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Il 25 aprile a Trieste: quer pasticciaccio brutto alla Risiera di San Sabba!

 |  Emme Zeta  |  Commento del giorno

Siamo sicuri che Carlo Emilio Gadda ci perdonerà, da lassù, per il gioco di parole che, ispirandosi proprio al titolo del suo più famoso romanzo, abbiamo utilizzato per introdurre il nostro personale commento su quanto accaduto lo scorso 25 aprile alla Risiera di San Sabba per l’annuale cerimonia in occasione della Festa della Liberazione.  Premetto che, trovandoci fuori Trieste, quel giorno non eravamo in Risiera (al contrario di quanto avvenuto in anni precedenti) ma le testimonianze che ci sono state fedelmente riferite da chi era presente sono assolutamente in linea con quanto riportato dai media.  Sotto una pioggia piuttosto fastidiosa ed in presenza anche di un imponente schieramento delle forze di polizia  (lì richiamato per fronteggiare un presidio che, a quanto consta, è usuale in tali occasioni!), coloro che volevano partecipare alla cerimonia sono stati, letteralmente ed in gran quantità, sballottati fuori dal solito piazzale, a causa di non note misure di sicurezza che imponevano un limite massimo di accesso alla struttura di 600 unità. Dunque, un flop improvviso e non preannunciato, che ha fatto incavolare centinaia di cittadini posti ai margini della cerimonia e che ha spinto le opposizioni di centro-sinistra in Consiglio comunale ad una azione a tambur battente per fare luce su quanto accaduto. E, per una volta, luce fu!  Nel senso che l’assessore alla Cultura Rossi, chiamato in causa per una gestione quanto meno superficiale dell’intera vicenda ha chiesto, pubblicamente, scusa promettendo che scene del genere non accadranno più. Se non andiamo errati (ma, ovviamente, si accettano smentite), è la prima volta che un assessore della Giunta Dipiazza chiede scusa, a causa di una evidente sottovalutazione sia della portata storica della cerimonia, che della partecipazione popolare ad un evento come la celebrazione del 25 aprile.

Detto questo e prendendo atto del formale impegno assunto dall’assessore che per il prossimo anno intende muoversi tempestivamente per l’organizzazione dell’evento, convocando una conferenza dei servizi qualche mese prima della cerimonia, con il diretto coinvolgimento di tutti soggetti interessati (a partire dalla forze di polizia) restano da chiarire alcuni aspetti su quanto avvenuto, legati, in particolare, all’origine del famoso tetto dei 600 ospiti che la Risiera potrebbe accogliere. Sul punto, merita ripercorrere quanto ricostruito dalla consigliera comunale piddina Famulari che ha chiesto e ottenuto l’accesso agli atti per essere messa a conoscenza “della data delle certificazioni dei Vigili del fuoco relative alle uscite di sicurezza e delle prescrizioni relative alla capienza”.  Infatti, per quanto evidenziato, i Vigili del fuoco sono stati chiamati in causa, come vuole la legge, già nel febbraio del 2020 in merito al progetto di riqualificazione della Risiera (i cui lavori, peraltro, si sono appena conclusi) rilasciando un parere  favorevole al progetto e stimando in 1.250 persone la  capienza attuale del monumento, che verrà portata a 2.500 a lavori finiti.  C’è da dire però che, pur essendo i lavori già ultimati, non è stata ancora depositata al Comando dei Vigili del fuoco la prevista Scia antincendio (segnalazione certificata di inizio attività), per cui, allo stato degli atti, la capienza attuale del monumento è comunque di 1.250 persone! Ovvero, se la matematica non è un’opinione, più del doppio di quanto emerso il 25 aprile scorso in Risiera!  A cosa è dovuta questa, evidente, discrepanza? Qui Rossi, sulla base di quanto emerso, sarebbe stato un po’ vago citando che “in questa fase di riqualificazione edilizia e rivisitazione dell’assetto globale del monumento sussistono dei documenti, datati 26 ottobre 2022 ed elaborati dal Global Service del Comune che limitano l’accesso a 641 persone …un dato senz’altro sottostimato “. Mah, non capiamo bene: può una nota interna al Comune andare a modificare quanto affermato dai Vigili del Fuoco?  Ci pare, come dire, un po’ lunare come, francamente, ci lascia perplessi l’altra affermazione assessorile in merito al fatto che “organizzare cerimonie di questa portata equivale a organizzare un pubblico spettacolo”: ma non è stato sempre così?  Comunque sia, come direbbero dalle parti di Napoli, “tiremm inanz”, ovvero tiriamo avanti confidando davvero che nel 2024  per la cerimonia in Risiera tutto fili liscio e, soprattutto, tutti coloro che lo desiderano possano “liberamente” partecipare alla Festa della “Liberazione”.   A chiosa, ci permettiamo solo un lieve margine di dubbio, evidente conseguenza dell’altra gestione municipale, quella sui lavori pubblici, che lascia francamente  molto a desiderare.. Un esempio? Ogni riferimento, ad esempio,  alla situazione del PalaChiarbola non è puramente casuale. A fronte di una recente conferenza stampa  in cui l’assessore Lodi ”lodava” la celere riapertura della struttura h 24, apprendiamo che duecento atleti e cinque associazioni sportive (quelle che utilizzano l’accesso di via Visinada e che fanno riferimento al mondo del pugilato e delle arti marziali) sono tuttora, come dire, fuorigioco e senza alcuna certezza sui tempi di riapertura delle palestre a loro assegnate.  Anche in questo caso le versioni di Municipio e associazioni sportive interessate paiono divergenti e se il primo sottolinea di aver fatto tutto quanto possibile per sopperire alle carenze delle seconde e per conformarsi alle prescrizioni dei Vigli del fuoco, le seconde affermano di aver adempiuto  a quanto di competenza lo scorso 18 aprile: chi ha torto? Chi ha ragione? A questo punto, forse, ha poca importanza, ciò che conta è che i lavori necessari vengano effettuati con la necessaria urgenza e che il Comune supporti nel frattempo le associazioni interessate nella più ampia misura possibile.

Anche in questo caso confidiamo che alle parole seguano, quanto prima e quanto meglio, i fatti!

Parole chiave: Trieste