Triesteuropea ritorna nell'agone politico

La lista civica Triesteuropea è pronta a tornare nell'agone politico con delle proposte innovative e, soprattutto, alternative a quelle che sono parte integrante del dibattito politico attuale.
Stiamo valutando l'ipotesi di azioni giudiziarie sia sul progetto della cabinovia che sul Porto Vecchio, ricordiamo infatti che il presidente di Triesteuropea, Alessandro Claut, è stato il firmatario e cofirmatario degli esposti che, agli inizi degli anni 2000, hanno consentito di bloccare il progetto di speculazione edilizia che era stato presentato come il toccasana del futuro triestino, ma che in realtà nascondeva una speculazione immobiliare.
Sembrerebbe che non sia il caso di parlare di speculazione edilizia riguardo il progetto attuale vista la serietà degli investitori coinvolti nel progetto del gruppo Percassi, ma potrebbe essere giunto il momento di capire se si è tenuto conto delle valutazioni ambientali che erano protagoniste degli esposti presentati all'epoca dall'associazione “Amici della Terra”. Va inoltre ricordato, che sempre attorno a quell'epoca, la magistratura triestina aveva sequestrato l'area del terrapieno di Barcola su richiesta dell'attuale presidente di Triesteuropea, Alessandro Claut, e di altri cofirmatari.
Non risulta infatti che nel progetto della cabinovia e in quella che viene denominata fantasiosamente “Cittadella dello Sport” risulti nessuna soluzione definitiva per quello che concerne l'area in soggetto, a meno che, non si consideri come soluzione quella che impunemente viene denominata “tombatura” o qualcosa di simile.
Prima di giungere a richieste giudiziarie valuteremo la serietà dei progetti con degli esperti non prezzolati e presenteremo, al caso, delle proposte alternative che ci auguriamo vengano prese in considerazione con la massima serietà.
Inoltre Triesteuropea sarà protagonista di un progetto che coinvolgerà la nostra città all'interno del nuovo contest geopolitico che tenga conto del cambiamento di prospettiva e al recupero di quella che è stata denominata “La via della Seta” erroneamente bloccata dall'attuale classe politica di maggioranza.
C. S.

