Donato ai musei di Trieste capolavoro Biedermeier
Al Civico Museo d'Arte Orientale di via San Sebastiano, è stata presentata oggi (venerdì 3 dicembre) l’interessante e unica donazione di una preziosa e rarissima tazza di epoca Biedermeier in porcellana dipinta e dorata, realizzata nel 1827 dalla Manifattura Imperiale di Vienna, con una veduta di Piazza Grande a Trieste (l'odierna piazza dell'Unità d'Italia).
Sono intervenuti tra gli altri l'assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi, il donatore ed esperto di livello internazionale dott. Giovanni Lokar, la dott.ssa Laura Carlini Fanfogna, la conservatrice culturale Michela Messina e l’esperto di porcellane dott. Marcello Spadotto.
“Si tratta – ha detto l’assessore Giorgio Rossi – di una tazzina Biedermeier che è preziosa per diversi motivi. E’ in porcella finissima di quasi 200 anni fa. Ha una veduta di Trieste su piazza Grande, che è una fotografia di quello che poi nel tempo è stato evolvere di questo storico spazio del centro. Attraverso il dott. Lokar, che è uno dei più importanti collezionisti di ceramiche al mondo, siamo riusciti ad averla. E’ un oggetto preziosissimo che sarà esposto fino al maggio del 2022 al Museo Orientale e poi troverà collocazione al Museo Sartorio. Oltre al donatore, dott. Lokar, voglio ringraziare anche tutti coloro che hanno operato per questa importante acquisizione, che ha anche un importante valore simbolico ed affettivo per la nostra città. E’ un pezzo unico, un piccolo capolavoro, con una straordinaria visione su una Trieste che c’era, con l’augurio per la Trieste che ci sarà e del futuro, nell’auspicio che anche questa tazzina porti fortuna”.
Nel corso dell’incontro sono stati spiegati i dettagli dell’acquisizione. La vicenda che ha portato alla donazione della tazza ha avuto avvio a marzo di quest'anno, quando un antiquario viennese – Stephan Andréewitch – ha preso contatto con la dott.ssa Laura Carlini Fanfogna, fino a poco fa Direttrice del Servizio Musei e Biblioteche del Comune di Trieste, segnalando l'esistenza di questo esemplare. La direttrice ha incaricato immediatamente la dott.ssa Michela Messina, conservatore dei Civici Musei di Storia ed Arte, di verificare se manufatti simili si conservassero nelle collezioni museali triestine. Effettuati i debiti riscontri, è emersa l'eccezionalità dell'oggetto: grazie alle informazioni decisive fornite dal dott. Marcello Spadotto, esperto di porcellana, ne è stata confermata l'unicità e che mai in precedenza era apparso un oggetto simile sul mercato antiquario.
Nel desiderio che tale bene non andasse disperso e per assicurarlo permanentemente al patrimonio culturale della città, la Direzione museale ha pensato di rivolgere un appello al dott. Giovanni Lokar, invitandolo a un gesto mecenatesco a favore della collettività. Il dott. Lokar appare fin da subito quale interlocutore ideale in quanto collezionista raffinatissimo di porcellana noto a livello internazionale, che aveva già manifestato la propria fiducia nei confronti dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste organizzando la mostra “Fragili tesori. Le porcellane italiane della collezione Lokar tra l’Oriente e l’Europa”, tenutasi presso il Civico Museo d'Arte Orientale tra il 23 novembre 2013 e il 31 gennaio 2014 (prorogata fino al 9 marzo).
La straordinaria collezione Lokar, frutto di anni di appassionate e colte ricerche sul mercato italiano e internazionale, comprende porcellane provenienti dalla manifattura di Meissen e dalla viennese manifattura di Claudio Innocenzo du Paquier, assieme a un ricco nucleo di porcellane di fabbriche italiane che costituiscono, per la loro rarità e la diversificazione delle tipologie e delle manifatture, un esempio della miglior produzione della porcellana italiana del Settecento, a partire dal ricco nucleo della manifattura veneziana di Giovanni Vezzi, la prima a essere aperta in Italia.
Il dott. Lokar ha aderito immediatamente ed entusiasticamente alla proposta, ed è grazie alla sua munificenza e alla sua lungimiranza se il 18 maggio scorso – dopo alcune peripezie postali che hanno aggiunto una certa “suspence” all'operazione – la tazza ha raggiunto Trieste.
La tazza e il piattino entreranno a far parte della collezione di porcellana europea dei Civici Musei di Storia ed Arte, conservata ed esposta presso il Civico Museo Sartorio. La scelta di esporli inizialmente nel Civico Museo d'Arte Orientale risponde a tre istanze: perché la porcellana nasce in Cina e soltanto nel XVIII secolo diventa una produzione europea, perché la collocazione del Museo, a due passi da piazza dell'Unità d'Italia, consentirà al pubblico di verificare immediatamente e di persona quanto il suo aspetto sia cambiato dal 1827, e perché, non ultimo, il Palazzetto Leo che ospita il Museo si intravede sullo sfondo della veduta.
La veduta di Piazza Grande è desunta da un'incisione stampata a Graz su disegno di Giuseppe Broili. Il punto di ripresa è collocato nella chiesa di San Pietro (sostituita nel 1871-1872 da Palazzo Modello). La traduzione pittorica delle incisioni sulle porcellane nella manifattura di Vienna veniva realizzato con particolare perizia, infatti – pur essendovi inevitabili semplificazioni a livello compositivo e formale – gli elementi di questa veduta sono perfettamente riconoscibili. Sul lato sinistro si susseguono gli edifici privati e comunali che furono inglobati tra il 1873 e il 1875 nell'attuale Municipio: apre la sequenza il Palazzo Magistratuale con l'antistante Corpo di guardia, collegato alla Loggia civica (riconoscibile per l'apertura a volta) da un'ala più bassa, che venne innalzata nel 1830. Al centro della veduta campeggia Palazzo Plenario-Pitteri (l'unico tuttora esistente), edificato nel 1780 su progetto di Ulderico Moro, ad angolo con la Locanda Grande, nell'aspetto progettato da Giovanni Fusconi attorno al 1765 (demolita nel 1872). Accanto ad essa, un po' arretrata, si scorge la Torre del Porto, costruita nel 1517 per volontà dell'imperatore Massimiliano I e sopraelevata nel 1747 con la cella trifora per le campane. Chiude l'immagine sulla destra l'adiacente muraglione senza finestre delle prigioni, visibile perché nel 1822 era stato abbattuto il secentesco edificio del Teatro di San Pietro (già Palazzo Municipale). Torre e prigioni vennero atterrati nel 1837-1838, aprendo la fino ad allora inedita prospettiva sul Golfo di Trieste.
A quanto consta, in Italia soltanto Milano può vantare una situazione analoga. Alle Civiche Raccolte d'Arte Applicata al Castello Sforzesco si conserva una tazza simile, della Manifattura di Vienna, di pochissimo precedente, recante la raffigurazione della piazza del Duomo a Milano.