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Antichità vendute illecitamente su Facebook

Rinvenuti e sequestrati, dopo un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Trieste, due registri ottocenteschi di un orfanotrofio triestino che non c'è più, con i nomi delle bambine e dei bambini ospiti, orfani o abbandonati. Una segnalazione arrivata a fine gennaio richiamava un post su Facebook sulla vendita di due registri che ri...
 |  Francesco Tremul  |  Cronaca

Rinvenuti e sequestrati, dopo un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Trieste, due registri ottocenteschi di un orfanotrofio triestino che non c'è più, con i nomi delle bambine e dei bambini ospiti, orfani o abbandonati.

Una segnalazione arrivata a fine gennaio richiamava un post su Facebook sulla vendita di due registri che riportavano un elenco di minori nati nel XIX e XX secolo, spesso abbinati ai nomi dei genitori, morti o dai quali erano stati abbandonati. Una lista di oltre 2500 nomi: alcuni di essi, nati nei primi decenni del '900 sono ancora in vita.

Gli investigatori, ipotizzando la potenziale provenienza illecita del materiale e l'illecito trattamento dei dati personali, avviavano l'indagine: la prima difficoltà è stata l'individuazione dell'inserzionista, perché l'annuncio era stato cancellato subito dopo la pubblicazione. Tuttavia, dopo un'attenta analisi dei dati telematici, riuscivano a focalizzare l'attenzione su un uomo: il 4 aprile si presentavano a casa sua con un decreto di perquisizione locale per raccogliere elementi di prova a suo carico; qui trovavano i due registri che venivano poi posti sotto sequestro.

M.M. (classe 1981) veniva denunciato a piede libero per ricettazione e trattamento illecito di dati.

Parole chiave: Trieste