Skip to main content

E se fosse utile un commissario per il molo VIII?

 |  Emme Zeta  |  Commento del giorno

Non ce ne voglia l’illustre accademico per l’azzardato paragone con il famoso maghetto, però, conoscendolo, forse, ne sorriderà…  Ogni volta che ha occasione di partecipare ad un pubblico evento, è sempre un  piacere ascoltare il prof. Maresca perché non sai mai cosa tirerà fuori dal suo, notevole, bagaglio di conoscenze e di volute “provocazioni” intellettuali.

L’ultima occasione di incontrarlo è stato l’evento, organizzato nella prestigiosa sede di Palazzo Torriani da Confindustria Udine lo scorso 28 settembre, dall’accattivante titolo “Il Nord Adriatico, la politica dei trasporti e industriale”. Tra i relatori, spiccava l’attuale ordinario di Diritto Internazionale all’Università di Udine (nonché Presidente della società di Logistica Alpe Adria), prof. Maurizio Maresca.

Scoppiettante, come nelle attese, il suo intervento.  L’illustre professore ha toccato vari argomenti, alcuni, a dire il vero, già prospettati in altre sedi, altri nuovi di zecca e sui quali merita spendere qualche parola di approfondimento. Tra i primi, segnaliamo la sua propensione per una svolta in senso privatistico delle attuali Autorità di sistema portuale : lui ( ma è in buona compagnia con alcuni autorevoli esponenti politici ed alcuni Presidenti di Autorità) ne vorrebbe fare delle  vere e proprie imprese, ritenendo prevalente l’attività privatistica rispetto a quella pubblicistica che ne ha sempre caratterizzato la natura, da ultimo confermata dalla recente riforma del 2016. Sul punto, tanto per essere chiari e limitarci al caso triestino,  se è ben vero che la presidenza di Zeno D’Agostino si è caratterizzata per una spiccata iniziativa “imprenditoriale”, è altrettanto vero che questa sua capacità, proprio grazie al carattere neutrale e pubblico che connatura l’Autorità di sistema, ha finito per attrarre, garantendo condizioni di assoluta parità nell’ accesso al mercato, sia alcune delle più rilevanti imprese ferroviarie e logistiche europee, sia alcuni  tra i più importanti operatori logistici ed armatoriali che hanno deciso di investire nello scalo giuliano.

Se per ipotesi le Autorità di sistema divenissero Spa e nel capitale sociale entrasse con quote rilevanti un unico operatore logistico, come verrebbe garantita quella neutralità e quella parità di accesso che ha sin qui fatto la fortuna dello scalo giuliano ? La domanda è volutamente retorica e la giriamo a chi di dovere , ma la risposta ci pare ovvia !  Sempre citando, in ordine sparso, un altro argomento toccato da Maresca (e da noi classificabile tra le “provocazioni” intellettuali), l’illustre accademico ha richiamato il tema di forte interesse per l’economia regionale delle Zone Logistiche Semplificate (di recente oggetto dell’ennesimo intervento legislativo nazionale) chiedendosi, retoricamente, come mai non ne faccia parte il porto di Trieste poiché a suo dire il regime (tutto ancora da costruire !) delle Zls  sarebbe compatibile con quello del Porto Franco Internazionale vigente a Trieste.  In realtà, e su questo la nostra è una convinzione forte e consolidata, le caratteristiche e le peculiarità del Porto Franco ne fanno un unicum a livello mondiale che non ha alcuna attinenza con le limitate agevolazioni amministrative e fiscali che dovrebbero caratterizzare le Zls.

E veniamo agli spunti più interessanti della relazione di Maresca. Partendo dall’assunto che è in corso a livello comunitario la revisione della mappa delle reti Ten-t e che, in particolare per l’area di specifico interesse regionale, si sta facendo strada l’idea di prevedere un nuovo corridoio europeo che connetta Lubiana con le principali nazioni che fanno parte dei cosiddetti Balcani Occidentali, il cattedratico ha avuto l’occasione di sottolineare quella che è una sostanziale e strutturale “debolezza” della portualità regionale.  Ovvero, se lo sviluppo dell’intermodalità ferroviaria rappresenta sicuramente un caso di eccellenza a livello italiano ma anche europeo, i volumi del traffico containerizzato sono troppo bassi per fare di Trieste un vero snodo fondamentale per i traffici commerciali intra ed extra comunitari. Ora, sul punto ci permettiamo di fare alcune dettagliate osservazioni. La prima : ci aspettiamo che il governo che verrà ponga la massima attenzione sul tema delle revisioni delle reti Ten-t  e che vengano tutelati gli specifici interessi nazionali nell’area dei Balcani Occidentali chiedendo ed ottenendo che almeno un ramo del Corridoio si allunghi sino a Trieste. Quanto al tema dei traffici container e delle correlate esigenze di nuove infrastrutture, ci permettiamo di evidenziare che è stata già avviata la progettazione del nuovo Molo VIII e che solo una volta conclusa quest’attività preliminare, sarà dovere dell’Autorità di sistema concordare con l’attuale concessionario della Piattaforma logistica ( che, come noto, costituisce la “radice” del nuovo Molo VIII !), modalità,  tempi e reperimento delle rilevanti risorse finanziarie  necessarie per passare alla fase attuativa di questa imponente opera.

Certamente, se è evidente la necessità di ridurre i tempi di realizzazione, anche in relazione al fatto che i concorrenti Fiume e Capodistria stanno correndo per sfruttare tutte le prossime opportunità di sviluppo, ci pare assolutamente sensata la proposta dell’illustre accademico di adottare per il Molo  VIII il “modello Genova”, ovvero la nomina di un Commissario straordinario che, in forza dei poteri assegnati, possa accorciare i tempi burocratici dell’investimento e rendere possibile che nel giro di tre, quattro anni da oggi le prime navi possano attraccare al nuovo terminal contenitori. E’ un’utopia ? Forse sì,  ma noi  diremmo con Maresca che è anche una sana promessa su cui vorremmo che la politica ed il nuovo governo aprano una attenta e veloce riflessione. Ne va del futuro dell’intera economia regionale.

Parole chiave: Trieste