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Houston abbiamo un problema: allarme droga a Trieste!

 |  Emme Zeta  |  Commento del giorno

Davvero non c’è pace per la nostra amata città.  A fronte di segnali incoraggianti e indubbiamente positivi registrati in queste prime settimane del 2023 quali, ad esempio, l’incremento dei residenti che, grazie soprattutto all’arrivo da altre regioni di oltre quattromila connazionali, ci riporta nel 2022 oltre quota 200 mila abitanti o il dato, anch’esso estremamente significativo, che registra il saldo positivo nel 2022 delle imprese iscritte con un + 207 rispetto al 2021 e che fa davvero ben sperare per il futuro economico di Trieste o, infine,  la crescita di ben il 15% delle immatricolazioni al nostro ateneo (più del doppio della media nazionale!), ecco  un dato, scientifico e quindi difficilmente contestabile, che non avremmo mai voluto leggere.

In seguito alle analisi sulle acque reflue nella provincia di Trieste condotte nel 2021 dall’Istituto superiore di Sanità e dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, è emerso che qui da noi si consumano mediatamente tremila dosi di cocaina al giorno: dato, di per sé e secondo il nostro modesto avviso, assolutamente preoccupante e che, se rapportato agli abitanti, porta, purtroppo, ad una netta ( e di certo non cercata)  prevalenza sul dato medio nazionale.   A Trieste, infatti, siamo ad una media di 15,8 dosi al giorno ogni mille abitanti rispetto a una media nazionale di 12, ovvero oltre il 30 % in più!  

Di questo dato (insieme ad altri, egualmente preoccupanti) se ne è discusso ampiamente nel corso di un recente convegno “Sostanze d’abuso: profili epidemiologici di rischio per la salute e la sicurezza sociale”, organizzato, significativamente, assieme da Questura, Università e Azienda sanitaria.  Anche se, in linea generale, non siamo troppo amanti delle aride cifre, merita  richiamare l’attenzione ancora su altri, rilevanti, numeri che sono stati esposti nel corso dell’incontro e sempre con riferimento al livello di diffusione di varie sostanze stupefacenti, la cui presenza è stata rilevata nelle acque reflue cittadine.  Per l’eroina  il dato medio giornaliero è di 6,3 dosi ogni mille abitanti (quando la media nazionale è di 3,2!), per il metadone è di 9,4 (1,6 il dato nazionale), per l’ecstasy è di 0,38 (0,05 dato nazionale) ed, infine, per la cannabis siamo a 93 di THC contro 58,8 di media nazionale. In definitiva, indipendentemente dalla sostanza esaminata, questa analisi ci dice che siamo ai vertici del consumo nazionale di droghe ed è un dato che preoccupa fortemente, anche nelle parole del prefetto Signoriello, attesa la particolare composizione demografica triestina (notoriamente sbilanciata verso le classi di età più anziane) che mal si concilia con la fascia di età che nella letteratura scientifica viene considerata come quella dei potenziali consumatori, ovvero quella compresa tra i 15 e i 65 anni. Quali le caratteristiche di questo fenomeno secondo gli esperti? Innanzitutto una diffusione trasversale in tutte le classe sociali ma  con una particolare incidenza nella popolazione giovanile: dato questo confermato dallo stesso questore Ostuni che ha citato una semplice statistica relativa al biennio 2021-2022 e che riporta che, su 384 persone fermate in controlli di routine e trovate in possesso di sostanze stupefacenti, il 50 % era ricompresa nella fascia d’età tra i 15 e 24 anni! Secondariamente, la percezione che una quota non irrilevante di queste droghe venga consumata in solitudine tra le quattro mura domestiche  ed, infine, che il dato rilevato sia stato in qualche misura influenzato anche dal numero crescente di turisti di passaggio in città.

Detto questo e ribadito che, a nostro avviso, ci troviamo davvero in una situazione di profondo disagio e di allarme sociale, quali sono gli impatti di questo fenomeno sulla comunità cittadina? Sempre a parere, di certo condivisibile, degli esperti intervenuti al convegno, vi sono effetti, immediati, sulla sicurezza sociale che si misurano da un lato sulla crescita costante di fenomeni di microcriminalità e, dall’altro, sull’incremento dell’aggressività tra le persone con frequenti risse che vedono sempre più protagoniste persone sotto l’effetto combinato di psicofarmaci, alcol e sostanze stupefacenti. Sul piano sanitario, proprio a partire da quella “poli assunzione” di cui abbiamo appena parlato, gli effetti sono diffusi su vari organi quali il cuore, i reni ed il fegato. Quanto al cuore, una recente statistica dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Trieste certifica che il 20 % delle morti cardiache improvvise in età giovanile (sotto i 50 anni) riguarda soggetti che facevano uso di sostanze stupefacenti e di questo 20% una quota rilevante dei decessi è da addebitare proprio all’assunzione di queste sostanze. Tra l’altro, non c’è una precisa categoria tra questi decessi in quanto vi si ritrovano sia consumatori abituali che hanno ecceduto nella dose, sia consumatori saltuari.

Per non farci dominare completamente dalla depressione, riteniamo sia però doveroso provare a delineare, anche prendendo spunto da quanto detto in sede di incontro, una precisa strategia di “attacco e prevenzione” per cercare di contenere e, se possibile, invertire questo preoccupante fenomeno di diffusione delle droghe in città, soprattutto con riferimento ai giovani.   Bisogna agire su più piani, ma i perni di questa azione non possono che essere la famiglia, la scuola e lo sport.  In famiglia, istituto perennemente in crisi ma pur sempre cellula fondamentale della società in tutte le sue possibili declinazioni, crediamo che da parte dei genitori sia doverosa una strategia di attenzione nei confronti dei propri figli, con allerta immediata e coinvolgimento di tutte le istituzioni disponibili, anche a seguito della semplice constatazione di un comportamento o di un atteggiamento diverso dal solito e non giustificato da alcun particolare evento.  Quanto alla scuola, vanno proposti costanti ed articolati interventi di prevenzione con il coinvolgimento di operatori e specialisti che spieghino gli effetti “reali” derivanti dall’assunzione di droghe e non i falsi miti, molto diffusi a livello giovanile.  Eppoi c’è lo sport con il sostegno che va ampliato ed incoraggiato a tutte quelle realtà sportive dilettantistiche che sono davvero delle vere e proprie “palestre” di vita, dove si imparano alcuni valori fondamentali come l’amicizia, la lealtà, il rispetto dell’avversario e delle regole, lo spirito di sacrificio e la bellezza di lavorare “in squadra” per raggiungere un risultato comune.  Non paiano parole di circostanza queste ultime, perché invece costituiscono da sempre una vera e propria “tavola dei valori” che aiutano ad affrontare, bene, le prove della vita, senza dover ricorrere, per forza, allo stordimento pesante per superare qualsiasi dolore od ostacolo s’incontri sul proprio cammino. Di questo siamo profondamente convinti, come siamo profondamente convinti  che ai giovani di questa città, oltre allo “spritz by night” (prima pericolosa fase dello stordimento collettivo nei fine settimana), sarebbe finalmente il caso di offrire qualche forma di sano divertimento musicale che, oltre ad allietare le orecchie (magari non con la tecno ..), serva anche a tenere in forma il fisico e a scaricare, in un modo decisamente più salutare, le tensioni accumulate durante la settimana.

Diamoci da fare, che il lavoro non manca: ne va del futuro dei nostri figli e di un’intera generazione!