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Triestina-Virtus Verona 0-1, Gasperutti: "Sconfitta voluta e cercata, passi indietro per una brutta Unione"

Una Triestina impalpabile si congeda (forse) da Fontanafredda con una sconfitta voluta e cercata, al cospetto di una Virtus che a dispetto delle molte seconde linee messe in campo, si è dimostrata molto più squadra e determinata. Vista la formazione schierata senza punte, (non ci sarà mica qualc...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti

Una Triestina impalpabile si congeda (forse) da Fontanafredda con una sconfitta voluta e cercata, al cospetto di una Virtus che a dispetto delle molte seconde linee messe in campo, si è dimostrata molto più squadra e determinata.

Vista la formazione schierata senza punte, (non ci sarà mica qualcuno che obietterà, asserendo che Minesso è una punta centrale in grado di sostenere tutto il peso di un attacco sulle sue spalle vero?), si è capito immediatamente a che genere di partita si sarebbe andati incontro: purtroppo la realtà è stata peggiore rispetto all’immaginazione.

Minesso poverino, non deve essere il capo espiatorio della serata, perché per caratteristiche soprattutto fisiche non può assolutamente fare quel ruolo, poi qualcosina ci ha messo anche del suo quando schierato in un ruolo consono e forse perché fuori partita da tempo, non ha aggiunto nulla alla sua prestazione.

Parliamo però anche degli altri interpreti della gara; El Azrak volitivo ed estroso com’è, poteva risolvere qualche problema, ma dopo essersi battuto come Don Chisciotte contro i mulini a vento, piano piano è andato calando incaponendosi in qualche iniziativa poco adeguata, partendo comunque sempre da troppo lontano dalla porta e mai assistendo da vicino la punta.

Stesso discorso lo si può fare anche per Gunduz che ha disputato una partita trasparente, né carne né pesce, non trovando mai la posizione giusta in campo.

Correia è partito molto bene, correndo, tamponando e sostenendo il centrocampo con l’aiuto di Celeghin, che è stato più attento a mantenere gli equilibri, ma nella ripresa mi è sembrato un po’ a corto di energie e ha la colpa capitale di aver perso il pallone sanguinoso da cui è ripartita l’azione decisiva del gol veronese, in una zona del campo in uscita dalla difesa, dove ogni ripartenza diventa una occasione.

I due esterni hanno provato qualche timido affondo, ma ovviamente poi quando sono arrivati al cross, il pallone era facile preda dei difensori che non avevano difficoltà alcuna a contrare l’inefficace minaccia dell’unico alabardato che calpestava l’erbetta nell’area di rigore, che è rimasta bella rigogliosa, incontaminata.

In tutto il primo tempo, mai nessun alabardato è entrato con il pallone in area e il solo tiro a rete è stato di Correia, dopo l’unica azione di contropiede concessa dai veneti al 40’ e qui il bravo Sibi ha dimostrato di essere abile anche tra i pali, oltre che nelle uscite. Sintomatico esempio del primo tempo della Triestina, in cui ha mantenuto il possesso del pallone almeno per il 60%  del tempo, una azione in cui gli alabardati hanno fatto girare il pallone e anche bene, per almeno un paio di minuti, coprendo il campo con ghirigori e arabeschi dalla difesa all’attacco, avanti e indietro, senza mai affondare o avvicinarsi all’area di rigore.

In tutto questo però dobbiamo annotare che i modesti veneti, tutto pane e salame, hanno avuto sei, dico sei palle gol di cui almeno tre disinnescate da Matosevic che ha tenuto in gara l’Unione.

Qui voglio fare un piccolissimo inciso: è mai possibile che un portiere alto 1,92, non sia in grado di uscire su palloni che spiovono dal cielo a due, tre metri dalla linea di porta? Vista la differenza con Sibi che nel finale ha risolto quasi tutti i problemi dei suoi, uscendo a tempo e con grande efficacia fino quasi sul dischetto? Nel finale del primo tempo, su un pallone che spioveva nella sua area piccola, Matosevic se n’è rimasto incollato sulla riga di porta, mettendo tutti i difensori in imbarazzo; ne è sortita una mischia da cui Gomez ha colpito da due metri e Matosevic ha dovuto compiere un mezzo miracolo per sventare.

Nella ripresa con l’entrata di Lescano e Germano, la squadra ha assunto uno schieramento più logico, ma purtroppo la Virtus ha approfittato della leggerezza di Correia per andare in vantaggio e la strada si è fatta tutta in salita, con i veneti organizzatissimi, che si sono asserragliati a difesa della loro area e i triestini che sono sembrati non saper che pesci pigliare, oltre a qualche iniziativa personale di un Germano molto pimpante. Solo nel finale, quando finalmente sono entrati prima Vallocchia ma soprattutto D’Urso, è sembrato che la Triestina avesse le armi per scardinare la ferrea difesa, ma il tempo è stato tiranno e i veneti sono stati abili a farlo passare.

La Virtus ha pienamente meritato il successo, è sempre stata una squadra ostica, difficile, tignosa e molto ben organizzata; la Triestina l’ha sempre sofferta ma stavolta in particolar modo, anche se penso che il peccato originale sia stato l’assetto in campo. In difesa non ha concesso quasi nulla (e volevo ben vedere), solo alla fine Lescano l’ha un po’ impensierita colpendo anche una traversa. A centrocampo una volta di più mi è piaciuto Metlika, che ogni volta che lo vedo mi dà sempre l’impressione d’essere un gran bel giocatore e poi lo stoccatore Manfrin, dotato di un tiro secco e preciso. In avanti la fisicità di Ceter ha creato diversi problemi, ha tenuto il pallone e fatto salire la squadra, poi accanto a lui l’ex Gomez che quando incontra la Triestina sembra avere un conto in sospeso e ingaggia sempre dei duelli più verbali che tecnici con tutti.

Lo schieramento dei rossoblù era molto più logico ed efficiente rispetto a quello alabardato e lo si è visto ogni qualvolta si affacciavano dalle parti della nostra area di rigore creando pericoli; questo nel primo tempo perché poi si sono rintanati nella loro metàcampo, ma non rischiando nulla o quasi.

Molto brutta la prestazione della Triestina che ha fatto dei passi indietro rispetto alle sue ultime buone uscite.

A posteriori dobbiamo dire che la formazione di partenza è risultata totalmente inefficiente, ma obiettivamente lo si poteva presumere anche in partenza; la Triestina ha 3 attaccanti in organico che possono fare da riferimento: ebbene uno dei tre deve giocare, oppure si va a pescare nella primavera se ce ne fosse uno in grado di giocare; Minesso no!

Ora conquistare il terzo posto diventa problematico, anche alla luce del vantaggio dei vicentini nello scontro diretto in caso di parità di classifica e delle sole tre partite da disputare. Certo che la squadra deve ritrovare in fretta la “verve” dell’ultimo mese, anche se devo dire che pur nella delusione per il risultato, ho visto diversi giocatori tra quelli determinanti in buona condizione fisica e mentale.

Ora aspettiamo di inaugurare nuovamente il nostro bel stadio rimesso a nuovo contro il Novara (attenzione ai piemontesi piegati dal Vicenza solo grazie a tre rigori), per poi cercare una sede adatta per disputare la fase decisiva dei play-off nazionali, dato che è presumile che si passi il primo turno interzonale al Rocco.       

BRUNO  GASPERUTTI  

Parole chiave: Trieste