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Miramare, che gioiello! Grazie alla guida della Direttrice Contessa cresce l'appeal di parco e museo storico

 |  Emme Zeta  |  Commento del giorno

Ecco, finalmente, un’ottima notizia!  Cresce, in maniera esponenziale e grazie all’iper attivismo della sua direttrice Andreina Contessa, l’appeal del Museo storico e del parco di Miramare. Non siamo solo noi a dirlo (pur essendo, non  abbiamo difficoltà ad ammetterlo, assidui frequentatori del sito), ma i numeri, davvero eclatanti, apparsi di recente sui media: nel 2022 il Museo storico del Castello ha registrato 253.576 visitatori paganti (+ 117,9 % rispetto al 2021!) per un incasso di 1,64 milioni di euro (+ 9,2% sul 2021), mentre il parco ha accolto 840.277 visitatori. Questi numeri portano Miramare al sedicesimo posto in Italia , tra i musei ed i parchi archeologici più visitati della penisola. Dunque, risultati assolutamente lusinghieri che rappresentano, e lo diciamo con estrema chiarezza, un grande stimolo nel percorso verso quella Trieste, “città turistica”, che ha ancora tanta, ma davvero tanta strada da fare per passare da una vetrina importante (e con alcuni scorsi davvero unici!) ad una concreta e viva realtà.

Ecco il solito criticone – diranno i più attenti tra voi - ma, credetemi, si tratta unicamente di critiche costruttive, dettate proprio dal profondo amore che ci lega a questa città.  Se davvero un insegnamento possiamo e dobbiamo trarre dai “numeri” di Miramare, il principale è proprio questo: occorre una attenta programmazione, un piano di sviluppo pluriennale e poi i risultati arrivano. Ma se la programmazione non c’è, se non c’è una chiara identificazione degli obiettivi da perseguire finisce che si vive alla giornata, dove il primo che si alza alla mattina con quella che,  a lui sembra, una brillante idea finisce per avere sempre ragione, anche di fronte all’evidenza di possibili criticità e palesi inutilità dell’idea pensata (ogni riferimento alla mitica ovovia non è puramente casuale!).

Contessa, indubbiamente, il suo mestiere di Direttrice lo conosce e lo sa fare molto bene. Da una situazione di grande sofferenza del parco, del Castello e dei vari immobili presenti nel compendio, oggi possiamo parlare, a ragion veduta, di una situazione  quasi totalmente recuperata, dove fervono i lavori e si susseguono le inaugurazioni. Partiamo da queste ultime che danno l’esatta idea di una evoluzione costante, cui sta dietro un faticoso lavoro di reperimento dei fondi e di ideazione progettuale. Dopo che negli anni scorsi si è dato luogo a numerosi interventi migliorativi nel parco (tra piantumazioni e rifacimento dei vialetti) e sul patrimonio immobiliare (vedi il riassetto dello stabilimento balneare e della torretta del Castello), quest’anno è tutto un susseguirsi di inaugurazioni:  il 14 marzo è stato aperto al pubblico il MiraLab (ovvero la sede delle attività educative), il 28 aprile toccherà al Castelletto (oggetto di un restauro complesso, con riscoperta della cromia originaria delle facciate) e il 26 maggio si riapriranno le Antiche cucine del Castello, dove si potranno ammirare le collezioni di porcellane, cristalli, biancheria da tavola.  Ma non finisce qui. Anche se non vi sono ancora date precise, in estate aprirà il salottino cinese di Massimiliano (con vista sulla sua personale collezione di oggetti di ispirazione orientale), mentre entro l’anno torneranno in uso le Serre antiche e le Scuderie ospiteranno una grande mostra dedicata alle esplorazioni scientifiche dall’Ottocento ai giorni nostri. Già in corso, infine, le mostre Ars Botanica e Castello in fiore. Che dire? Con uno staff ridotto ai minimi termini ( e che si pera venga adeguatamente rinforzato a breve), Andreina Contessa ha fatto davvero miracoli, ridando splendore ed attrattività a Miramare. Ma il lavoro non è mai finito: occorre programmare iniziative, mostre, intessere relazioni con gli altri catalizzatori culturali della città, riproporre anche per il 2023 iniziative riuscitissime come il Teatro a Miramare, estendere (come già formalizzato con i fondi del ministero della Cultura) il parco di Miramare di ulteriori 4.500 metri quadrati che ospitavano il vivaio Sgaravatti.   Insomma, mai sedersi sugli allori, ma proseguire in una visione strategica che ha come faro un unico, pregnante valore, desumibile dalle parole della stessa direttrice: “ credo nel valore potente dell’estetica e della bellezza”.   Bellissime parole, cui hanno fatto seguito realizzazioni assolutamente all’altezza. Un esempio? Parliamo dell’ultimo arrivato, ovvero il MiraLab, la particolare aula didattica di Miramare inaugurata qualche giorno fa’ nell’area delle serre nuove, che prevede un’estensione dell’attività anche all’aperto, nell’area prospiciente dell’Orangerie. Perché particolare?  Innanzitutto per il vero e proprio “castelletto” di finanziamenti che hanno consentito l’intervento dal costo totale di oltre 200 mila euro coperto in parte con fondi propri del Museo, in parte con risorse ministeriali ed, infine, con un contributo destinato a Miramare dalla produzione di “Lift”. In quest’ultimo caso, si tratta di una prima assoluta per Miramare in quanto la Direttrice non solo ha sfruttato il ritorno turistico generato dall’aver ospitato lo scorso maggio il film prodotto dalla Netflix, ma si è fatta indennizzare per i mancati introiti dovuti alla chiusura del Castello per le riprese ed ha ottenuto anche un ulteriore importo a totale copertura dei costi di MiraLab!  Dunque, un’operazione a completo vantaggio di Miramare e dei suoi splendori! Quanto alle caratteristiche peculiari dell’aula, va precisato che si tratta di una sede multifunzione, con 35 posti a sedere, che, grazie ad un ingegnoso sistema di pannelli a parete che diventano tavoli, può trasformarsi in uno spazio fruibile per incontri e conferenze. All’esterno poi, nell’area prospiciente l’Orangerie, si è riqualificato il verde e si sono installati pannelli colorati che ritraggono le rose, tanto che il sito è divenuto uno dei più attraenti del parco.

Ci viene da dire: grazie Contessa e continui così!  Se in Piazza Unità e dintorni qualcuno avesse occhi ed orecchie attente ci permetteremmo di suggerire che una professionalità del genere sarebbe davvero un peccato perderla e che magari tra qualche anno, quando finirà il suo mandato a Miramare, la vedremmo bene in Piazza Unità a ricoprire quell’incarico di Direttore dei civici musei che l’attuale Borgomastro ha ben pensato di sopprimere la scorsa estate! Che ne dite cari Dipiazza e Rossi: forse un pensierino lo si può, legittimamente, fare?

Parole chiave: Trieste