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Sciopero regionale della vigilanza privata

Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL del Friuli Venezia Giulia hanno indetto le sciopero unitario a livello regionale, per dare una spinta al rinnovo del contratto Vigilanza privata-servizi fiduciari scaduto da 8 anni, con delle tabelle retributive sulla soglia della povertà che oramai vanno contro l’articolo 36 della Co...
 |  Redazione de Il Meridiano  |  Attualità

Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL del Friuli Venezia Giulia hanno indetto le sciopero unitario a livello regionale, per dare una spinta al rinnovo del contratto Vigilanza privata-servizi fiduciari scaduto da 8 anni, con delle tabelle retributive sulla soglia della povertà che oramai vanno contro l’articolo 36 della Costituzione secondo cui il lavoro deve garantire una retribuzione e una vita dignitosa.

Con lo sciopero di 24 ore di venerdì 31 marzo e il presidio a Trieste in piazza Unità dalle 10 alle 12 (affiancato da un mese di stop degli straordinari e lavoro supplementare), il sindacato vuole chiedere anche il supporto delle istituzioni, a cominciare dal prefetto di Trieste, un sostegno per il rinnovo del contratto nazionale a quei lavoratori che garantiscono la sicurezza anche delle istituzioni stesse oltre che dei punti nevralgici dell’economia regionale.
 
“Vogliamo dare una spinta alla trattativa laddove le associazioni datoriali hanno sempre chiesto rinvii, si sono mostrate non unitarie al tavolo, e si sono frammentate in nuove associazioni datoriali – spiega il segretario generale UILTuCS del Friuli Venezia Giulia, Matteo Calabrò -. Ora questa storia deve finire, non può essere che un contratto sia fermo da quasi 8 anni. Quindi scendiamo in piazza per dare voce a un settore che riguarda anche una parte della sicurezza che prima era prerogativa delle forze dell’ordine, e ora è appaltata e coperta dalla vigilanza armata e servizi fiduciari, per la parte non armata”.
 
Per Andrea De Luca, in rappresentanza della FILCAMS regionale, “trascorsi più di sette anni dalla scadenza del contratto nazionale di categoria, e di fronte a un'escalation inflazionistica senza precedenti, il raggiungimento di un accordo che difenda il potere d'acquisto dei lavoratori della vigilanza privata è un obiettivo ormai improrogabile. Oltre a garantire un pieno riconoscimento economico e normativo della professionalità e dell’abnegazione di chi lavora nel comparto, il nuovo contratto dovrà fornire gli strumenti utili a estendere il perimetro delle tutele, in termini di sicurezza, di contrasto al dumping contrattuale e di conciliazione tra lavoro e vita privata”.
 
Diego Marin, segretario regionale FISASCAT sottolinea che “dopo quasi otto anni, è assurdo che si pensi ancora di non rinnovare un contratto e si facciano ostacoli per trovare un’uscita comune. Otto anni sono due tornate contrattuali, il che vuol dire per i lavoratori che sono stati persi due aumenti contrattuali. Quindi è inaccettabile che non ci sia un intento comune per rinnovare almeno la parte economica”, conclude.
Parole chiave: Trieste