Gara pubblica per l'Acquamarina, Zinnanti: "Da privilegiare la funzione sociale con tariffe popolari"
| Redazione sport | Commento del giorno
L'annuncio del sindaco è di qualche settimana fa: dopo mesi di preoccupante silenzio, la decisione è presa. Per la nuova piscina terapeutica, niente finanza di progetto, ma si va a gara pubblica con risorse totalmente pubbliche e l'obiettivo, dichiarato, di andare a gara entro i primi mesi del 2025.
Prima di far rullare i tamburi e squillare le trombe, è bene fare qualche passo indietro, per ricostruire una vicenda complessa e che si trascina, come ben sanno i fruitori della vecchia Acquamarina, davvero da troppo tempo.
Riavvolgiamo Il nastro al 29 luglio 2019 quando il tetto della piscina, nel corso di lavori di straordinaria manutenzione, crolla con un rumore assordante per fortuna non facendo né vittime né feriti, visto che l'impianto era vuoto proprio a causa dei citati lavori di manutenzione. Si avviano le indagini e le inchieste sulle cause del crollo e la piscina viene tenuta sotto sequestro sino a dicembre 2021. Nel frattempo parte una vera "sarabanda" orchestrata da Palazzo Cheba in cui non è chiaro assolutamente nulla su come si vuol procede né su dove si vuol ricostruire l'agognata piscina teraupetica. Nei primi tempi, va in onda l'ipotesi della finanza di progetto per un impianto nuovo di zecca da collocarsi in Porto Vecchio ma che, accanto alle funzioni "terapeutiche", dovrà per forza prevedere anche attrezzature "wellness" con la finalità di generare quelle entrate indispensabili per coprire i costi di gestione dell'impianto terapeutico che, per sua natura, richiede tariffe popolari per le sue prevalenti funzioni sociali. Appaiono e scompaiono varie cordate (locali ma anche europee), tuttavia, come si dice in casi simili, tanto fumo e poco arrosto.
Nel frattempo la macchina comunale, che una ne fa e cento ne pensa, dopo una valutazione tecnica che desta più di qualche perplessità, decide che l'impianto colpito dal crollo sia irrecuperabile (se non a costi eccessivi) e procede alla sua demolizione. Anche in questo caso, tra il dire ed il fare (con in mezzo i necessari iter autorizzativi) passano due anni e arriviamo al 2023 con una bella (si fa per dire) ed inutilizzabile spianata che ha preso il posto della vecchia Acquamarina. Il tutto realizzato utilizzando quota-parte dell'iniziale stanziamento di 5 milioni di euro destinati alla nuova Acquamarina (stiamo parlando di circa 800mila euro tra demolizioni e rilievi dell'area). Seguono alcuni mesi di silenzio con il Comune che lentamente avvia la fase progettuale dell'intervento, affidando alla Serteco dell'ingegnere e architetto Beltrame l'incarico di redigere il Documento di indirizzo di progettazione, ovvero quell'atto che individua le esigenze del Comune in relazione alla nuova piscina. Correttamente Beltrame si rapporta direttamente con il "Coordinamento per la nuova piscina terapeutica" e per esso con la sua portavoce Federica Verin. Il Coordinamento come primo atto consegna a Beltrame le linee guida per il nuovo impianto (peraltro già presentate al Comune nel lontano agosto 2022!!) ed inizia un fitto e proficuo scambio di idee da cui scaturisce un documento di indirizzo che soddisfa praticamente tutte le richieste del Coordinamento. L'impianto pensato (perché - lo ripetiamo per i non addetti ai lavori - il Documento di indirizzo non è un progetto ma ne rappresenta una fase assolutamente propedeutica e preliminare) consta di tre vasche: una talassoterapica con acqua di mare riscaldata (25 metri per 10); una riabilitativa sempre con acqua calda (12 per 5) e una terza dedicata a utenti con sclerosi multipla, dotata di fondale e riempita con acqua marina fredda (20 per 6).Oltre alle tre vasche, è previsto un percorso "kneipp" da 10 metri (con alternanza di acqua calda e fredda). Le vasche saranno trattate con ozono, anche per contenere i costi di manutenzione. Accanto alla struttura centrale, è prevista una palazzina su due livelli con un piano terra in cui si situa la portineria ed il deposito per le sedie a rotelle e per le carrozzine predisposte per le attività riabilitative in acqua. Dall'atrio, tramite percorsi dedicati e rampe si accede a tre blocchi di spogliatoi suddivisi in base alle esigenze dell'utenza. Tutti i percorsi saranno dotati di una cartellonistica adeguata per consentire anche alle persone con disabilità intellettiva o decadimento cognitivo di muoversi in autonomia. Al piano superiore, le esigenze manifestate dal Coordinamento e fatte proprie dall'ing. Beltrame portano a prevedere due palestre più una riabilitativa, un ambulatorio fisioterapico, una sala per inalazioni, un bar, uffici, una sala riunioni e spogliatoi per il personale. In prospettiva, c'è spazio anche per un centro estetico ed un parrucchiere, accessibile ed inclusivo.
Già da questa semplice descrizione di quanto contenuto nel DIP (ovvero il già citato documento di indirizzo di progettazione) appare evidente che i costi lievitano (e di parecchio!) e come si muove il Comune per fronteggiarli? Chiede, come d'uso, a mamma Regione che risponde e lo fa inserendo, nel più ricco assestamento di sempre, una ulteriore posta di 5 milioni di euro che, unitamente ai 4,2 milioni di euro rimasti dallo stanziamento iniziale, portano la disponibilità municipale ad un totale di 9,2 milioni di euro.
Ora si ragiona, avrà sicuramente pensato il Borgomastro che, con grande tempestività, annuncia, appunto, l'abbandono della strada della finanza di progetto e la scelta di andare a gara pubblica per una piscina che andrà realizzata esattamente nello stesso sito dell'Acquamarina. Tutto risolto, allora? Non proprio perché nonostante il forte impegno di risorse regionali, è lo stesso sindaco a dichiarare che nel prossimo bilancio comunale inserirà una ulteriore posta di 4 milioni di euro che dovrebbe garantire l'integrale copertura dei costi del nuovo impianto. La stima municipale, per quanto al momento un po' grossolana, ci pare credibile, anche se, naturalmente, andrà verificata sia in sede di redazione del progetto di fattibilità tecnico-economico,che nella successiva fase della progettazione esecutiva, oltreché, infine, nella gara per la realizzazione dell'opera. Che tutte queste fasi si concludano, una volta acquisito l'integrale finanziamento necessario, nel giro di qualche mese, ne dubitiamo fortemente e non per cattiva volontà, sia detto chiaramente, ma semplicemente tenendo conto dei tempi tecnici necessari all'espletamento delle varie fasi.
Proprio da questa semplice constatazione, parte il nostro accorato appello al sindaco e ai suoi assessori: basta "annuncite"!! Quando sarete pronti, ovvero un minuto prima della pubblicazione del bando di gara, avrete l'onore e l'onere di annunciarlo al pubblico, in particolare a quel Coordinamento per la nuova piscina terapeutica che ha avuto sin qui tanta pazienza, ma anche tanta volontà di trovare soluzioni utili al problema. Sempre nell'ottica indicata dal Coordinamento confidiamo che il Comune vorrà tener conto dei preziosi suggerimenti forniti sia affinché l'impianto nuovo sia di qualità, con accorgimenti tali da non richiedere continui interventi di manutenzione straordinaria, sia con l'obiettivo di ottenere che nel successivo bando che andrà predisposto per trovare il gestore della nuova piscina vada assolutamente privilegiata la funzione sociale e terapeutica dell'impianto con l'applicazione di tariffe popolari che rendano la piscina accessibile da tutti, esattamente come accaduto per la vecchia Acquamarina.
Consigli semplici e chiari da seguire. Confidiamo, davvero, che in Comune ne vorranno tenere debito conto.
Mauro Zinnanti
Parole chiave: Primo piano, Trieste