Dopo l'imbarazzante prova contro la Fortitudo i tifosi sono imbufaliti: via Christian prima che sia tardi
E’ finita con i tifosi a gran voce a chiedere l’esonero di coach Christian. Il tecnico con i suoi schemi non ha convinto per niente la piazza, sia gli addetti ai lavori e sia il pubblico di fede biancorossa. Perdere in una maniera così netta dimostrando una scarsa mira dalla distanza e poche altre idee quando c’era da applicare il piano B. Perdere così una partita contro la Fortitudo, tanto sentita, ha fatto infuriare tutti, soprattutto la Curva che un quarto d’ora dopo la fine della gara ha avuto un incontro di chiarimento con i due triestini Ruzzier e Deangeli accompagnati dall’altro mulo Cavaliero. Tra i vari temi toccati i tifosi hanno fatto sapere che se si dovesse ripetere una prestazione simile contro Udine nella prossima gara in casa difficilmente la stessa verrebbe portata a termine sul campo.
Il metodo quasi innovativo in Italia di tirare il più possibile da tre a scapito dei tentativi da due è infatti un’arma a doppio taglio, quando hai la serata dalla buona mira puoi vincere contro tutti ma quando non gira puoi perdere anche contro l’ultima della classe. Una tattica che alla lunga non dovrebbe pagare perché le giornate storte con i tiri dai 6,75 possono capitare più spesso. Un esempio è la sfida di Cento con un’ottima percentuale nel primo tempo e un disastro nel secondo buttando via un vantaggio anche di 22 punti. Lì avrebbe dovuto rallentare i ritmi sfidando meno possibile la dea bendata puntando ai tiri più da vicino. Per non parlare del 7/37 contro la Fortitudo in quest’ultima gara. E a proposito della capolista, unica dei due gironi a punteggio pieno, per curiosità ecco i suoi dati sui tiri in azione. Da due ha sin qui 105/188 con una media di 21/37 a partita, da tre invece 58/123 con una media di 11/25. Per Trieste invece, che ha fatto fatica contro le ultime tre della classe e perso contro due buone squadre, i tiri da due sono 83/166 con una media di 16/33 mentre da tre 57/188 con una media di 11/37. In queste cifre per Trieste sono inclusi però anche i 5’ in più giocati nel supplementare di Cento. Nel raffronto tra le due formazioni c’è da dire che sono state costruite in maniera diversa, Bologna puntando molto su due buoni americani, ben messi fisicamente, sotto canestro, il che ha fatto la differenza contro Trieste che in quel reparto può contare su Vildera e parzialmente su Candussi che ama spingersi qualche metro più in fuori.
Tornando alla rabbia dei tifosi, sui social gli stessi si sono scatenati in commenti negativi nutrendo la speranza di un allontanamento del coach. Difficilmente però ciò avverrà perché il tecnico è stato scelto da Michael Arcieri che, sconfesserebbe le sue idee, dopo l’esperienza con Varese avendo voluto ripetere l’ostinazione di provarci spesso da tre. Cosa che in serie A è più fattibile in quanto si possono disporre di sei stranieri. In serie A2 invece è di difficile attuazione dovendo mettere a referto otto giocatori nostrani. Dovendo, eventualmente, cambiare tecnico (Walter De Raffaele è stato visto al PalaTrieste di recente e verrebbe volentieri) però non basterebbe, servirebbero infatti dei cambiamenti di giocatori. A tal riguardo il regolamento ne permetterebbe soltanto due per quanto concerne gli italiani. Anche volendo farlo, in questo momento della stagione sarebbe un’impresa trovarne di buoni, chi li ha insomma se li tiene stretti.
Tornando alle lamentele dei tifosi sui social è abbastanza comune il pensiero di cambiare il tecnico prima che sia tardi. Il tardi potrebbe arrivare, a livello di punti in classifica, dopo aver affrontato le varie Verona, Piacenza, Udine, perché no anche Cividale e Forlì. Perdere uleriore terreno complicherebbe di molto il futuro considerando anche che nel ritorno tutte queste sfide con le migliori si giocheranno fuori casa. Arrivare indietro alla fine della stagione regolare significherebbe nella fase ad orologio affrontare le migliori dell’altro girone in trasferta. C’è anche chi tra i tifosi dopo i segnali emersi in questo inizio di stagione raccomanda di guardarsi alle spalle, di stare attenti insomma che in un girone così equilibrato si possa anche lottare per non retrocedere. A pensare insomma all’obiettivo sbandierato di arrivare in pochi anni in Eurolega sembra che la proprietà americana abbia a dir poco sottovalutato il basket italiano.