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12 giugno 2022

Mancano meno die due settimane alle elezioni comunali e in 970 Comuni in Italia si andrà a votare, mentre nella nostra regione ne conta 33 e sei sono molto vicini. A questo ci aggiungiamo il referendum dove gli italiani sono chiamati ad esprimersi su cinque diversi quesiti referendari sempre il 12 giugno dalle 7 alle 23. Bisogna votare “sì...
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Mancano meno die due settimane alle elezioni comunali e in 970 Comuni in Italia si andrà a votare, mentre nella nostra regione ne conta 33 e sei sono molto vicini. A questo ci aggiungiamo il referendum dove gli italiani sono chiamati ad esprimersi su cinque diversi quesiti referendari sempre il 12 giugno dalle 7 alle 23.

Bisogna votare “sì” se si vuole cambiare la legge attuale, oppure votare “no” se si vuole mantenere lo status quo. Per essere valido, ogni quesito dovrà raggiungere il quorum, cioè la maggioranza degli aventi diritto. 

L'autorizzazione a procedere al referendum c’è stata dopo il via libera della cassazione, del 30 ottobre dello scorso anno, su richiesta di nove consigli regionali amministrati dal centrodestra. Senz’altro il referendum abrogativo in materia di giustizia è importante. Il 12 giugno si voterà per abrogare o mantenere in vigore i testi di leggi relativi a:

1) SCHEDA ROSSA. Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Chiede di abrogare la Legge Severino che prevede l’incandidabilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna in via definitiva per vari reati, tra cui quelli di allarme sociale, come mafia o terrorismo (puniti con più di due anni di carcere), contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione) e per delitti non colposi puniti con una reclusione non inferiore a quattro anni. Quindi se vince il sì non sarà più prevista l’incandidabilità.

2) SCHEDA ARANCIONE. Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma l, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale. Se vince il sì, il giudice potrà disporre le misure cautelari per gli indagati solo per pericolo di fuga o inquinamento delle prove.

3) SCHEDA GIALLA. Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. Riguarda le cosiddette “porte girevoli”. I magistrati, oggi, durante la loro carriera possono passare dal ruolo di giudice (che appunto giudica in un procedimento, essendo una figura super partes) a quello di pubblico ministero (che coordina le indagini e sostiene l’accusa) e viceversa, per un massimo di quattro volte. Se al referendum vincesse il sì, ci sarebbe una separazione netta delle due funzioni e il magistrato dovrebbe decidere a inizio carriera quale percorso intraprendere. 

4) SCHEDA GRIGIA. Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte. chiede che i componenti laici del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei Consigli giudiziari (professori universitari in materie giuridiche e avvocati), possano votare in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati e della loro professionalità. Questo parere, ogni quattro anni, viene sottoposto al Csm, il Consiglio superiore della magistratura.
Se vince il sì, i membri laici potranno valutare i magistrati.

5) SCHEDA VERDE. Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura (CSM). si chiede che non ci sia più l’obbligo per un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme di altri magistrati per presentare la propria candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura.
Se passasse il sì, ogni magistrato potrebbe proporsi in modo autonomo. 

Tre di questi cinque quesiti (quelli inerenti a consigli giudiziari, elezione del Csm e separazione delle funzioni) potrebbero essere annullati se prima della data delle elezioni venisse definitivamente approvata dal Parlamento la riforma Cartabia, che interviene sulle stesse questioni. Rimarrebbero in piedi quelli più significativi come l’abrogazione della legge Severino e la forte restrizione delle misure cautelari che avrebbe l’effetto di smantellare quasi del tutto il contrasto alle attività criminali.

Nello stesso giorno le elezioni amministrative che riguardano il Friuli Venezia Giulia sono 33. Quelle vicine sono il comune di Duino Aurisina con Daniela Pallotta in carica dal 2017, Monfalcone con Anna Maria Cisint in carica dal 2016, Ronchi dei Legionari con Livio Vecchiet in carica dal 2016, Sagrado con Marco Vittori in carica dal 2017 con una popolazione di quasi 2200 abitanti, Gorizia con Rodolfo Ziberna in carica dal 2016 con 34000 abitanti circa e San Canzian d’Isonzo con Claudio Fratta dal 2017 con 6000 abitanti.

Tutti comuni, eccetto Sagrado, presentano più candidati. Primi cittadini in carica inclusi.

Il comune di Duino Aurisina presenta due candidati Daniela Pallotta e Igor Gabrovec; quello di Monfalcone presenta tre candidati Anna Maria Cinist, Cristina Morsolin e Francesco Orlando; Gorizia invece presenta le candidature più numerose, sette candidati: Pierpaolo Martina, Mario de Marco, Franco Zotti, Serenella Ferrari, Laura Fasiolo, Antonio Devetag. Il comune di San Canzian D’Isonzo presenta tre candidati Claudio Fratta, Ciro de Simone Sorrentino e Silvia Caruso. Ronchi dei Legionari ne presenta cinque: il sindaco Livio Vecchiet, Mauro Benvenuto, Vincenza Borgia, Sara Bragato, Massimo di Bert. Infine nel comune di Sagrado c’è solo il sindaco Marco Vittori.

Tutti i candidati hanno presentato programmi elettorali densi aspettando il giorno delle votazioni per vedere se i loro nomi saranno confermati oppure dovranno lasciare il posto a un programma elettorale diverso. Per alcuni il nome si può intuire o per meglio dire, si prospetta come favorito per via del lavoro svolto in questi anni di amministrazione.  Aspettiamo il 13 giugno per vedere i risultati.