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Trieste sott'acqua se non si cambiano le priorità

Nell’arco temporale di qualche anno la composizione della popolazione e delle zone abitate della terra risulterà profondamente cambiata a causa dell’aumento delle temperature e dell’innalzamento dei mari, si intensificheranno le migrazioni e spariranno intere aree oggi abitate, in alcune zone non ci saranno più acqua e cibo. Per cercare di argin...
 |  Francesco Tremul  |  Attualità

Nell’arco temporale di qualche anno la composizione della popolazione e delle zone abitate della terra risulterà profondamente cambiata a causa dell’aumento delle temperature e dell’innalzamento dei mari, si intensificheranno le migrazioni e spariranno intere aree oggi abitate, in alcune zone non ci saranno più acqua e cibo. Per cercare di arginare questa situazione pericolosa, bisogna correre, perché non c’è più tempo: così Maurizio Fermeglia, docente presso l'Università degli Studi di Trieste.

"Nel 2030 – ha spiegato il docente – ci sarà un aumento medio di 1,8° di temperatura e nel 2050 non avremo più ghiacciai sulle Alpi se non si taglieranno le emissioni di CO2. Nel 2100 avremo uno scenario preoccupante, le città del nord Italia avranno le temperature di quelle del sud e quelle del sud avranno temperature africane. Di certo spariranno il Carso ed il porto Vecchio a Trieste, Monfalcone sarà in pericolo”.

Cosa fare, dunque, per tentare di contenere il fenomeno? Non è possibile contare sulle centrali a combustibili fossili – ha chiarito il professore – né basteranno l’energia geotermica, idroelettrica e quelle prodotta dalle biomasse. Il nucleare è comunque di difficile realizzazione in un’area sismica come l’Italia e per essere funzionale si dovrebbero aprire almeno 15 piccole centrali. Non rimane che puntare fortemente sul solare e sull’eolico.

“Bisogna iniziare a cambiare le priorità – ha sottolineato il professore – le nostre strutture fognarie ad esempio non saranno in grado di gestire l’innalzamento del livello del mare, perciò è necessario cambiare e farlo in fretta. Dopo il Covid preoccupa la crisi economica, ma non sarà nulla in confronto alla crisi ambientale che ci attende dietro l’angolo”.

Parole chiave: Primo piano, Trieste