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Opicina, due donne ferite restano mezz'ora sull'asfalto in attesa dei soccorsi

Martedì 3 ottobre al mattino una signora di 64 anni, rimasta ferita in seguito ad una caduta sulle rive di Trieste è rimasta a terra sanguinante per oltre mezz’ora in attesa dell’autoambulanza. Questa la sua testimonianza: sono caduta in marina sul marciapiede davanti al Salone degli Incanti, mi sono tagliata la lingua, sangue tantissimo, anc...
 |  Nik97  |  Cronaca
Martedì 3 ottobre al mattino una signora di 64 anni, rimasta ferita in seguito ad una caduta sulle rive di Trieste è rimasta a terra sanguinante per oltre mezz’ora in attesa dell’autoambulanza.
Questa la sua testimonianza: sono caduta in marina sul marciapiede davanti al Salone degli Incanti, mi sono tagliata la lingua, sangue tantissimo, anche al gomito e un forte colpo al petto. Ho una seria patologia embolica per cui prendo anticoagulanti. Mi hanno soccorso una signora e suo fratello che hanno chiamato il 112 alle 10.45 spiegando il problema. L’ambulanza è arrivata alle ore 11.20. Gli infermieri mi hanno detto che erano stati appena avvertiti e che comunque erano liberi sia loro che i volontari.
 
Il martedì successivo - era il 10 ottobre - una signora di 71 anni, rimasta ferita in seguito ad un incidente stradale in Strada Nuova per Opicina, è rimasta a terra ferita per quasi mezz’ora in attesa dell’autoambulanza. Aveva riportato vari traumi, tra cui una profonda ferita alla gamba con emorragia, che un operatore sanitario di passaggio cercava di tamponare.
Alle 9.19 è stato allertato il 112, l’ambulanza è arrivata alle 9.43, 24 minuti dopo, il posto dista 5 chilometri dal centro di Trieste.
 
Una volta, quando la Centrale 118 era a Trieste, i soccorsi arrivavano ad Opicina in 7 - 8 minuti, o anche meno, e sulle rive in 3-4 minuti.
Ma dal 2017 c’è la Centrale unica a Palmanova, da allora disservizi e ritardi non si contano, e con essi sofferenze e lutti.
Ora a Trieste davanti a due donne ferite lasciate per mezz’ora a terra senza soccorso nessuno sembra preoccuparsi, si va avanti come niente fosse.
 
                                                                                                                                                                                                                                                                Walter Zalukar
Parole chiave: Trieste