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23 novembre 2022: accadde a Pis'cianzi...

 |  Redazione de Il Meridiano  |  Commento del giorno

Per chi non conoscesse il sito, Pis’cianzi è un ridente sobborgo, con una vista panoramica stupenda sul golfo di Trieste, collocato nella parte alta di Roiano, ricco di verde, casette in pietra e ruscelli d’acqua che rendono il paesaggio davvero bucolico e tale che sembra tutt’oggi di vivere in un’altra epoca. Ci siamo passati  alcuni anni fa’ nella bella stagione e sembra davvero di essere catapultati nell’ ‘800 tra vigneti, verde, acqua e muretti a secco  costruiti con sapienza sotto l’impero austroungarico.

Dal 23 novembre dell’anno scorso, a seguito di una giornata particolarmente piovosa, tutto questo ben di Dio è stato posto sotto scacco.  Una frana piuttosto rilevante ha portato via quasi tutta la sede stradale di via dei Moreri, nel tratto che collega largo Sottomonte a via dei Molini, unica arteria di collegamento tra Pis’cianzi via Commerciale e Strada Nuova per Opicina. Il sobborgo è, da allora, praticamente isolato, in quanto l’unica strada rimasta, tuttora aperta al transito, è via Sottomonte, talmente  ripida e stretta da non poter essere percorsa né da mezzi quali gli autocompattatori dell’immondizia, né, soprattutto, dai mezzi di soccorso.

La popolazione, per lo più anziana, è esasperata. L’unico provvedimento preso dal Comune di Trieste in questi due mesi, oltre alla doverosa recintazione della frana, è stato quello di portare via i cassonetti, giusto per chiarire, a chi avanzasse qualche dubbio in proposito, che di lì i potenti mezzi per l’asporto rifiuti non possono proprio passare: alla faccia di quanti, in presenza di un tale disservizio, devono comunque “omaggiare” le casse municipali dell’annuale (e non proprio economica) Tari!

E su tutto il resto? Silenzio quasi assoluto, interrotto unicamente da una striminzita mail del responsabile del Servizio Strade e infrastrutture del Comune dalla quale si apprende che “la problematica è attenzionata. C’è al momento una mancanza di fondi comunali, ma è in esame da parte della Protezione civile la possibilità di intervenire economicamente”.

Posto che non sappiano se, quando uscirà questo articolo, ci saranno ulteriori novità sul tema, ci permettiamo, rispettosamente, di formulare alcune doverose osservazioni a supporto dei nostri concittadini che, sin troppo pazienti (a mio modesto avviso), hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti gli altri!

La prima: da quanto abbiamo capito, il problema, sfociato nella “rovinosa” frana, è di vecchia data. Già alcuni anni fa’, infatti, gli abitanti del posto avevano richiesto una accurata pulizia del letto dei torrenti e delle strade che vi transitano sopra. Risultato? Zero assoluto e da lì frana e pericolosi cedimenti su mura plurisecolari che, causa negligenza umana, sono ora sottoposte a forti stress. Seconda considerazione: si fa tanto parlare, dal Borgomastro in giù, di Trieste città turistica ed inclusiva, di città fortemente attrattiva per una clientela ricca e straniera. Ebbene il sobborgo in questione è una “piccola enciclopedia” di questo assunto. Nel giro di qualche decina di metri, oltre a triestini e sloveni doc, si trovano famiglie inglesi, australiane e tedesche. In una parola, questo posto è uno di quelli che, per il suo fascino, attira una clientela  variegata e plurilingue, oggi sconcertata, perplessa di fronte ad una colpevole incuria che ha provocato il disastro attuale e  che, se non rimediata a breve, rischia di provocarne altri e dagli effetti sempre più pesanti.

Se questo è il rischio (reale)  che si sta correndo, con conseguente perdita di immagine di quella Trieste turistica che si sta, faticosamente, cercando di costruire, è possibile immaginare una risposta che non sia la “burocratica” mail del responsabile comunale di turno?

Senza voler peccare di presunzione ma facendo unicamente leva su una discreta esperienza amministrativa, a nostro avviso, è possibile intervenire, rapidamente e concretamente, per risolvere il problema. Ci aspettiamo, infatti, che quel fumoso accenno “all’esame da parte della Protezione civile”, sia  doverosamente approfondito e, se del caso, venga portato, velocemente, all’attenzione del vicepresidente della Giunta regionale, delegato alla Protezione civile. Posto che, con tutta evidenza, sono numerose e rilevanti le problematiche che quotidianamente vengono portate all’attenzione della Protezione civile regionale, abbiamo come l’impressione che quanto accaduto al borgo di Pis’cianzi si trovi oggi quasi in fondo alla lista.   Forza Sindaco! Una telefonata a chi di dovere non si nega a nessuno e noi sappiamo, per esperienza vissuta, che una telefonata, talvolta, allunga la vita ed aiuta, parecchio, a risolvere i problemi!