Al via il IX festival Viktor Ullmann
Il festival Viktor Ullmann, giunto alla sua IX edizione, riparte martedì 17 maggio 2022 alle ore 18:00 con la presentazione, in prima assoluta, del documentario “We Left The Camp Singing (Lasciammo il campo cantando)", prodotto e diretto da Sofia Tapinassi e James Joel Dann, presso il Museo Ebraico di Trieste, in via del Monte 7.
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| Francesco Tremul | Cultura
Il festival Viktor Ullmann, giunto alla sua IX edizione, riparte martedì 17 maggio 2022 alle ore 18:00 con la presentazione, in prima assoluta, del documentario “We Left The Camp Singing (Lasciammo il campo cantando)", prodotto e diretto da Sofia Tapinassi e James Joel Dann, presso il Museo Ebraico di Trieste, in via del Monte 7.
Organizzato dall’Associazione Musica Libera di Trieste il festival è l’unico in Europa dedicato alla musica concentrazionaria (così definita perché composta nei campi di concentramento e nei ghetti), alla musica degenerata (la musica proibita nella Germania nazista e nell’Italia fascista perché ritenuta decadente e dannosa) e alla musica dell’esilio.
L’intento del festival è riscoprire quelle pagine musicali troppo a lungo dimenticate per far rivivere il genio creativo dei loro compositori e riflettere sulla Shoah da un diverso punto di osservazione.
“We Left The Camp Singing” è un progetto multidisciplinare che, attraverso le immagini e la musica, racconta il percorso di Sofia Tapinassi, giovane pianista che si dedica alla ricerca di musiche e ricordi provenienti da Terezín (nome ceco di Theresienstadt), un ghetto-campo nel quale numerosi musicisti e artisti ebrei furono internati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il documentario segue Sofia in un percorso segnato da toccanti incontri con alcuni sopravvissuti del ghetto come Zdenka Fantlova, che nel campo debuttò come attrice teatrale, Inge Auerbacher e Michael Gruenbaum, deportati a Theresienstadt rispettivamente a 17, 7 e 12 anni. Il film vuole così affrontare la tematica della memoria attraverso una prospettiva diversa dal consueto: quella di una musicista che ritrova nella vicenda musicale di Theresienstadt alcuni temi ancora attuali, primo tra tutti la musica come fonte di umanità e unione all’interno di una comunità.
Il documentario segue Sofia in un percorso segnato da toccanti incontri con alcuni sopravvissuti del ghetto come Zdenka Fantlova, che nel campo debuttò come attrice teatrale, Inge Auerbacher e Michael Gruenbaum, deportati a Theresienstadt rispettivamente a 17, 7 e 12 anni. Il film vuole così affrontare la tematica della memoria attraverso una prospettiva diversa dal consueto: quella di una musicista che ritrova nella vicenda musicale di Theresienstadt alcuni temi ancora attuali, primo tra tutti la musica come fonte di umanità e unione all’interno di una comunità.
Per ulteriori informazioni è attivo il sito dedicato al progetto:
Il festival, nato nel 2014, è dedicato ai compositori, ebrei e non, perseguitati dal regime fascista e da quello nazista per il loro impegno culturale e la loro attività artistica.
Parole chiave: Trieste