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Il Ruggito del Leone, alle porte dell’orologio: “Scelte estive rivelatesi sbagliate, o si cambia o si spera nel miracolo”

Nove partite. Nove partite che cambieranno il futuro di sedici squadre. Bisognerà vincere nove partite, e lo faranno solo in due, per salire in paradiso. Per le altre quattordici formazioni sarà ancora inferno. In un campionato che si deciderà ai play-off per essere promossi bisognerà aggiudicars...
 |  Redazione sport  |  Basket
Vittorio Leone

Nove partite. Nove partite che cambieranno il futuro di sedici squadre. Bisognerà vincere nove partite, e lo faranno solo in due, per salire in paradiso. Per le altre quattordici formazioni sarà ancora inferno. In un campionato che si deciderà ai play-off per essere promossi bisognerà aggiudicarsi tre turni di sfide: quarti di finale, semifinale e finale. Si giocherà al meglio delle cinque sfide per cui appunto per salire al piano di sopra se ne dovranno vincere nove. In quel mini torneo bisognerà arrivarci al massimo della condizione fisica e mentale ma anche sapendo cosa fare sul parquet in ogni momento di una gara, voce questa che sarà per forza la conseguenza dell’applicazione degli schemi provati e riprovati in allenamento e messi in atto nelle sfide ufficiali (ancora mai visti). Schemi che dovranno per forza essere adeguati al contesto.

Per presentarsi nelle condizioni di cui sopra ci sono otto mesi di lavoro perché come dice qualcuno “contano solo i play-off”. Il resto quasi non conta, vittorie e sconfitte, prestazioni buone o meno buone, l’importante è centrare gli spareggi promozione. I conti insomma si faranno solo alla fine. Ad ogni modo un aiutino per avere una strada meno in salita negli stessi play-off arriverà dalla classifica al termine della fase ad orologio. Considerando che sarebbe meglio evitare di incontrare la dominatrice dell’altro girone, ossia Trapani sarà da piazzarsi nelle posizioni dispari. Anche se a dire il vero puoi dominare tutta la stagione e poi incepparti proprio durante i play-off oppure l’esatto contrario.

Dopo questa premessa, la mia sensazione e che staff tecnico e giocatori, per quanto visto sin qui non mi danno alcuna garanzia di poter competere sino alla fine.

In occasione delle due sconfitte della Pallacanestro Trieste contro la Fortitudo scrissi quanto ritenessi inadeguata la scelta del roster di italiani effettuta dalla società o meglio dal GM Arcieri. In estate a ogni rinnovo dei giocatori retrocessi mi sorprendevo in negativo e alla presentazione della campagna abbonamenti parlando con amici addetti ai lavori, che stimo immensamente, dicevo che Deangeli e Ferrero erano due bravissimi ragazzi ma non all'altezza di un team d'elite che punti al ritorno immediato in serie A, mi venne risposto "devi toglierti dalla mente lo scorso campionato, qui saremo in A2 e Lodo più Gianca faranno 15 punti a partita insieme" al che mi chiedevo se io fossi del tutto rimbecillito e se il tempo lo avrebbe dimostrato. Inoltre ripresentavamo Bossi, un playmaker lento e prevedibile, Campogrande tiratore di razza ormai involuto e costantemente deficitario al tiro, Vildera buon centro ma con poca verticalità e dinamicità, avevamo ingaggiato Filloy (per me era un ottimo acquisto) che però andava centellinato visti i limiti di età e la carriera dispendiosa e Candussi giocatore molto lungo che ama gravitare lontano dal ferro e che lasciava abbastanza scoperta l'occupazione dell'area pitturata avversaria. All'ultimo istante avevamo firmato Ruzzier e meno male. Come stranieri Reyes era una garanzia e Brooks (preso per coprirci se Michele non avesse firmato) una scommessa.

Non ero soddisfatto dell'operato del GM che poi ha ingaggiato un coach completamente avulso dalle battaglie di serie A2 italiana con idee innovative e "visionarie" che in oltre 4 mesi confesso di non avere mai visto o capito. Abbiamo sempre sofferto anche vincendo, mai un divertimento o una vittoria sulle ali del bel gioco.

Arcieri è una gran brava persona, il suo curriculum e la sua correttezza professionale sono certificati così come il suo spessore umano, ma qui a Trieste si è trovato in A2 e secondo me si è perso o è stato mal consigliato, quello che mi colpisce e sorprende, a seguito dei risultati sin qui ottenuti, è il suo immobilismo che farebbe intuire un avvallo all’attuale gestione tecnica, il che mi preoccurebbe non poco.

E' evidente, che con questa connessione coach/giocatori, in questa stagione non si torna al piano superiore. Per cui o si tenta un cambio di guida tecnica adesso, ossia in questi giorni, oppure si va avanti verso i play off visto che di sicuro arriveremo quinti (noi due o tre gare nell'orologio le vinceremo e chi ci insegue non ne vincerà mai più di sei) risparmiando i giocatori (contano solo i play off) facendo rientrare Reyes con tanta calma, mandando Filloy a rigenerarsi ad Arta Terme o qualche posto simile, centellinando Ruzzier e Brooks sperando in un miracolo a tarda primavera.

Adesso pronti via con 10 sfide tristissime: smentitemi vi prego, non vedo l'ora.

VITTORIO LEONE

Parole chiave: Trieste