Confermata la fusione Campanelle-Montebello Don Bosco: tra un anno nascerà il Triest
Le voci non sono più tali, ora è ufficiale: tra un anno nascerà l’ASD Triest. Sarà l’unione di due realtà storiche, anzi tre. Il Campanelle fondato nel 1964, il Montebello fondato nel 1976 e il Don Bosco sorto nel 1926. Sarà un’unione che non vorrà essere un punto d’arrivo ma uno di partenza. Il progetto è ambizioso e va oltre alla semplice competizione sportiva, aspira a creare un impatto sociale significativo, ad essere un faro di inclusione e di crescita per tutta la comunità. La visione del progetto è racchiusa nel motto "Lo sport per ognuno".
Si vuole che ogni individuo, indipendentemente dall'età, dal background o dalle capacità, trovi il proprio posto in questo mondo sportivo. Si crede fermamente che lo sport debba essere accessibile a tutti, diventando un pilastro fondamentale, al pari della scuola e della famiglia, nella crescita e nella formazione degli individui. Lo scopo è di creare un ambiente in cui ogni partecipante possa sviluppare non solo le proprie abilità atletiche, ma anche le proprie qualità umane. Triest vuole essere un luogo dove si imparano valori come il rispetto, la solidarietà e la cooperazione, un progetto che non si limiterà alle attività sportive tradizionali.
Si intendono sviluppare programmi educativi, eventi culturali e iniziative sociali che possano coinvolgere tutta la comunità, dai più giovani ai più anziani. Si vuole essere un punto di riferimento, un luogo dove si coltiva il talento, si rafforzano i legami e si costruiscono relazioni. Ma come si diceva in apertura l’unione delle suddette realtà avverrà dalla stagione 2025/2026.
Nel frattempo il Campanelle giocherà in Seconda categoria e avrà le categorie giovanili più alte mentre il Montebello Don Bosco non s’iscriverà alla Terza categoria e avrà le categorie giovanili più piccole. Il fiore all’occhiello sarà rappresentato dal campo a undici di Campanelle, impianto di recente costruzione e intitolato alla memoria di Maurizio Visintin, figlio di quel Claudio, ex presidente societario, che che fa della battaglia sociale del non bere quando si guida il suo scopo di vita.
DENIS LOCOSELLI