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A Trieste ricerca internazionale sulle maculopatie

ASUGI comunica che la Clinica Oculistica, sotto la responsabilità scientifica di Daniele Tognetto, Direttore della Struttura Complessa, condurrà una ricerca altamente innovativa su un medicinale e un dispositivo medico destinati alla cura della degenerazione maculare legata all’età di tipo neovascolare. In tutto il mondo saranno coinvolti in tot...
 |  Francesco Tremul  |  Salute

ASUGI comunica che la Clinica Oculistica, sotto la responsabilità scientifica di Daniele Tognetto, Direttore della Struttura Complessa, condurrà una ricerca altamente innovativa su un medicinale e un dispositivo medico destinati alla cura della degenerazione maculare legata all’età di tipo neovascolare. In tutto il mondo saranno coinvolti in totale 442 pazienti di cui 40 in Italia. Quattro di questi saranno trattati in ASUGI.

La degenerazione maculare legata all’età costituisce la causa più frequente di riduzione irreversibile della vista sopra i 65 anni nei paesi industrializzati e comporta una considerevole limitazione dell’autonomia dei pazienti che non sono più in grado di svolgere le attività quotidiane più normali quali leggere, guardare la televisione e il computer.

La patologia può presentarsi in due forme: atrofica e neovascolare. Quest’ultima mostra un’evoluzione più rapida ed aggressiva, ma può essere controllata con l’utilizzo di farmaci antiangiogenici. Tali farmaci vengono oggi iniettati all’interno dell’occhio mediante un’iniezione intravitreale in modo frequente (circa una volta al mese) e continuativo.

La ricerca in oggetto è volta a valutare l’efficacia, la sicurezza e la farmacocinetica di un farmaco antiangiogenico, il Ranibizumab, somministrato con rilascio graduale all’interno dell’occhio grazie all’impianto di uno speciale dispositivo intravitreale. L’impianto viene effettuato mediante un delicato intervento chirurgico che ha lo scopo di posizionare all’interno dell’occhio una sorta di micro-serbatoio contenente il farmaco.

Questo innovativo sistema permette di erogare gradualmente il farmaco nel tempo e può essere ricaricato ogni 36 settimane. Ciò consente di ridurre in maniera drastica il numero di iniezioni intravitreali che i pazienti affetti da degenerazione maculare legata all’età devono effettuare periodicamente, consentendo un migliore controllo della malattia.

I risultati di questa ricerca apriranno le porte ad un percorso innovativo nella terapia di una malattia della retina così diffusa soprattutto nei pazienti di età più avanzata.

Parole chiave: Trieste