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Al Tartini la commemorazione dell'eccidio del 23 aprile 1944

Era il 23 aprile 1944 e Palazzo Rittmeyer, l’attuale sede del Conservatorio Giuseppe Tartini era stato requisito dalle autorità germaniche di occupazione e trasformato nel Soldatenheim, la “Casa del soldato”. Pochi giorni prima un attentato dinamitardo compiuto da partigiani d’origine azerbaigiana aveva causato la morte di cinque soldati tedesc...
 |  Redazione de Il Meridiano  |  Attualità

Era il 23 aprile 1944 e Palazzo Rittmeyer, l’attuale sede del Conservatorio Giuseppe Tartini era stato requisito dalle autorità germaniche di occupazione e trasformato nel Soldatenheim, la “Casa del soldato”.

Pochi giorni prima un attentato dinamitardo compiuto da partigiani d’origine azerbaigiana aveva causato la morte di cinque soldati tedeschi e di alcuni civili: scattò così una feroce rappresaglia nazista sui prigionieri politici italiani, sloveni e croati, detenuti nel carcere del Coroneo, e sui cittadini arrestati per strada perché trovati sprovvisti di documenti. Di quell’eccidio sono rimaste raccapriccianti testimonianze fotografiche, con le immagini dei corpi di 51 cittadini civili, penzolanti dallo scalone interno di Palazzo Rittmeyer a Trieste, appesi anche dalle finestre della facciata, in modo che i cadaveri fossero esposti come monito alla pubblica vista.

"La commozione per quella strage è ancora vivissima – spiega il Direttore del Conservatorio, Sandro Torlontano – Per questo il Tartini, che trova sede proprio a Palazzo Rittmeyer, anche quest’anno ha deciso di riunire i rappresentanti della società civile e i cittadini, in una commemorazione di quei fatti drammatici, a futura memoria per le giovani generazioni, che manifesti l’impegno di tutti per un futuro di pace e amichevole convivenza".

Oggi alle 9 sono state deposte alcune corone delle municipalità di Trieste e Postumia all’esterno di Palazzo Rittmeyer. A seguire in Aula Magna del Conservatorio la commemorazione: con la presidente del Conservatorio Tartini Daniela Dado ed il direttore Sandro Torlontano sono intervenuti i sindaci di Trieste, Roberto Dipiazza, e di Postumia Igor Marentic, i rappresentanti delle Comunità Ebraica e Greco-ortodossa di Trieste, la Segretaria Associazione Combattenti Lotta Liberazione di Postumia Katja Vuga, il Presidente Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI-VZPI) di Trieste Fabio Vallon, i Presidente Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione e dell’età contemporanea Pier Luigi Sabatti, il Preside della Scuola di Musica di Postumia Edvard Popit.

A seguire nello scalone interno del Conservatorio, che fu teatro della strage del 1944, con le voci di Giacomo Segulia e Janja Stampar, allievi del Conservatorio Tartini, alcune letture in lingua italiana e slovena con testimonianze di prigionieri antifascisti sopravvissuti, assieme alle note dell’Elegia “Crisantemi” di Giacomo Puccini, affidate al Quartetto d’Archi del Conservatorio Tartini di Trieste, composto da Sara Schisa e Anna Biasutti Savytska violino, Milena Petkovic viola, Alice Romano violoncello.

Parole chiave: Trieste