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Dalla crisi climatica un assist per Barcola: parte il progetto per il ridisegno della linea di costa

 |  Emme Zeta  |  Commento del giorno

Verrebbe proprio da dire che non tutti i mali vengono per nuocere: ma che c’entra questo con Barcola?  C’entra, eccome!  Il cambiamento climatico, infatti, tra i suoi, numerosi, effetti collaterali porta anche alla cosiddetta “tropicalizzazione” del clima, con conseguente innalzamento del livello del mare con relativi danni agli ecosistemi. Tradotto: a Trieste questo significa, a medio-breve periodo, che non solo il Borgo Teresiano, ma gran parte della zona costiera rischia di finire “in ammollo” per parecchie giornate all’anno con danni economico-sociali decisamente rilevanti. Ecco dunque la necessità e l’urgenza di prevedere una serie di interventi a carattere multidisciplinare con la finalità di contenere gli effetti più deleteri del fenomeno descritto e, per una volta, pare che gli attuali reggitori di Regione e Comune siano consapevoli del problema ed intendano muoversi in via preventiva e prudenziale. Se per quanto concerne la zona delle rive cittadine, sono in corso, dopo anni di abbandono, importanti lavori di pulizia degli alvei dei vari torrenti che corrono sotto la città per poi sbucare in mare con l’evidente obiettivo di facilitare il corso dell’acqua evitando, il più possibile, il ripetersi di quegli allagamenti che tanti danni provocano sia alle abitazioni che agli esercizi commerciali, di ben maggiore portata è il progetto cui concordemente stanno pensando Regione e Comune per il ridisegno del litorale barcolano.  

Vediamo di mettere alcuni punti fermi perché le notizie si sono un po’accavallate negli ultimi mesi non contribuendo a fare chiarezza sul tema. Partiamo dalle cose certe. Si è, innanzitutto, insediato un gruppo di lavoro misto i cui referenti sono per la Regione l’ing. Massimo Canali e per il Comune l’ing.  Giulio Bernetti e che ha già provveduto ad affidare due incarichi professionali distinti: la Regione a Metroarea (Tazio Di Pretoro e Giulio Paladini) ed il Comune a Paolo Vrabec, utilizzando i fondi disponibili che ammontano a 180 mila euro (lato Regione) e 100 mila euro (lato Comune).  Gli staff professionali, che avranno 180 giorni di tempo per il primo step progettuale, accompagnato da simulazioni che definiranno l’iter amministrativo e l’onere dell’investimento,  dovranno sviluppare un tema preciso ovvero “Opere di difesa ambientale della linea geomorfologica di costa che si estende lungo il litorale di Barcola e parziali ampliamenti di costa per incrementarne in sicurezza la fruizione ludico-turistica”. Già dal titolo dell’incarico e dalla vastità dell’area in esame (che si estende su tutto il lungomare barcolano dalla fine della Pineta fino al bivio di Miramare) è possibile facilmente comprendere che si tratta proprio di una bella sfida che vedrà protagonisti i due principali attori istituzionali cittadini e che ha l’obiettivo, alto, di ridisegnare completamente l’approccio al mare di gran parte della città.  Al fine evitare sovrapposizioni ma anche di sviluppare in maniera contestuale le progettazioni delle diverse fasi di intervento, i due enti si sono, come dire, suddivisi anche i compiti: nel mentre il Comune si occuperà della progettazione urbanistica, della modifica e dell’alleggerimento della viabilità nonché dei nuovi parcheggi, la Regione curerà la parte a mare tramite la predisposizione di un nuovo litorale che possa meglio resistere alle intemperie e al temuto innalzamento del livello del mare, creando, nell’occasione, nuove spiagge, nuove passerelle, nuove strutture ludiche e sportive, nuovi locali e nuovi servizi per rendere Trieste “ancora più attrattiva per i turisti “, così nelle parole dell’Assessore all’Ambiente Scoccimarro. Insomma, anche sulla base dei rendering proposti, una vera rivoluzione che renderà il litorale più appetibile e sicuro.   Noi a questa sfida vogliamo proprio credere anche perché, alla faccia di chi, in occasione di qualche campagna elettorale fa’, criticò su un’idea simile un noto candidato del centro-sinistra, siamo profondamente convinti che il futuro della nostra città si gioca non solo sulla rinascita di Porto Vecchio, ma anche su una riqualificazione completa ed accurata proprio del litorale triestino.

Detto questo e confortati dall’apprendere i nominativi dei qualificati e competenti professionisti esterni che verranno coinvolti in questa avventura (a volo d’angelo, tra gli altri, Fontolan, Basilisco, Masoli etc.) e pur nella consapevolezza che i brillanti esempi molto vicini a noi (il riferimento al recente completo rifacimento della linea di costa a Giusterna tra Capodistria ed Isola, non è puramente casuale!), non sono comparabili per dimensioni e delicatezza  dell’ambiente a quanto verrà progettato e realizzato in quel di Barcola (dove entrano in gioco  molteplici fattori meteomarini, fauna e flora ittica, spazi verdi a terra, basi per mobilità sostenibile etc .) riteniamo che questa sia una di quelle iniziative in cui tutte le forze politiche cittadine devono agire in sinergia e da subito essere coinvolte nella stesura del progetto, unitamente ai cittadini interessati.  Del resto, nella città del “No se pol”, occorre partire proprio col piede giusto e mi pare che uno degli incaricati di punta dello studio, Tazio Di Pretoro, ne sia perfettamente consapevole allorquando insiste sugli aspetti partecipativi del progetto al punto che, onde evitare una selva di contrarietà e di ostruzioni, dichiara che a breve verrà lanciata “una fase di ascolto”, con un questionario online volto a sondare umori e orientamenti della cittadinanza sul Lungomare.

Beh, se queste sono le premese, ci pare proprio un bell’andare, altro che ovovia !!

Parole chiave: Trieste