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Francesco de Simeis, un siciliano a Trieste: l'allenatore che ogni genitore vorrebbe avere per il proprio figlio

Chi non ricorda il ballo di Claudia Cardinale con Burt Lancaster sulle note del valzer brillante di Giuseppe Verdi? Sono passati sessant’anni dall’uscita del celeberrimo Gattopardo di Luchino Visconti, un film dal cast stellare che neanche il tempo è riuscito a scalfirne la memoria. Un capolavoro...
 |  Redazione sport  |  Calcio
Francesco del Simeis in una foto d'archvio

Chi non ricorda il ballo di Claudia Cardinale con Burt Lancaster sulle note del valzer brillante di Giuseppe Verdi? Sono passati sessant’anni dall’uscita del celeberrimo Gattopardo di Luchino Visconti, un film dal cast stellare che neanche il tempo è riuscito a scalfirne la memoria. Un capolavoro come lo era anche il romanzo da cui fu tratto. La pellicola fu girata in Sicilia ed in particolare nella palermitana Mondello. Ed è proprio da questa località, famosissima per la sua spiaggia, che inizia la storia di Francesco de Simeis, classe 1959, uno che sin da piccolo è sempre stato attratto dallo sport in genere. “Nella mia terra d’origine - racconta - da giovane ho praticato il calcio in diverse società e poi fatto atletica dove correvo gli 800 e i 1500 metri. A meno di 14 anni grazie ad un amico all’ippodromo della Favorita portavo i cavalli da trotto in pista facendogli fare dei giri di allenamento”.

Poi il servizio militare in ferma volontaria e una vita spesa nelle forze armate. Grazie al suo lavoro girò l’Italia. Nel 1978 arrivò per la prima volta in Friuli Venezia Giulia, poi un po’ qua e un po’ là ed infine nel 2004 il trasferimento definitivo a Trieste. “Grazie al signor Dimitri - continua de Simeis - partecipai con successo ad un corso arbitri Figc e arrivai a dirigere gare di Seconda categoria ma complice i turni del mio lavoro dovetti abbandonare l’attività”. Il siculo però non si diede per vinto vista la sua grande passione per il calcio.

A fine anni ‘90 iniziò ad allenare i più piccoli. “La mia prima società fu il Montuzza - spiega ancora - e poi nel corso degli anni Roianese, Opicina, San Luigi, Ponziana, Chiarbola, Staranzano, Aris San Polo e Ufi di Farra e Capriva. Da tutte le società ho ricevuto tante belle soddisfazioni, spogliatoi sempre uniti e rare cose negative da contraltare. I genitori sono stati quasi sempre contenti dell’operato mio e anche dei loro figli. In campo e fuori sono sempre riuscito ad instaurare un rispetto reciproco con i ragazzi”.

La sua ultima avventura da allenatore è recentissima, nella scorsa stagione aveva in carico il settore femminile della Triestina che aveva la sua base a Monfalcone. “Con l’Alabarda - dice - ho passato otto anni bellissimi, l’ultimo appunto con le femminucce Under 12 con cui ho ottenuto risultati brillanti. Ho notato che esse, rispetto ai maschietti, prestano molta più attenzione e rispetto ai pari età maschi sono più mature, sono molto disciplinate negli spogliatoi e ascoltano diligentemente le direttive e i consigli sia dentro che fuori dal campo. La funzione principale di un tecnico nell’attività di base deve essere quella di educatore, guai a discostarsi da ciò e io credo di averla sempre messo in primo piano”. Da qualche mese si è imbarcato in una nuova avventura al Montuzza, sempre in campo femminile, al momento solo allenamenti in attesa di un'iscrizione formale al campionato in autunno.

Ma Francesco i cavalli non li ha mai dimenticati, anzi. Quando ha scoperto che a Trieste c’è l’ippodromo di Montebello gli è sembrato di ritornare adolescente. Ha iniziato a frequentarlo costantemente, ha acquistato diversi cavalli e addiritura nel 2010 è stato eletto (e lo è tutt’ora) presidente dei proprietari del Friuli Venezia Giulia. “Ne ho avuti vari, tra questi mi sono rimasti maggiormente nel cuore Stoner, Iarissa Urbi e Viola Orsini. Nel frattempo ho conseguito il patentino di gentlemen per cui posso anche gareggiare amatorialmente”. Lo sport è insomma la grande passione di de Simeis, preferisce esserne partecipe che limitarsi a guardare, con i suoi allievi dimostra coerenza, correttezza ed onestà e mette sempre al primo posto la crescita dei ragazzi sia nel sociale che in ambito sportivo. L’allenatore che insomma ogni genitore vorrebbe avere per il proprio figlio.

Parole chiave: Trieste