta – e per fortuna saremo tutti lì a testimoniarlo …è sempre nostro interesse proteggere i giocatori e l’integrità della partita. Qualcosa che il Comune non ha interesse ad affrontare con il proprio agronomo/politico che ha assunto per supervisionare i lavori di ristrutturazione del campo…rivolgo un cordiale invito al sindaco, all’assessore Lodi (ancora lei! NdR), al dirigente comunale all’Impiantistica Cipriani e all’agronomo Castelli ad assistere alla partita…per festeggiare il nostro grande ritorno allo stadio di casa”.   La sfuriata della dirigenza appare di tutta evidenza anche se un primo risultato l’ha ottenuto, visto che i teloni di protezione del terreno, richiesti da un mese e mezzo, sono finalmente comparsi. Come andrà a finire? Non siamo tecnici della materia, ma la sensazione, peraltro ombreggiata nelle ultime dichiarazioni rese dal Borgomastro, è quella che si vada rapidamente, dopo Vicenza, ad una completa rizollatura del terreno di gioco. Felici di essere smentiti, almeno stavolta !

Emme Zeta