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ll Comune di Monfalcone in Consiglio di Stato

Il Comune di Monfalcone questa mattina ha rappresentato in Consiglio di Stato le proprie ragioni di fronte all’inverosimile richiesta dei centri islamici di nomina di un commissario che dovrebbe individuare luoghi per la preghiera in città. Dichiarazione del sindaco Anna Maria Cisint: “Stamane il Comune di Monfalcone, assistito dall’avvocato B...
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Il Comune di Monfalcone questa mattina ha rappresentato in Consiglio di Stato le proprie ragioni di fronte all’inverosimile richiesta dei centri islamici di nomina di un commissario che dovrebbe individuare luoghi per la preghiera in città.

Dichiarazione del sindaco Anna Maria Cisint:

“Stamane il Comune di Monfalcone, assistito dall’avvocato Billiani, ha rappresentato in Consiglio di Stato le proprie ragioni di fronte all’inverosimile richiesta dei centri islamici di nomina di un commissario che dovrebbe individuare luoghi per la preghiera nel territorio. La controparte persevera nell’alzare l’asticella delle provocazioni con pretese verso la città di Monfalcone che sono al di fuori della realtà, mentre  continua a utilizzare irregolarmente  spazi in contrasto con le norme urbanistiche e la sicurezza pubblica. In questa paradossale vicenda, il Comune, dopo aver regolarmente attivato il tavolo di confronto, come dimostra tutta la documentazione agli atti e la corrispondenza intercorsa e aver individuato tre siti temporanei, idonei e accessibili, ha ulteriormente rilanciato con richieste vergognose che dovrebbero essere attuate con esborso di fondi pubblici e quindi a carico di tutta la comunità. 

Dopo un’accurata istruttoria di tutti gli spazi comunali, dopo aver concesso la disponibilità della Rocca e degli spazi antistanti alle Terme Romane - dove è possibile sistemare tendostrutture - e del bocciodromo, sottratto provvisoriamente all’attività di un’associazione sportiva, le comunità islamiche hanno replicato chiedendo l’ex Mercato, ignorando che la struttura è oggetto di lavori in corso per la realizzazione di un centro sportivo integrato per agevolare la pratica dell’attività sportiva anche alle persone con disabilità, finanziato con fondi del Pnrr, e ammettendo in tal modo la mancanza di altri luoghi in città. Ma, soprattutto, hanno provocatoriamente reclamato di voler ambienti dotati di sistemi audio efficienti per ascoltare l’Iman, servizi igienici e lavandini con acqua corrente per le abluzioni, posti confortevoli e riscaldati per appoggiare e custodire i loro tappetini, mostrando il vero volto dell’islamismo intollerante che vuole imporre la propria volontà e le proprie regole su tutta la città che vogliono trasformare nel loro zerbino. Siamo al delirio di una minoranza che calpesta leggi, valori e principi del nostro ordinamento”.

“In uno Stato laico - conclude Cisint - il Comune non si occupa dei bisogni e delle sedi delle confessioni religiose: non è compito del sindaco soddisfare, con i soldi di tutti i cittadini, le pretese private di una componente che sta perseguendo un evidente processo di islamizzazione del nostro territorio e dell’intero Paese. Una minoranza che allo stesso tempo rifiuta di rispettare le decisioni del Consiglio di Stato che ha stabilito che la libertà di culto è un diritto individuale, ma quando diventa un esercizio collettivo deve essere praticata nel rispetto della legge e dell’incolumità pubblica e che i centri islamici non possono essere trasformati in moschee in contrasto con le norme, come sta avvenendo ovunque visto che si continuano a utilizzare spazi fuori dalla legalità. In questa battaglia è in gioco lo stesso Stato di diritto che richiede il rispetto del rilievo costituzionale e dell’autonomia che spetta ai Comuni nelle loro competenze e decisioni. Per questo, intendo portare fino in fondo l’impegno per far rispettare le leggi e i principi del nostro ordinamento nei confronti di chi vorrebbe sostituirlo, invece, con la legge coranica, irrispettosa dei diritti umani e civili, della nostra sicurezza e dell’ordine pubblico”.

Parole chiave: Monfalcone