Skip to main content

La procedura per gli animali in fuga dall'Ucraina

La guerra porta, come tristemente noto, alla distruzione dei luoghi conosciuti e alla fuga di milioni di persone. In tutto questo, a rimetterci, ci sono anche tantissimi animali. E' il caso, ad esempio, di 453 animali che sono bloccati nel rifugio fondato a nord di Kiev in Ucraina da Andrea Cisternino, un italiano che si ritrova con altri volont...
 |  Michela Porta  |  Attualità

La guerra porta, come tristemente noto, alla distruzione dei luoghi conosciuti e alla fuga di milioni di persone. In tutto questo, a rimetterci, ci sono anche tantissimi animali. E' il caso, ad esempio, di 453 animali che sono bloccati nel rifugio fondato a nord di Kiev in Ucraina da Andrea Cisternino, un italiano che si ritrova con altri volontari in territorio occupato dall’esercito russo. Una situazione disperata, in cui, alcune settimane fa, gli animali sono rimasti “senza acqua e cibo per varie ore” - come comunicato da fonti ufficiali - ma che l’uomo coraggiosamente non vuole abbandonare.

L’Ansa, per ora, riporta che “l’ambasciata italiana in Ucraina sta seguendo da vicino la vicenda” e, nel mentre, dovrebbero arrivare gli aiuti dall’Italia. (https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/03/20/italiano-bloccato-a-kiev-con-i-suoi-animalisenza-cibo-ne-acqua_a9ff111e-4034-4482-9ad2-d2ead2d6d8de.html).

Altri, più fortunati, sono riusciti a fuggire con il loro proprietari, come il gatto ‘influencer’ Stepan (diventato famoso sui social durante la pandemia per la sua espressione ‘annoiata’ davanti ad un bicchiere di vino). Cani, gatti ma anche criceti o conigli, scossi e in confusione arrivano nei pullman diretti da parenti o in alloggi temporanei. Al valico di Fernetti di Trieste, per ora, come confermato da un veterinario dell’Azienda sanitaria triestina, non ne sono ancora passati tantissimi: “finora ho avuto un cane e due gatti, ma nessuna situazione emergenziale, fortunatamente”. L’altro weekend è scesa dal pullman una signora con un piccolo yorkshire: “mi sembra un po’ confuso ma sta bene, abbiamo preso del cibo per cani qui al banchetto della Protezione Civile e ora proseguiremo il viaggio. L’importante è poter stare insieme.”

Proprio per questo, per evitare drammatici abbandoni sul territorio di conflitto, il Ministero della Salute ha autorizzato, dal 28 febbraio, l’introduzione in Italia di animali da compagnia anche se sprovvisti di documentazione necessaria. Il Friuli Venezia Giulia è stata la prima regione ad aver emanato, il 7 marzo, una nota accogliendo positivamente tutte le richieste (per approfondimenti: https://www.lav.it/news/animali-ucraina-cosa-fare).

Ma come funziona di preciso per i nostri amici a quattro zampe? Anche loro hanno bisogno di essere registrati. “Solitamente, appena vengono registrate le persone si fa la stessa cosa per gli animali, registrati all’anagrafe. La segnalazione viene fatta direttamente dal Ministero o, se possibile, dalle associazioni che aiutano i profughi nei procedimenti burocratici” afferma l’operatore del servizio veterinario. Se ciò non risulta effettuato, la persona stessa che detiene l’animale dovrà comunicare la specie, il numero di animali in possesso e l’identificazione, oltre ad indirizzo provvisorio, alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. contattando inoltre il Servizio veterinario pubblico competente. “Si prosegue poi con il contatto da parte delle autorità degli ambulatori dell’ASUGI dove si procede con identificazione tramite microchip e vaccinazione. E' importante ricordare, infatti, che in Ucraina, la rabbia è una malattia endemica ed è pertanto necessario che gli animali siano vaccinati contro questa malattia. Per concludere, essi restano in osservazione per una decina di giorni ma senza essere separati dal loro proprietario”.

Parole chiave: Trieste, Carso