Il punto sull'ovovia, Emme Zeta: "Sindaco, ci ripensi!"
| Redazione sport | Commento del giorno

E' proprio vero. Siamo nel pieno di una campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo tra le più brutte degli ultimi decenni con un dibattito politico scaduto (pesantemente) di qualità ed ingressi "a gamba tesa" della magistratura (ogni riferimento al caso Genova non è certamente casuale) che colpiscono esponenti di primo piano della coalizione di Governo ed in tutto questo bailamme ecco le nuove puntate della telenovela più seguita dai "nostri cari concittadini", ovvero la famosa cabinovia Porto Vecchio-Opicina che ostinatamente il Municipio tenta di portare a realizzazione.
A che punto siamo? Secondo le fresche notizie di cronaca degli ultimi giorni, ci pare di assistere ad una sorta di gioco dell'oca o, meglio, alla messa in scena di una piece del teatro dell'assurdo con visioni del tutto contrastanti tra le due fazioni pro e contro in lotta ormai da anni su quest'opera che, come noto, rappresenta la punta di diamante delle iniziative finanziate con i fondi Pnrr nel territorio giuliano.
In rapida successione, prima esce la notizia che la Giunta regionale ha approvato, all'unanimità (ci tengono a sottolineare da Piazza Unità) la Valutazione di incidenza ambientale di terzo livello, cui seguirà il parere del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica che, se sarà anch'esso positivo, consentirà al Comune di chiudere la Valutazione ambientale strategica e quindi pervenire alla sospirata approvazione della variante al Piano regolatore comunale "Accesso Nord:mobilità sistemica e turistica": ultimo ostacolo formale, se non andiamo errati, prima dell'apertura dei cantieri della mitica ovovia.
Dunque, nell'ottica di Palazzo Cheba, una pietra miliare nel faticoso cammino "cartaceo" propedeutico alla realizzazione dell'opera. Che cosa abbia fatto cambiare idea agli uffici regionali che in prima battuta si erano espressi negativamente, non è poi così chiaro.
Le uniche notizie che filtrano, nell'assicurare che trattasi di valutazioni tecniche su cui la politica non ci ha messo becco, accennano ad una valutazione positiva delle "compensazioni mitigative" proposte dal Comune per "mitigare" l'impatto dell'opera su un sito protetto all'interno di aree Natura 2000, quale è il Bosco Bovedo che verrebbe attraversato dalla cabinovia nella sua risalita da Barcola verso Opicina.
Mahh, verrebbe da dire, convinti loro. Noi, in maniera del tutto asettica e professionale, ci permettiamo di esprimere più di qualche dubbio su un cambio di orientamento che, per quanto trapelato, non pare essere molto fondato.
Comunque sia, dal Comune "squilli di trombe", subito silenziati da quanto successivamente comunicato dal Comitato No Ovovia, che il pomeriggio stesso espone l'esito di un suo interpello proprio al ministero dell'Ambiente in cui viene testualmente riportato che "per i siti della rete Natura 2000 si conferma che per l'ammissibilità alle risorse del Pnrr, le Vinca..devono concludersi con parere positivo".
Se possiamo permetterci un'osservazione "fuori dal coro", in questo caso il Comitato, alla luce di quanto appena deliberato dalla Giunta regionale, riporta un'affermazione ministeriale ovvia e che trova puntuale riscontro proprio nel parere positivo uscito dalla Regione in esito alla Vinca di terzo livello. Dunque, il ping pong Comune-Comitato si chiude qui con una netta vittoria del primo? Non è proprio così, perché, sempre in quell'insolito 29 maggio, nel pomeriggio, esce la notizia, sempre secondo la campana comunale, che anche il Tar Fvg avrebbe respinto due ricorsi sull'iter di approvazione del progetto, sgomberando ulteriormente il campo da ogni dubbio di legittimità sull' accidentato percorso approvativo del progetto della cabinovia.
In realtà, in questo secondo caso, esaminando il testo delle due sentenze, si tratta di una vittoria di Pirro, o meglio di una vittoria a metà.
Se infatti è certamento vero che il Tar ha dato ragione al Comune/Regione e torto ai ricorrenti sul merito delle impugnative proposte, è altrettanto vero che, per quanto concerne la procedura seguita, i giudici amministrativi sono rigidissimi nel giudicare del tutto illegittima la procedura adottata proprio con specifico riferimento alla Vinca posta in essere dall'Amministrazione regionale. Infatti, il Tar rileva che la Regione ha seguito percorsi "illegittimi perché non rispettosi della corretta sequenza di valutazioni in materia: ne deriva che la ritenuta prevalenza dell'interesse pubblico alla realizzazione del piano (Ndr: unica condizione che consente di edificare in siti Natura 2000), così come proposta dal Comune, è viziata alla radice" per la mancanza della valutazione dell'incidenza sull'area protetta e delle proposte alternative, fra cui deve essere inserita anche l'opzione zero, ovvero l'ipotesi di non costruire affatto la cabinovia.
Poiché riteniamo che i giudici del Tar abbiano avuto tutto il tempo per acquisire tutti i documenti e le informazioni necessarie per comprendere appiene il modus operandi delle due amministrazioni coinvolte, in primis il Comune e sulla sola Vinca la Regione, è evidente che sono stati commessi grossolani errori e una chiara sottovalutazione di quanto richiesto dalle normative di tutela ambientale, con il chiaro rischio di dover rifare, da zero, tutta la procedura.
E che a Palazzo Cheba e nel dirimpettaio Palazzo della Regione stiano vivendo ore concitate, al di là delle dichiarazioni di facciata che danno sempre per superabili tutti gli impacci formali, risulta confermato dalle analisi in corso in merito all'ulteriore iter da seguire: se puntare unicamente a riscrivere la delibera sulla Vinca integrando la valutazione sulla base di quanto rilevato dal giudice amministrativo oppure puntare tutte le fiches su un appello al Consiglio di Stato per ottenere una sentenza di secondo grado che superi quanto eccepito dal Tar regionale.
Come andrà a finire? A oggi non è dato sapere ma alcune considerazioni, pur a fronte di una materia così complessa, ci sentiamo in dovere di farle.
La prima. Ci appare francamente del tutto fuori luogo la sicumera con la quale il Comune, dal Sindaco in giù, tratta questa vicenda: "perché una cosa deve esser chiara - disse non tanto tempo fa l'assessora Lodi - il Comune su questo progetto andrà avanti".
La seconda. Ma siamo proprio sicuri che in Municipio vi siano la consapevolezza e le professionalità necessarie a portare "avanti" un'opera del genere?
La terza: la variabile tempo che, parlando di opere finanziate dai fondi del Pnrr, non è affatto una variabile indipendente. Come anche i muri sanno, tutte le opere finanziate da queste risorse devono concludersi entro il 2026, pena la revoca dei finanziamenti assegnati. C'è qualcuno che dalle parti di Piazza Unità intende scommettere un cent sul rispetto di questa scadenza?
Checché se ne dica, la procedura di Vinca a oggi non è ancora conclusa e se si decidesse la strada dell'appello al Consiglio di Stato si prospetta uno stop di parecchi mesi. E nel frattempo? Nel frattempo bocce ferme su tutta la linea, anzi su tutta l'ovovia! Sindaco, ci ripensi seriamente prima di andare ancora avanti a percorrere un vicolo che, a nostro modesto avviso, rischia di non portare davvero da nessuna parte!
EMME ZETA
Parole chiave: Primo piano, Trieste