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Caos Portopiccolo: Sistiana bye bye!

 |  Emme Zeta  |  Commento del giorno

La notizia è letteralmente scoppiata sui media qualche settimana fa’.   In sintesi, la società Ppn, che ha in gestione, nell’ambito del comprensorio di Portopiccolo a Sistiana, l’hotel a cinque stelle Falisia (che fa riferimento alla catena Marriott), l’omonimo ristorante, la spiaggia riservata, la spa, quaranta appartamenti in affitto, il bar “Babar”e la panetteria “Pek”  si trova in grosse difficoltà finanziarie. Talmente grosse che non avrebbe pagato (o pagato in ritardo) i settanta dipendenti che in bassa stagione garantiscono l’operatività di tutte le strutture richiamate e che, a causa degli inadempimenti maturati nei confronti della proprietà di Portopiccolo (il fondo Rilke), è stata appena colpita da un provvedimento di sfratto per morosità.  Nella partita gioca un ruolo importante  anche il Comune di Duino Aurisina che aveva affidato in concessione alla Ppn per un anno la spiaggia di Castelreggio (storica perla della baia di Sistiana) e che è sul punto di rinunciare ad esercitare l’opzione di riaffido per la stagione 2023 a causa del mancato pagamento del canone concessorio.

Insomma, una debacle su tutta la linea con inevitabili ripercussioni sulla prossima stagione estiva ma anche, a nostro modesto avviso, occasione per ripensare complessivamente al destino di un vero gioiello della natura, quale indubbiamente è la baia di Sistiana, oggetto di un massiccio intervento edilizio le cui, più volte decantate, positive ricadute economiche sul territorio appaiono, francamente, molto ridotte, se non del tutto scomparse dall’orizzonte turistico regionale.

Rimedi possibili a questa disastrosa situazione?

Da quel che si è letto vari sono gli attori che si stanno muovendo sulla scena ma il finale della tragicommedia non è ancora stato scritto.

La Ppn, nella persona del legale rappresentante Filippo Cavandoli ha assunto le sembianze della “primula rossa”: più volte ha preso appuntamento col Sindaco di Duino Aurisina Igor Grabovec, più volte l’ha disdetto all’ultimo momento.  La stessa Ppn, evidentemente consapevole delle difficoltà del momento,  ha intessuto una trattativa  per il subentro gestionale a Portopiccolo, con la “Trieste 2040”, che però, visto il profilarsi di un vero e proprio crack finanziario della cedente, ha già pubblicamente dichiarato che, prima di assumersi qualsiasi accordo, “ deve essere accertata la situazione debitoria della Ppn stessa”.            I dipendenti che, vista la malaparata, si sono rivolti ai sindacati ed in particolare alla UilTucs che si è subito fatto carico del problema aprendo con immediatezza un tavolo di crisi con la regione, Ufficio conflitti, con esiti al momento interlocutori visto che la situazione è in continuo divenire. Da notare, per essere precisi, che Portopiccolo occupa nella bella stagione ben 240 lavoratori. Quindi oltre ai 70 “fissi” e che attendono ancora di essere parzialmente pagati, ci sono 140 lavoratori che vorrebbero capire quale sarà la loro sorte quest’estate!

Il Sindaco Grabovec che prudenzialmente  ha incaricato gli uffici di predisporre un  nuovo bando di gara per l’affidamento in gestione dello stabilimento balneare di Castelreggio. E, per chiudere in bellezza, la proprietà di Portopiccolo, il Fondo Rilke, che si è mosso con grande tempestività “sfrattando” la Ppn per morosità e contestualmente dando mandato alla Sgr “Investire”, in combinata con la catena Marriott, di “effettuare le necessarie ricerche utili per individuare chi possa subentrare per garantire la continuità dei servizi”, il tutto con l’evidente finalità di tranquillizzare i sempre più allarmati dipendenti, i clienti del sito e i fornitori oramai decisi a non dare più alcun credito alla Ppn.

Ah, dimenticavamo. Come nelle migliori tradizioni italiane, c’è di mezzo anche un giudice, ovvero quello cui si è rivolto la Ppn per contestare le motivazioni dello sfratto.     Si tratta del dottor David Di Paoli Paulovic che, ben consapevole della quantità di posti di lavoro in ballo, ha “chiamato” udienza lo scorso sette marzo e con una celerità piuttosto inconsueta nelle aule giudiziarie italiche ha deliberato di respingere il ricorso della Ppn avverso lo sfratto e di ordinare il rilascio di tutti gli immobili entro il prossimo 15 marzo. A rafforzare le sue puntuali decisioni, anche l’emissione di un decreto ingiuntivo, sempre nei confronti di Ppn, per il recupero di due crediti, il primo di 2,8 milioni di euro ed il secondo di 3,9 milioni di euro. Dunque, se dovessimo  basarci su quanto deciso da Foro Ulpiano, per Ppn è suonata l’ora del gong, con tanto di azione “forzosa” per il recupero degli ingenti debiti sin qui maturati. In parallelo (sempre permanendo una situazione di notevole incertezza per i 70 dipendenti tuttora impiegati a Portopiccolo), la proprietà, ovvero il Fondo Rilke, ha mano libera per accelerare e definire quanto prima il subentro di un nuovo soggetto nella gestione della baia. Ne sapremo di più nei prossimi giorni anche se l’evidenza, oramai emersa alla luce del sole, di un crack finanziario di ingenti dimensioni, dovuto anche a costi di gestione della baia particolarmente impegnativi, pare rendere né rapida né agevole la ricerca di un gestore solido ed efficace  e che sappia, davvero, trarre reddito da detta, onerosa gestione.

C’è una morale in tutta questa storia?   Una morale definitiva è forse troppo presto per trarla, però qualche considerazione sulla situazione complessiva della baia, guardando anche a quanto succede sul suo versante occidentale, ovvero allo stabilimento della Caravella (chiuso nella scorsa stagione nelle ore serali ed aperto solo durante il giorno per evidenti criticità operative-gestionali), è sicuramente possibile farla .  La prima, seppur risalente a qualche anno fa’, torna improvvisamente d’attualità: ma siamo proprio sicuri che avevano torto tutti coloro che prospettavano per Sistiana un turismo meno cementificato e d’elite e più verde e popolare? Ancora: perché in tutti questi anni non si sono ancora risolti quei ripetuti problemi di accessibilità alla baia che ne hanno finora impedito un ordinato sviluppo?   Va bene porre rimedio alla ferita della cava, ma quelle costruzioni tutte e grigie ed uguali, affastellate le une alle altre, attraggono davvero un turismo d’elite e di qualità? Qualcuno, a tale proposito, ha parlato anche di una “favelada di lusso” !    Premesso che non siamo degli esperti del settore, riteniamo doveroso almeno porre qualche domanda per non essere costretti, tra qualche anno, a dover rimpiangere il tempo che fu, a fronte di una cattedrale nel deserto ridotta in ruderi e semi abbandonata.

Meditate, gente, meditate...