Skip to main content

Wartsila: cos'è successo al MISE

I sindacati hanno chiesto il ritiro della procedura come condizione fondamentale per poter avviare qualsiasi discussione futura. L’azienda per tutta risposta ha comunicato di voler andare avanti con il piano di chiusura dell’impianto produttivo e il licenziamento di 451 lavoratori. Anche i due ministri hanno chiesto più volte il ritiro della chi...
 |  Redazione de Il Meridiano  |  Attualità

I sindacati hanno chiesto il ritiro della procedura come condizione fondamentale per poter avviare qualsiasi discussione futura. L’azienda per tutta risposta ha comunicato di voler andare avanti con il piano di chiusura dell’impianto produttivo e il licenziamento di 451 lavoratori. Anche i due ministri hanno chiesto più volte il ritiro della chiusura senza ottenere alcuna apertura da parte di Wartsila.

Wartsila presenterà un piano di mitigazione degli esuberi proponendo un percorso di reindustrializzazione avvalendosi di un advisor con il compito di ricercare investitori per subentrare sull’area e confermando di voler continuare ad investire a Trieste con service, ricerca e sviluppo.

I rappresentanti di Governo, Regione, Sindacati e Confindustria hanno espresso unanime preoccupazione per la posizione espressa dall’azienda, concordando sul fatto che una sospensione della procedura avrebbe costituito un segnale di buona volontà e avrebbe reso più credibile la proposta di reindustrializzazione del sito preannunciata dall’azienda.

La riunione  ha mostrato un muro contro muro che vede Wartsila da sola contro istituzioni, organizzazioni sindacali e lavoratori. Una situazione che avrebbe dovuto far comprendere alla multinazionale la necessità del ritiro della procedura.

Parole chiave: Primo piano, Trieste