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Martina d'Adamo, l'autrice triestina che sta appassionando sempre più lettori con le sue opere

E’ appena uscita la terza opera di Martina D’Adamo, autrice triestina, che da circa un anno si sta facendo strada nell’editoria. Laurea in lingue e letterature straniere e master in comunicazione, Martina è da sempre appassionata di letteratura. Ha lavorato per alcune riviste del Triveneto e gestito l’ufficio stampa presso varie associazioni cu...
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E’ appena uscita la terza opera di Martina D’Adamo, autrice triestina, che da circa un anno si sta facendo strada nell’editoria.

Laurea in lingue e letterature straniere e master in comunicazione, Martina è da sempre appassionata di letteratura. Ha lavorato per alcune riviste del Triveneto e gestito l’ufficio stampa presso varie associazioni culturali di Trieste e Udine.

Si è cimentata dapprima nella forma del racconto, per poi pubblicare, nell’arco di meno di un anno, tre opere molto diverse fra loro per tono e tematiche.

 

Nella prima, “Pillole di buon umore per neomamme”, una raccolta di brevi trafiletti divertenti, traccia una sorta di excursus ironico e disincantato delle principali tappe della maternità, dal momento della nascita alla frequentazione della scuola secondaria, stravolgendo ansie e problemi in occasioni per sorridere e sdrammatizzare.

La brevità dei testi è pensata per le neomamme, che hanno poco tempo ma molto bisogno di svago e le tematiche affrontate (es. Consigli non richiesti ovvero ai miei tempi si faceva così, L’Insostenibile leggerezza dei papà, English for Life, ecc...) sono fruibili anche singolarmente, a seconda, per così dire, delle “necessità” del momento.

 

Il romanzo “La civetta e il lupo”, giallo insolito ambientato in Alto Friuli, riflette invece il suo amore per la montagna e la comprensione per le vite difficili delle comunità di confine.

Come in ogni giallo che si rispetti c’è un mistero da risolvere: la scomparsa di una ragazza, che subito s’intreccia e complica con le irrisolte rapine compiute nella zona. E, naturalmente, ci sono delle indagini, condotte dal brigadiere Antonio Carrieri, carabiniere spaesato e infreddolito, che a fatica tenta di dipanare la matassa di certezze, sospetti e incongruenze. 

Ma poi il racconto si apre a descrivere il piccolo paese in cui la giovane donna scomparsa viveva, in un controcanto dolente e aspro di storie e vite in cui la natura montana fa da protagonista, una natura che incide profondamente sugli animi di chi la abita e ne decide, spesso travolge, le esistenze.

Il romanzo sta avendo una certa risonanza fra gli amanti della montagna, non solo friulana, che in esso ritrovano gli ambienti che frequentano, descritti però con cruda sincerità.

 

In “Le cinque gemme”, infine, l’attenzione è rivolta al pubblico giovane. Si tratta infatti di un romanzo d’avventura in cui protagonista è un’adolescente triestina (i lettori riconosceranno la città in alcuni passaggi del testo), che è chiamata a radunare le cinque gemme del potere per ricostituire così l’armonia perduta del Regno dei draghi.

E’ un libro che parla di amicizia, lealtà, coraggio e, soprattutto, di un bene prezioso e sempre più raro: l’empatia.

Come scrive l’autrice nelle pagina introduttive, esso è pensato “per le principesse gentili, ma che si salvano da sole”.

 

 

 

Parole chiave: Trieste