Cerimonia alla Risiera di San Sabba
“Questa cerimonia ha certamente la sua dimensione storica, legata al dramma della Shoah, in cui onoriamo tutte le vittime del nazismo e fascismo. Ma celebrare la memoria del passato non deve essere una funzione consolatoria, il Giorno della Memoria non deve essere confinato a ciò che è stato, non deve diventare una fotografia in bianco e nero, ma deve ricordare a tutti noi di non dimenticare; perché solo così possiamo costruire qualcosa di positivo per il futuro”.
Lo ha detto il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza intervenendo oggi alla solenne cerimonia del “Giorno della Memoria”, svoltasi nella Risiera di San Sabba, Monumento nazionale, unico campo di sterminio nazista con forno crematorio in Italia.
Il Sindaco Dipiazza ha ricordato ancora come “la nostra città, da sempre punto di incontro tra religioni e culture, è stata sfregiata nel 1938 dalla promulgazione delle legge razziali da parte di Mussolini in piazza Unità. In questa stessa piazza, nel settembre del 2018, l’Amministrazione comunale e la Comunità ebraica hanno apposto un’epigrafe vergata sulla pietra con scritto “Ricorda quello che ti fece Amalek quando eri in cammino”, l’archetipo dell’ anti ebraismo gratuito ed irrazionale, della valenza disgregatrice della guerra, della negazione della pace e della compiutezza”.
“Insieme alla Comunità ebraica - ha proseguito il Sindaco Dipiazza - abbiamo da tempo intrapreso un percorso di ricordo e verità, caratterizzato anche da momenti simbolici molto significativi come la deposizione delle pietre d’inciampo a ricordo dei cittadini prelevati e deportati nei campi di concentramento e sterminio. Martedì scorso abbiamo ricordato anche i commissari Feliciano Ricciardelli e Giovanni Palatucci; quest’ultimo è stato l’ultimo questore italiano di Fiume, “Giusto tra le Nazioni”, “Servo di Dio” e “Medaglia d’oro al valor civile”, deportato a Dachau per aver salvato la vita a più di 5 mila ebrei”.
“Se è vero che questo mosaico della memoria rappresenta una lacerante ferita, è anche vero che le pietre d’inciampo sono un faro di speranza per il futuro. Camminando per la nostra bella città - ha concluso il Sindaco Roberto Dipiazza - i nostri passi si imbattono in esse e questa presenza ci aiuta a ricordare; perché come ha scritto Primo Levi “Coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”.
All’intervento del Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza è seguito quello del Sindaco di Sgonico Monica Hrovatin, letto dal Vicesindaco Igor Cernjava, in quanto la prima cittadina si trova in quarantena. “Ricordiamo oggi - questo uno dei passaggi del testo - i milioni di uomini, donne e bambini innocenti, di fede ebraica e non solo, che per nome del male assoluto hanno perso la vita perché tacciati di colpe che non avevano, perché in quel periodo storico bisognava trovare un nemico comune per rafforzare il proprio nazionalismo”. “Ora - ha detto ancora Cernjava leggendo il testo di Hrovatin - abbiamo tutti noi l’obbligo morale di tenere il timore della Memoria”, citando infine Primo Levi “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.
La cerimonia ha visto quindi la celebrazione dei riti religiosi. Per la comunità cattolica il rito è stato officiato dall’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, per la comunità ebraica dal Rabbino capo Paul Alexandre Meloni, per la comunità serbo-ortodossa dal pope Rasko Radovic, per la comunità greco-orientale dall’Archimandrita Grigorius Miliaris, per le comunità evangeliche avventista, elvetica, luterana e metodista dal pastore Aleksander Ernisa.
Presenti i gonfaloni di Trieste, Muggia, della Regione FVG e di Duino - Aurisina e San Dorligo della Valle - Dolina, corone d’alloro sono state deposte in apertura da parte della Regione FVG, Prefettura e Comune di Trieste, rispettivamente con l’Assessore regionale Pierpaolo Roberti, il Prefetto e commissario di Governo Annunziato Vardè ed il Sindaco Roberto Dipiazza e dai diversi rappresentanti delle Associazioni e dei gruppi che hanno partecipano alla cerimonia, svoltasi nel rispetto delle disposizioni anti Covid.
Prima della cerimonia principale alla Risiera di San Sabba, sono state deposte corone d’alloro sulla lapide che, alla casa circondariale di Trieste, ricorda la prigionia di Giovanni Palatucci e sulla lapide che, alla stazione ferroviaria Centrale, ricorda la partenza dei convogli dei deportati verso i campi nazisti, dal settembre 1943 al febbraio 1945.