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Nasce a Trieste l'Osservatorio provinciale sull'edilizia, Zinnanti: "Agire su più fronti per salvaguardare la salute del lavoratore"

 |  Redazione sport  |  Commento del giorno
LAVORO NERO, LAVORO INSICURO: NASCE A TRIESTE L'OSSERVATORIO PROVINCIALE SULL'EDILIZIA
 
Se ne parla tanto, anche se di frequente solo in occasione di qualche tragico vento.  Ma, molto spesso, alle parole di solidarietà per l'ennesimo caduto sul lavoro o per l'ennesimo grave infortunio segue l'usuale manifestazione di protesta con le ferme affermazioni di rito "mai più morti sul lavoro" e poi più nulla, fino al prossimo infortunio, fino al prossimo incidente che interessa un cantiere piuttosto che un'operazione in porto. La storia è trita e ritrita, ahimé, e non risparmia neppure la nostra città. Infatti, secondo i dati forniti di recente dalla Struttura complessa di Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro di Asugi, nel 2024 sono stati ben 124 gli incidenti sul lavoro a Trieste e provincia: uno ogni 72 ore! La sorte qui da noi l'anno scorso è stata particolarmente benevola. Infatti si contano solo feriti, nessun infortunio con esito letale, per lo più lesioni da schiacciamento o fratture di ogni tipo che rimandano a settori quali in primis l'edilizia o quello dei traffici portuali.
Se questa è la fotografia (preoccupante) scattata da Asugi, possiamo finalmente dire che qualcosa si muove in termini di concreta presa di coscienza del grave problema da parte dei principali attori istituzionali coinvolti. Risale a qualche giorno fa', infatti, la notizia della firma del protocollo di intesa che ha portato alla costituzione dell'Osservatorio provinciale permanente che ha lo scopo di potenziare la regolarità, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro con un particolare focus per il settore edile.
Chi sono i firmatari del protocollo? Innanzitutto i rappresentanti dei datori di lavoro, poi gli ordini professionali, le sigle sindacali, il mondo della formazione ed un nutrito parterre di istituzioni (Ispettorato del lavoro, Prefettura, Comune, Regione, Inps). Tre i principi cardine su cui si appoggia il protocollo: informazione, formazione e controllo. Come si estrinsecherà l'attività dell'Osservatorio?  Fondamentalmente con la produzione di un report annuale con i dati relativi agli infortuni sul lavoro, ma anche con l'indicazione di buone pratiche e percorsi di formazione attuati nel corso dell'anno.  Tutto qui?  Ad una prima impressione può apparire ben poca cosa quanto proposto, ma il vero valore aggiunto dell'iniziativa è sicuramente quello di mettere attorno allo stesso tavolo tutti gli attori del mondo dell'edilizia per far fare un salto di qualità ad un settore che nello scorso triennio ha avuto anche a Trieste uno sviluppo incontrollato causa Superbonus, con fenomeni evidenti di "imprese fantasma" e ingaggio in nero di lavoratori stranieri privi delle più elementari forme di tutela.  Oltre a noti casi di cronaca (per lo più nera) sono i dati portati al tavolo a parlare chiaro. Se nel 2019 erano 279 le ditte attive in media ogni mese a Trieste con 1.574 addetti complessivi, nel 2022 le imprese erano salite a 489 (effetto evidente dei vari bonus edilizi) e gli addetti a  2.354 con un'ulteriore crescita nel 2023 che ha visto le aziende toccare le 505 unità e gli operai arrivare a quota 2.524.   Ma, come si dice in questi casi, non  è tutto oro quel che luccica.   Infatti,  a fronte di questi (rilevanti) numeri di addetti e imprese attive sul territorio non ha mai corrisposto un aumento proporzionale di operai iscritti alla Cassa Edile, ovvero all'ente che istituzionalmente si occupa di tutelare i diritti dei lavoratori in ambito edilizio ed artigianale.  Questa situazione ha da tempo allertato le organizzazioni sindacali che hanno fatto fronte comune con quelle datoriali per ripristinare il rispetto delle regole e monitorare la situazione. 
Proprio da queste sollecitazioni è nata l'iniziativa dell'Osservatorio, sotto la regia attenta della Prefettura che con il prefetto Signoriello ha speso parole importanti in occasione della firma: "la sicurezza sui luoghi di lavoro è un valore non negoziabile. Ogni vittima è una sconfitta, non ce lo possiamo permettere. A maggior ragione in un Paese come il nostro in cui il lavoro è un elemento fondante della Repubblica, come sancito dalla Costituzione. Confido che il protocollo sia una dichiarazione di intenti sincera  a cui faccia seguito un'attività concreta".  Su questo auspicio hanno convenuto tutti firmatari del protocollo, a partire da Elisabetta Faidutti (segreteria generale della Fillea Cgil di Trieste e Gorizia) che, prendendo spunto dai più recenti dati del settore edilizio in provincia che registrano un trend di progressivo assestamento dei numeri con 488 aziende attive e gli addetti a quota 2.345, ha colto l'occasione per segnalare, con una dose di preoccupazione, una forte presenza, pari a circa il 65%, di lavoratori stranieri tuttora privi di qualunque tutela. Ecco le sue puntuali parole di denuncia: "di recente riscontriamo un'ondata di lavoratori pachistani, afghani e nordafricani che lavorano nei cantieri, pur non parlando italiano. A molti di loro non vengono pagati straordinari e festivi. In pochi denunciano perché temono ripercussioni. Sono ricattabili: pur di non essere rispediti in patria, accettano qualsiasi condizione". E se la mente corre subito al triste caso dell'operaio pachistano che nel 2023 in centro a Trieste, una volta caduto dal ponteggio, venne spostato in una via vicino per evitare di mettere nei guai il suo datore di lavoro, le parole della sindacalista servono a fotografare una realtà tutt'altro che tranquillizzante con situazioni davvero impensabili anche a queste latitudini "quest'estate ho visto muratori sui tetti sotto il sole cocente e senza parapetti - prosegue nel suo ragionamento la Faidutti - C'è poi il problema del dumping messo in atto da alcune imprese transfrontaliere. Ma va detto che ci sono moltissime ditte oneste".  Come dire, che il lavoro dell'Osservatorio, se lo si vuol fare seriamente (come auspicato dallo stesso prefetto) sicuramente non manca a partire proprio da un'intensificazione dell'attività di controllo. Su quest'ultimo aspetto basti citare i dati riportati dall'Ispettorato del lavoro che, sia pure non ancora consolidati, parlano di 400 controlli effettuati nel 2024 su altrettante aziende con risultati davvero eclatanti . "La percentuale di irregolarità riscontrate supera il 50 % - secondo le affermazioni di Pierpaolo Guaglione, direttore dell'Ispettorato territoriale del lavoro di Trieste-Gorizia - A 220 lavoratori è stata assicurata una tutela specifica irrogando una sanzione a carico del datore di lavoro". Dunque, sia pure con il poco personale a disposizione (e che verrà peraltro irrobustito con 34 nuovi ispettori nel del 2025), l'attività dell'Ispettorato si rivela davvero preziosa, ma, come ha riconosciuto lo stesso direttore "la battaglia sulla sicurezza si vince più a monte, attraverso la formazione e la prevenzione". Come a dire che il cerchio si chiude proprio richiamando i tre cardini del protocollo recentemente firmato e che espressamente fanno riferimento a informazione, formazione e controllo. C'è bisogno di agire contemporaneamente su tutti e tre questi fronti avendo sempre in mente il fine ultimo di quest'insieme di attività che deve essere unicamente quello di salvaguardare la salute del lavoratore.
Alla luce di questa considerazione, sottoscriviamo e facciamo nostre le parole del dottor Guaglione e ci auguriamo davvero che il 2025, anche grazie all'istituzione dell'Osservatorio, veda un primo significativo calo non solo nella rilevazione delle irregolarità, ma anche e soprattutto in quello degli incidenti sul lavoro, a partire da un settore particolarmente esposto come quello dell'edilizia.
 
Mauro Zinnanti