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Concluso il campionato di serie C, pensieri e riflessioni di Bruno Gasperutti

Si è conclusa ieri la lunghissima stagione della Serie C che ha visto la promozione ai play-off dell’outsider Carrarese e la bocciatura delle blasonate e grandi favorite: Padova, Vicenza, Torres, Avellino, Benevento, Crotone e se vogliamo Triestina. Ho visto le due partite della finale e spezzon...
 |  Redazione sport  |  Serie C
Bruno Gasperutti

Si è conclusa ieri la lunghissima stagione della Serie C che ha visto la promozione ai play-off dell’outsider Carrarese e la bocciatura delle blasonate e grandi favorite: Padova, Vicenza, Torres, Avellino, Benevento, Crotone e se vogliamo Triestina.

Ho visto le due partite della finale e spezzoni di tante altre gare e devo dire che alla fine la Carrarese ha meritato la B, ma diciamolo magari sottovoce per non urtare la suscettibilità di qualche bastian contrario: ma quanta fortuna hanno avuto dapprima nel sorteggio favorevole e poi nel trovare un Vicenza un po’ spompato dopo tre grosse battaglie e privato di mezza squadra per squalifica o infortunio, perché è difficile rinunciare a dei titolari come: Rolfini, Golemic, Ronaldo, Cavion, Ferrari, Proia.

Il mio pensiero è che alla fine questi play-off non premiano mai la squadra più forte, ma la più fortunata e quella che arriva più fresca all’ultimo appuntamento: Pisa, Cosenza, Lecco e ora Carrarese insegnano.

Poi altra anomalia di questa formula cervellotica: il Padova secondo, è rimasto fermo dal 28 aprile ultima di campionato, al 22 maggio mentre il Vicenza terzo, per 2 settimane dal 28/4 al 14/5; ciò inevitabilmente favorisce certe squadre, che possono contare sulla continuità dell'impegno.   

Ma veniamo alla nostra Triestina, oggetto di una caterva di critiche da parte di certa tifoseria umorale, che si fa influenzare dal latente pessimismo cosmico che aleggia nella nostra città e che poi segue l’onda della critica a chi la spara più grossa, basandosi sui “si dice”. Facciamo allora qualche riflessione in libertà: protagonisti determinanti per le promozioni di Juve Stabia e Carrarese, sono stati gli ex alabardati Adorante e Finotto, che fino a dicembre con Tesser, erano le riserve dei titolari Lescano e Redan e che per questo motivo hanno chiesto la cessione. A parte il fatto che nessun tifoso all'epoca aveva mai chiesto il loro utilizzo al posto dei due titolari che a suon di reti avevano trascinato la squadra, ma sappiamo tutti quanto il tifoso sia umorale e si faccia influenzare più dal risultato che dal rendimento, per poi “sempre dopo” dire: l’avevo detto io. Contestualizzando la vicenda io penso che al momento aveva ragione Tesser a preferire i due bomber ad Adorante e Finotto, che pur validissimi, sempre in quel momento, non avevano l’affiatamento dei due titolari e che comunque le loro occasioni le avevano avute. Evidentemente non soddisfatti del minutaggio e dell’impiego sono stati loro a chiedere la cessione, ma alla fine quello che si evince da parte della tifoseria è questo: Tesser un mago e dirigenza incapace perché ha venduto i due, per poi dare il benservito allo stesso Tesser. Ma se i due erano insoddisfatti dell’impiego, non credo che i maggiori responsabili siano stati i dirigenti che li hanno ceduti, ma chi ne aveva la gestione giornaliera e preferiva gli altri due, o no?                                                                        

Un’altra riflessione va fatta doverosamente sul cambio allenatore, che tanti malumori ha causato in seno alla tifoseria. Parliamo allora di fatti oggettivi e non di supposizioni o chiacchere. Tesser fin dal suo approccio è stato molto bravo a dare credibilità al progetto alabardato, prima dando delle certezze alla tifoseria e in seguito allestendo una formazione base credibile, che fin dalle prime partite aveva conquistato le zone alte della classifica a suon di reti e bel gioco. Sempre contestualizzando i vari momenti della stagione, ricordo bene che la difesa era pur sempre oggetto di critiche, pur mascherate dalla vena degli attaccanti che segnavano con puntualità e dal grande lavoro fatto dal centrocampo, che giocava ad altissimi ritmi e livelli per la categoria. A quel tempo sostenevo che l’esilio a Fontanafredda giocando sempre in trasferta, prima o poi a lungo andare lo si sarebbe pagato, ma invece era opinione tra i tifosi che mentre a Fontanafredda si vinceva sempre, il Rocco portava “sfiga” e gasava i nostri avversari. Fino a dicembre le cose sono andate per il verso giusto, poi purtroppo le sconfitte con Atalanta e Padova, hanno fatto venire tutti i nodi al pettine, ma guardando la classifica si scopre che già a quel punto il Mantova aveva 8 punti più degli alabardati e il Padova 4. L’inizio del ritorno non è stato poi dei migliori, mitigato magari da due vittorie fortunose nel recupero ma giocando male a Trento e a Vercelli, però le sconfitte casalinghe sul campo “favorevole” di Fontanafredda con Albinoleffe e Pro Patria, avevano fatto precipitare la Triestina a 11 punti dal Mantova a 6 dal Padova con il Vicenza ad inseguire a 6 punti.

In questo momento c’è stato il cambio di allenatore che ha dato inizio al putiferio con la contestazione; l’onda emotiva è stata il prodromo e la tifoseria ha riversato tutto il suo livore e il suo malcontento su società, il nuovo allenatore e anche su diversi giocatori.

Intanto dobbiamo dire che Tesser aveva fatto molto bene fino a quel momento: gli avevano messo a disposizione una squadra tutta nuova e lui aveva trovato fin dalle prime partite l’assetto giusto e ciò aveva illuso i più. Anch’io devo confessarlo, pensavo che con alcuni aggiustamenti poteva essere questo l’anno buono per far finalmente il salto di categoria, ma dopo la partita con il Padova e a maggior ragione dopo l’inizio del girone di ritorno, avevo rimesso nel cassetto tutti i sogni; oddio c’erano pur sempre i play-off, però!

Io Tesser non lo avrei mai cambiato, perché è un allenatore capace, esperto, abituato dalla sua lunga esperienza a navigare per i mari procellosi della terza serie, ma la Società ha deciso così e avrà avuto i suoi bravi motivi, che io non conosco, ma che non conoscono nemmeno i tifosi che poi hanno giudicato e condannato.

Il nuovo allenatore Bordin è arrivato quando i buoi erano già scappati, l’ambiente era in ebollizione e gli hanno scaricato sulle spalle ogni nefandezza possibile. Bordin non era uno scappato di casa, è stato un giocatore di serie A di alto livello, ha frequentato spogliatoi con campioni che nessuno di noi ha mai avuto modo di avvicinare, ha vinto in Moldavia dei campionati e io credo che vincere non è mai così facile, sia un campionato di Terza categoria italiana, che in un campionato in un Paese che di cui si conosce ben poco. Le squadre che si incontrano sia in Terza categoria che in Moldavia o in Italia, sono del tuo stesso livello e se vinci vuol dire che riesci a primeggiare, sullo stesso livello delle squadre che vai ad incontrare con la tua.                                                                                                                                                                       

Tra le tante opinioni in libertà sentite sul web risibile questa: “se restava Tesser andavamo diretti in B”. Niente di più facilmente confutabile; dati oggettivi e non opinioni: quando Tesser è stato esonerato aveva ottenuto 46 punti in 25 partite, il chè significa una media punti di 1,84 a partita, che moltiplicato per le 38 giornate porta il totale a 69,92 punti, diciamo 70. Il Mantova che ha vinto il campionato alla fine ne ha totalizzati 80, pur avendo regalato punti a tutti una volta promossi; il Padova ne ha totalizzati 77, lo stesso Vicenza 71, sempre più dei nostri ipotetici 70 con “la media Tesser”.                                                                                                                                                 

Ultima opinione in libertà che incredibilmente circola nell’ambiente, tra chi il calcio lo segue sui giornali e non ha mai frequentato una società sportiva: “non i vol andar sù”. A parte il fatto che queste fesserie le ho sentite ahimè 65 anni fa, quando il solito tifoso disfattista diceva convintamente alla fine di un Triestina-Vicenza che aveva decretato la retrocessione della squadra in B: “i ga voludo retroceder, perché in B i guadagna de più con el stadio sempre pien”. Non vale nemmeno la pena cercare di confutare queste idee, né la visibilità che acquisirebbe una proprietà americana, né lo sbocco per degli investimenti che hanno intenzione di fare, né il guadagno in soldoni che offre la B, rispetto alla miseria che può dare la C, né l’esaltazione, il merito, l’orgoglio dei giocatori facenti parti della rosa, allenatore e dirigenti compresi, per l’impresa che resta poi nella storia….. gli eroi di Lucca o l’impresa del team con Ascagni e De Falco possono insegnare qualcosa?

 Ieri ho visto in diretta le lacrime dei giocatori vicentini, ho sentito la disperazione nelle parole di Rosso patron biancorosso, ho visto l’esaltazione dei carraresi giocatori e dirigenti.... ho letto che la maggior delusione avuta da Maracchi, Lambrughi, Coletti, nella loro lunga carriera sia stata la sconfitta con il Pisa.....penso che queste siano le migliori risposte a certe sciocchezze che circolano.                                                   

Comunque sempre Forza Unione, ci risentiamo per la nuova avventura. Buone vacanze.

BRUNO GASPERUTTI

Parole chiave: Trieste