Mafie: gli anticorpi della consapevolezza
Sono passate due settimane da quando il convegno organizzato dal Rotaract Distretto 2060 si è svolto nell'aula magna dell'Università degli Studi di Trieste. Tanta è stata l'affluenza, tra i molti invitati erano presenti anche alcune classi delle scuole superiori triestine che hanno dimostrato notevole interesse sul tema delle mafie: l'obiettivo dell'evento era di natura principalmente divulgativa, oltre che formativa, nei confronti dei giovani studenti nella lotta contro la criminalità organizzata.
Tra gli ospiti e le autorità presenti c'erano il delegato del rettore agli affari legali e la trasparenza prof. Andrea Crismani dell'Università degli Studi di Trieste, il delegato dell'osservatorio regionale sulle mafie Ruggero Buciol, il giornalista Paolo Borrometi (vicedirettore di AGI e direttore di laspia.it che ha avuto ruoli importanti nelle inchieste sulle attività mafiose), l'imprenditore calabrese Gaetano Saffioti (collaboratore di giustizia che vive sotto scorta dal 2002 assieme alla sua famiglia) e Giacomo Moroso, Colonnello della Guardia di Finanza e dirigente della Direzione Investigativa Antimafia.
Gli interventi dei tre relatori principali sono le testimonianze di altrettante persone coinvolte nella lotta alla mafia: una raccontata dal giornalista sotto scorta Borremeti, una vissuta in prima persona dall'imprenditore calabrese e testimone di giustizia Gaetano Saffioti ed infine da chi combatte in prima persona le attività della mafia come il Colonnello della Guardia di Finanza e dirigente della DIA di Trieste Giacomo Moroso.
Ricordiamo che la DIA (acronimo della Direzione Investigativa Antimafia) è un organismo inquadrato nel Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno con compiti di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso in Italia. Fondata nell'ottobre del 1991, ha da poco compiuto trent'anni. A settembre la Direzione Investigativa Antimafia aveva diffuso la sua relazione sul secondo semestre del 2020 rilevando come l'infiltrazione della criminalità di stampo mafioso nella nostra Regione non era ancora un fenomeno radicato ma comunque da tenere sotto particolare osservazione.
Invece osservato speciale, negli ultimi anni, è il porto triestino che, con l'ampliamento delle banchine e la realizzazione della piattaforma logistica, potrebbe rappresentare un'eccellente attrattiva per le organizzazioni mafiose. Il porto di Trieste rappresenta un paradosso in quanto da un lato è un vantaggio per il capoluogo giuliano ma dall'altro è motivo di preoccupazione a causa di possibili infiltrazioni mafiose seguite da ingenti investimenti dello Stato con il PNRR.
Arriveranno quindi tanti soldi con il PNRR, questi contributi neccessiteranno di un'attenzione rafforzata. Un piano da 1,2 ma forse anche da 2 miliardi, come aveva dichiarato il 12 novembre il Senatore del M5S Marco Pellegrini, che attualmente presiede la Commissione parlamentare Antimafia. Una quantità di soldi che sicuramente attirerà l'attenzione della criminalità. Per quanto concerne alcune attività economiche produttive che potrebbero andare a beneficiare di questi fondi e che l'infiltrazione mafiosa potrebbe penetrare con facilità, il Colonnello Moroso ha dichiarato che il Friuli Venezia Giulia presenta numerosi elementi per poter essere a rischio, non ci sono però fattori di pericolo consistente proprio perchè il FVG dispone degli anticorpi, ma è necessario preservarli per il motivo che ci sono numerosi protocolli d'intesa con Comune, Regione ed Autorità Portuale, già preannunciati dalla relazione semestrale, con l'obiettivo di prevenire e contrastare probabili tentativi di infiltrazione illecita.
La mafia a Trieste non è radicata in modo stabile, ma più volte in questi anni si è manifestata la presenza di associazioni criminali impegnate in tentativi di riciclaggio e traffico di droga. Proprio il riciclaggio risulta l'attività più redditizia in Veneto e Friuli Venezia Giulia, secondo quanto ha affermato il Colonnello Moroso al forum del 20 novembre organizzato dal Rotaract. I momenti più appropriati ad operare per le organizzazioni criminali sono i periodi di crisi, quando possono trovare degli imprenditori che accettano finanziamenti a tassi di usura. Poi, con il passare del tempo, minacciano di fare "male" ai proprietari costringendoli a cedere l'attività oppure ad accettare il subentro nella compagine sociale, sia mantenendo il titolare come testa di legno o subentrando direttamente acquisendone il patrimonio.
Il tema della lotta alla mafia è un tema serio che merita molta attenzione ma soprattutto vigilanza poichè si parla di una città come Trieste, definita un'isola felice, ma su cui le recenti prese di coscienza riguardo le infiltrazioni mafiose gettano alcune ombre sul suo futuro. Cosa ci attende? Una domanda necessaria visto il potenziale della città. Possiamo però affermare che la fiducia sta in coloro che monitorano le attività criminali e nell'ottimismo della "bella addormentata" dell'alto Adriatico:Trieste