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Per l’Udinese contro il Napoli è stato un ...Success. Commozione per il ricordo del terremoto di 48 anni fa

  A Trieste dici Napoli, parlando di calcio, e subito torna in mente la stagione 2002/2003. Quella successiva agli “Eroi di Lucca”. E più in particolare la sfida del San Paolo, ora Maradona, quella dei due rigori contestati assegnati ai partenopei dal famoso, a queste latitudini, arbitro Nu...
 |  Redazione sport  |  Basket

 

A Trieste dici Napoli, parlando di calcio, e subito torna in mente la stagione 2002/2003. Quella successiva agli “Eroi di Lucca”. E più in particolare la sfida del San Paolo, ora Maradona, quella dei due rigori contestati assegnati ai partenopei dal famoso, a queste latitudini, arbitro Nucini. Quando dici Napoli ti viene in mente lo stesso Diego Armando, uno dei più grandi di sempre. Ma guardando il recente, quando dici Napoli pensi alla squadra scudettata di Spalletti della scorsa stagione, quella del bel calcio.

Quando pensi a Napoli pensi alla pizza, al Vesuvio, a San Gennaro, ai presepi, a Totò e Peppino. Pensi che un po’ dapperutto nel mondo ci sono napoletani. E curiosamente si scopre che la città dove ce ne sono di più è San Paolo del Brasile seguita da Buenos Aires. Napoli in questa classifica è solo quinta. E anche da queste parti la comunità partenopea è molto numerosa. Il Napoli ritorna a giocare in questo angolo d’Italia 363 giorni dopo aver festeggiato, proprio qui, la conquista del suo terzo scudetto, con tanto di rissa a fine partita fra tifosi. Ragione per cui il Prefetto di Udine ha proibito la vendita dei biglietti per questo evento per i residenti della Campania. Sugli spalti dunque ugualmente tanti tifosi ospiti con tanto di bandiere, sciarpe e maglie biancazzurre.

Nel frattempo tra le varie pubblicità della cartellonistica attorno al campo spicca quella dei vini Fantinel. E lì per i triestini (in tanti presenti anche stavolta) riaffiorano i ricordi di quando al Rocco c’erano le sagome dei tifosi in tribuna Colaussi proprio durante la proprietà vinicola pordenonese (2006-2011). 

E’ il 6 maggio e il Napoli arriva alla Bluenergy Arena o stadio Friuli come a dir si voglia, è esattamente il 48esimo anniversario del terremoto che da queste parti fece grandi danni provocando anche 990 morti. Alle ore 21.00.12 uno striscione appare sugli spalti in ricordo proprio di ciò, all’ora della scossa di quel tempo. Lo stadio applaude con un pizzico di commozione, proprio in quel momento si sta per battere un calcio d’angolo in favore del Napoli, i giocatori rimangono fermi, l’arbitro Aureliano capisce la situazione e dopo una trentina di secondi fa cenno di ripartire.

L’Udinese, piombata in fondo alla classifica, in questo finale di stagione rischia grosso. Rischia seriamente la serie A dopo ben 29 anni. Dopo i successi del Sassuolo contro l’Inter e del Verona sulla Fiorentina, per le zebbrette bianconere c’è la necessità di fare punti. Nel primo tempo il Napoli tiene palla ma è sterile, l’Udinese invece crea due buone occasioni. Ad inizio ripresa una papera difensiva sta per costare ai bianconeri lo svantaggio. Cosa che avviene subito dopo con l’incornata da centroarea del bomber Victor Osimhen, il nigeriano biondo. L’Udinese prova a reagire con la curva di casa che continua ad incitare la squadra.

Al 33’ però gli ultras di casa intonano un invito a tirare fuori gli attributi. In quel momento però con undici stranieri in campo nelle proprie fila il messaggio sembra non essere compreso e nell’azione seguente arriva il raddoppio ospite dello stesso Osimhen. Ma il Var annulla per fuorigioco. Scampato il pericolo i locali si riversano in avanti e oltre il 90’ raggiungono il pari con il neo entrato Success, anche lui nigeriano. Per una volta dunque i minuti conclusivi danno una mano ai padroni di casa che troppe volte avevano pianto in quei frangenti. Poi il triplice fischio che conferma il risultato. Con tre giornate ancora da disputare per l’Udinese la sfida determinante potrebbe essere la prossima casalinga contro l’Empoli (nel prossimo turno è prevista la trasferta a Lecce). Lì si potrebbe decidere molto.

MASSIMO UMEK

Parole chiave: Trieste