Parlami, figlio; e stringimi le mani!
| Direttore | Commento del giorno
Parlami, figlio; e stringimi le mani!
di Andrea Comisso
Preparati già adesso un angolo per rifugiarti, quando il buio proverà ad entrarti dentro!
Sta’ sicuro che accadrà!
Se un pifferaio ammalierà la colonia, tu sii coraggioso e scegli la solitudine.
Salva te stesso, per essere utile agli altri.
Chiudi gli occhi, quando le luci della giostra vorranno confonderti.
Tu mi chiedi: come?
Magari sapertelo dire!
Devi arrangiarti da solo.
Ma esiste, il modo: questo ti assicuro!
Io mi ancorai, e ancora ci navigo, nella acque rassicuranti degli affetti.
E poi cavalcai la tigre; e mi persi nella biblioteca di Babele.
Feci di me un racconto ma rimasi anche foglio bianco, libero per le storie altrui.
Ogni giorno, il padre che incontri e, meno male, contraddici, per un attimo torna ad essere il decimo cavaliere davanti ai cancelli di Moria e a rivedere un amico rinascere, sotto la cascata.
Tu, il miracolo più grande, e le altre cose meno assolute, tutti insieme, mi avete fatto ciò che sono: persona alla ricerca di un equilibrio: precario, ma possibile.
Anche tu, cucciolo, costruisciti un mondo di amici e consiglieri, dentro la testa, inattaccabile. Un ago di bussola.
Trovati gli equivalenti del mio medico medioevale che combatté il dogma e preferì la morte all'abiura.
Rimani incantato a osservare il pendolo; accenditi la pipa passeggiando col Commissario nella nebbia di Parigi; impossessati dell'infinito, se puoi, o vaneggia anche tu sul bordo del pozzo di Malebolge.
Inventati un mondo di elfi; un fronte di guerra dove condividere una sigaretta con un amico, un pianeta con una fisica diversa, un orso parlante, un ritratto che invecchia, una poetessa greca che dorme sola, un fiore in bocca che ti renda precario e ti spalanchi i cancelli del valore del tempo.
Fa quel che ti pare.
Arrabbiati, urla, corri, cerca, spaventati!
Ascolta tutti e alla fine te stesso.
Accettati!
Amplificati!
Vattene e ritorna.
Ma per favore: non fermarti mai
Parole chiave: Trieste